Direttiva europea sulla vivisezione: tutta la storia

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15/08/2010

Tutto quanto c'e' da sapere sulla nuova direttiva europea che regolamenta la vivisezione (versione lunga).

Introduzione

A settembre 2010 quasi certamente verrà approvata la versione finale della nuova direttiva europea sulla vivisezione, che andrà a sostituire quella attuale che risale al 1986.

Data la complessità della materia, e la lunga storia di questa "battaglia" tra la lobby dei vivisettori e le associazioni antivivisezionista, durata circa 4 anni, vorremmo spiegare come sono andate le cose, le alterne vicende di questa lotta, e alcuni risultati positivi ottenuti. Certo, non positivi come noi vorremmo, sono piccole cose rispetto a quanto vorremmo noi. Non c'è davvero da rallegrarsi, anzi, c'è da rimanere amaramente delusi da quanto la lobby dei vivisettori sia più forte di noi e da come gli eurodeputati diano vergognosamente retta più a loro che agli antivivisezionisti, ma per lo meno rispetto alla direttiva attuale dei passi avanti sono stati fatti, non certo passi indietro.

E' anche importante sottolineare che dopo l'approvazione finale di questa direttiva, la battaglia si sposterà a livello nazionale, dove l'attuale legge che regolamente la vivisezione andrà rivista. E' qui che dovremo cercare di ottenere il più possibile per gli animali, e sarà davvero dura, visto l'accanimento con cui la lobby pro-vivisezione si è battuta a livello europeo. Sarà lo stesso probabilmente anche qui, e seppure sarà più facile seguire l'andamento dei lavori in Italia piuttosto che a Bruxelles, bisognerà impegnarsi davvero molto, quindi... state tutti all'erta!

Allo stato attuale delle cose, la lobby pro-vivisezione è estremamente più forte di quella antivivisezionista. D'altra parte, loro lo fanno come lavoro, e si tratta di multinazionali chimico-farmaceutiche, università, grosse associazioni per la ricerca medica, hanno gioco facile a convincere gli eurodeputati, vergognosamente influenzabili; quindi non c'è da stupirsi, anche se c'è da indignarsi e rattristarsi.

Finché non cambierà questo stato di cose, l'abolizione della vivisezione - che è l'unico vero obiettivo cui ciascuno di noi vuole arrivare - sarà ancora lontana, e dovremo lottare con le unghie e coi denti per ogni singolo passo, per quanto piccolo, nella giusta direzione, che è quella del salvare animali. Perché ogni vita salvata VALE, non possiamo trascurarla in nome di un proclama di principio senza riscontri nella realtà.

In questa ottica va letta la battaglia portata avanti.

Fin dal 2006, le associazioni che si sono preoccupate di fare lobby a livello europeo per ottenere una legislazione migliore dell'attuale (seppure in un contesto in cui la sperimentazione su animali esiste e continuerà a esistere per chissà quanti decenni), associazioni con le quali nel nostro piccolo abbiamo collaborato come AgireOra Network, sono state Animal Defenders International e la Fondazione Dr. Hadwen.

Noi certamente non abbiamo le risorse e la possibilità di organizzare un'intensa azione di lobby a Bruxelles per contrastare i vivisettori, ma abbiamo divulgato in Italia le iniziative di queste associazioni, serie e capaci, in modo da sostenerle, perché per "portare a casa" qualcosa per gli animali era molto importante il sostegno del pubblico dei singoli stati membri. E grazie alla partecipazione di tanti di voi, è stato utile!

Va sottolineato comunque che nessuna petizione, azione via mail o qualsiasi forma di protesta serve, se non c'è poi qualcuno che usa questo "sostegno di base" per fare lobby attiva a Bruxelles, contattando sul posto i singoli eurodeputati e membri della Commissione e del Consiglio. Ogni azione di questo tipo è fine a se stessa, sfogo personale, non serve davvero, se non c'è nessuno che fa lobby, mentre per chi fa lobby, il sostegno popolare è utilissimo, quindi questi due aspetti devono sempre andare assieme!

