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17/08/2009
L'intervento di un gruppo di volontari ha aiutato ad evitare maltrattamenti.
Riportiamo la testimonianza di alcuni volontari di Pordenone che sono andati a controllare come veniva svolta la "corsa degli asini" in un paese della provincia di Pordenone, Porcia, svoltasi il 14 agosto 2009. Nei giorni precedenti era stata fatta una protesta via mail al sindaco e agli organizzatori (tra cui la parrocchia), mandata in copia anche ai giornali locali.
Testimonianza di Massimo, Daniela, Angela e Federica.
Premessa: nell'ambito della Sagra dell'Assunta, questa corsa degli asini è arrivata alla sua edizione n.108. Come da tradizione, gli asinelli sono cavalcati a pelo da ragazzi di Porcia, suddivisi in squadre. Tre le gare eliminatorie, che si svolgono su uno spazio verde adiacente alla Chiesa. I primi piazzati in ciascuna delle 3 gare partecipano alla finale: una corsa che, per tradizione, dovrebbe concludersi con la salita dell'asino vincente e del suo "fantino" in cima al campanile. Il campanile (44 metri di altezza), ha una salita composta da 46 rampe (pendenza 12%).
Prima dell'inizio della corsa abbiamo fatto un sopralluogo, su invito del Parroco di Porcia e degli organizzatori della sagra. Ci hanno fatti salire in cima al campanile, spiegandoci che gli asini non avrebbero avuto difficoltà compiere la salita. Abbiamo manifestato la nostra contrarietà: le rampe sono molte, il percorso è abbastanza stretto e non permetterebbe all'asino di di girarsi per tornare indietro. Per potersi girare, l'asino deve salire fino in cima.
Ci è stato quindi detto che l'asino vincitore della gara sarebbe salito solo di sua spontanea volontà, altrimenti il tutto avrebbe avuto termine all'ingresso del campanile. Abbiamo chiesto e ottenuto, nell'eventualità della salita dell'asino, di poterlo accompagnare anche noi, allo scopo di documentare e verificare che non ci fosse alcuna forma di costrizione nei confronti dell'animale.
Siamo fermamente convinti che simili manifestazioni siano sbagliate: promuovono l'utilizzo di animali a scopo meramente ludico e in nome della cosiddetta "tradizione". Le condizioni di gara non sono conciliabili con le esigenze e le caratteristiche etologiche peculiari degli asini, che sono animali di natura miti, mansueti, che corrono solo quando incitati e spaventati. Quindi anche dal punto di vista della legge di protezione degli animali questa situazione non dovrebbe essere ammessa, dato che la legge prescrive appunto di non sottoporre l'animale a situazioni insopportabili "per le sue caratteristiche etologiche".
La salita al campanile è quanto di più inutile e incomprensibile: ci è difficile immaginare un asino che abbia piacere di fare 46 rampe in salita e altre 46 in discesa... e in maniera del tutto spontanea.
L'obiettivo che ci eravamo prefissi era almeno quello di evitare all'asino vincitore la salita, oltre che inibire (con la nostra presenza) eventuali comportamenti violenti da parte dei fantini durante la corsa. Eravamo affiancati dalla veterinaria dell'Azienda Sanitaria Locale, che ha verificato che non vi fossero violazioni delle normative vigenti.
Gli asini sono arrivati dalla provincia di Udine. Sono stati scaricati dal camion e preparati per la corsa. Abbiamo chiesto che fosse messa a disposizione dell'acqua per abbeverarli (dopo un viaggio del genere è il minimo che si possa fare). Ci è stato risposto che non avevano bisogno di bere, soprattutto prima della gara (motivazione: per evitare che si sentissero male, che avessero una colica o altro). La veterinaria ha insistito e hanno portato loro un secchio d'acqua.
Ha inizio la corsa a squadre. E' chiaro che la maggior parte degli asini non ha nessuna voglia di correre. Si divertono solo i fantini e il pubblico. Siamo armati di macchine fotografiche (la cosa dà evidentemente fastidio a qualcuno... c'è chi si appella alla legge sulla privacy per impedirci di fotografare la corsa. Ma la legge sulla privacy vorrebbero applicarla solo a noi, dal momento che fra il pubblico ci sono molti che fotografano!).
Lo speaker legge il regolamento, invitando ripetutamente i fantini a non usare violenza per incitare gli asini alla corsa ("solo carezze, mi raccomando"). Forse questi ripetuti appelli erano motivati dalla nostra presenza e da quella della veterinaria, pronti come eravamo a documentare eventuali casi di maltrattamento.
Alcuni asini si rifiutano di correre, altri a metà corsa invertono il senso di marcia... dove sta il divertimento in tutto questo? Ci vogliono anche tre persone per far correre un'asino (chi lo tira da una parte, chi lo spinge da dietro...) . Una corsa veramente naturale e spontanea!
Alla fine c'è il vincitore: l'asino primo classificato è accompagnato e in parte montato dal fantino all'ingresso del campanile. Esito scontato: non vuole salire. Due di noi si avvicinano all'ingresso, pronti ad accompagnarlo nel caso salga. Fortunatamente ciò non avviene e la manifestazione giunge al termine.
Epilogo: un simpatizzante dell'evento ci avvicina e ci biasima per aver rovinato, con la nostra presenza, la festa. Sostiene che, per la prima volta dopo anni, a causa nostra, l'asino non ha compiuto la salita. Se è davvero così ne andiamo fieri. Eravamo in quatto (Massimo, Daniela, Angela, Federica) più la veterinaria... un buon risultato, semplicemente presenziando e documentando.
Grazie di cuore a tutti coloro che hanno raccolto il nostro appello scrivendo al Parroco di Porcia. Senza questa mobilitazione di mail il Parroco non ci avrebbe certo invitati a compiere il sopralluogo, e le cose sarebbero andate in maniera diversa.
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