Il progetto di sostegno in Italia a questa battaglia a livello europeo da parte di AgireOra è stato chiamato "Sostituzione degli esperimenti su animali in Europa" ed è descritto alla pagina:
https://www.agireora.org/progetti/endeutest.html

Visto che le cose da dire sono davvero tante, abbiamo preparato due resoconti (linkati vicendevolemente), uno più breve e uno più dettagliato. Leggete l'uno o l'altro a seconda del tempo che avete e dell'interesse per la materia.

Ciascuno è diviso in tre sezioni:
1) La storia dal 2006 al 2010
2) Confronto tra la vecchie e la nuova direttiva: le novità positive
3) Quello che si voleva ottenere e non è stato ottenuto

Grazie a tutti,
AgireOra Network

Resconto dettagliato

(quello più breve si trova alla pagina: Direttiva europea sulla vivisezione: la storia in breve)

1 - La storia dal 2006 al 2010

Occorre innanzitutto sapere che l'approvazione della direttiva è passata attraverso i vari organismi dell'UE: prima la Commissione, poi le commissioni del Parlamento Europeo, poi il Parlamento Europeo in sessione plenaria, poi il Consiglio dei Ministri, e infine dovrà passare di nuovo al Parlamento in plenaria.

In ciascuno di questi passi la direttiva ha subito peggioramenti o miglioramenti.

Gennaio 2007

Si parte con una petizione del Dr. Hadwen Trust che si concentra sui metodi alternativi, la quale chiede:

1. Che le iniziative dell'UE per sostituire gli animali di laboratorio vengano applicate a tutte le categorie di esperimenti; (cioè anche alla ricerca medica, non solo ai test di tossicià)
2. Che venga realizzato dall'UE un database dei metodi alternativi pubblicamente accessibile e completo;
3. Che sia richiesto obbligatoriamente a tutti gli Stati Membri, istituzioni e singoli scienziati, di cercare, sviluppare e implementare metodi che sostituiscano gli animali negli esperimenti e di fare immediatamente uso delle metodologie sostitutive già esistenti.

In un anno e mezzo circa, vengono raccolte circa 150.000 firme, di cui il 18% dall'Italia.

Questa associazione, nel contempo, fa anche lobby a Bruxelles su altri punti cruciali:

- La creazione di un Centro di Eccellenza Europeo che privilegi lo sviluppo di metodi sostitutivi a quelli basati su animali, per tutti gli attuali campi di uso di animali, tra cui la ricerca medica di base. L'attivita' attuale della Comunita' Europea sui metodi alternativi si focalizza sulla tossicologia, che rappresenta soltanto il 10% di tutto l'impiego di animali a livello europeo.
- L'estensione della pertinenza della Direttiva a tutti gli animali senzienti utilizzati dall'industria della ricerca, includendo invertebrati e forme fetali, compresi gli animali utilizzati nella ricerca di base, didattica e training, quelli uccisi per utilizzarne i tessuti o usati nella produzione e mantenimento di ceppi di organismi geneticamente modificati.
- Un divieto totale ed immediato sulla sperimentazione che causa dolore acuto o prolungato, sofferenze o angoscia.
- Chiari obiettivi per diminuire l'impiego di animali, tramite l'applicazione di tecniche sostitutive, come parte di una strategia a livello europeo adeguatamente finanziata.

Novembre 2008

La Commissione rilascia una prima bozza di direttiva, che è abbastanza positiva, ed è certamente migliore di quello che si riesce alla fine a ottenere. I punti chiave sono:

- Tutti i progetti richiedono abbligatoriamente l'autorizzazione
- La valutazione di tutti i progetti è obbligatoria, anche dal punto di vista etico
- La sperimentazione sulle scimmie antropomorfe è vietata
- La sperimentazione sui primati (non antropomorfi) può essere fatta solo per malattie umane mortali
- Vengono inclusi nella legge anche i feti e gli invertbrati
- La trasparenza è di primaria importanza (nel senso di rendere noti al pubblico i progetti)
- L'uso di metodi alternativi è una delle basi della direttiva
- La creazione di laboratori nazionali di riferimento sui metodi alternativi

Nel frattempo, anche l'associazione ADI porta avanti le sue operazioni di informazione sulle istituzioni europee, e le sue richieste sono:

- Un piano per vietare l'uso di tutte le scimmie nel giro di pochi anni
- Il divieto di uso di animali per didattica, detersivi, indagini medico-legali e conservazione della specie
- Maggiori incentivi per porre i metodi alternativi al centro della direttiva
- Un centro europeo di riferimento per i metodi alternativi che espanda il ruolo dell'ECVAM (il centro che esiste attualmente ma che fa poco o nulla)
- Una revisione tematica periodica della sperimentazione su animali per stabilire la sua (non) efficacia

Febbraio 2009

Il passo successivo consiste nella discussione della bozza della Commissione al Parlamento Europeo, non in seduta plenaria, ma nelle 3 commissioni Ambiente, Industria e Agricoltura.

Per questo motivo nel febbraio 2009 si fa pressione via mail, da tutte le nazioni europee, scrivendo a tutti i parlamentari con le seguenti richieste:

- Il divieto di uso di primati non umani nella sperimentazione
- Il divieto di tutti gli esperimenti che causano una sostanziale sofferenza agli animali
- Una vera trasparenza di tutto il sistema, che renda disponibile tutte le informazioni non confidenziali di tutti i protocolli di ricerca che usano animali
- Un forte e reale sostegno allo sviluppo di metodi sostitutivi all'uso di animali
- Lo sviluppo di studi indipendenti sull'efficacia della sperimentazione animale, che oggi e' un dogma mai messo in dubbio, e mai dimostrato (mentre varie revisioni sistematiche hanno messo in luce il suo contrario, cioe' la discrepanza tra i risultati ottenuti su animali e sull'uomo)

3 marzo 2009

A inizio marzo, si fa pressione via mail sui membri delle commissioni che esamineranno la direttiva, chiedendo:

1. Sia abolita la sperimentazione sulle grandi scimmie e su tutte le scimmie catturate in natura, e venga definito un piano preciso per l'abolizione in tempi ben precisi degli esperimenti su tutte le scimmie, cosi' come affermato nella Dichiarazione Scritta del 2007 a cui ha aderito il 55% degli eurodeputati.

2. Tutti gli esperimenti su animali devono essere attentamente vagliati, prima di concedere l'autorizzazione, e non deve piu' esistere l'approvazione automatica della maggior parte degli esperimenti senza alcun controllo.

3. Deve essere assicurata la trasparenza e l'accesso alle informazioni sulla quantita' e modalita' degli esperimenti effettuati.

4. Deve esserci l'obbligo di condivisione dei dati, per evitare duplicazioni inutili.

5. La Direttiva deve incoraggiare l'utilizzo di metodi alternativi, in modo da diminuire il numero di animali usati, e rendere obbligatorio l'utilizzo di tutti i metodi senza animali esistenti.

6. Devono essere obbligatorie revisioni sistematiche delle ricerche svolte su animali, per valutare la loro efficacia (che si dimostra sempre quasi nulla, ogni volta che tali revisioni vengono svolte), in modo da eliminare tutte le ricerche che risultano inefficaci e sostituirle con metodologie senza animali.

13 marzo 2009

Il voto all'interno delle 3 commissioni va MALISSIMO, a causa dell'accanitissima azione di lobby portata avanti dai vivisettori. La direttiva peggiora davvero di molto.

Commissione ambiente

La deputata incaricata aveva preparato un dossier con proposte migliorative, invece i deputati si sono fatti spaventare dallo spauracchio fatto balenare dai vivisettori: secondo loro rendendo la legge più restrittiva, la ricerca si sarebbe spostata fuori Europa, e poi, solita scusa "se non si facessero piu' esperimenti sulle scimmie non si potrebbero combattere la malattia di Parkinson e l'Alzheimer".

Quindi, nessun miglioramento approvato.

Commissione industria

Unica nota positiva, hanno votato a favore della creazione di nuovi centri UE per sviluppare alternative alla sperimentazione animale.

Da parte antivivisezionista erano state richieste restrizioni sul riutilizzo di animali già utilizzati in precedenti esperimenti, limiti sul livello di dolore che gli animali si trovano a dover sopportare, e in generale restrizioni e controlli su quanto gli animali sono costretti a subire. Tutte queste misure non sono state approvate dalla Commissione Industria, in seguito alle notizie fuorvianti ed allarmistiche provenienti dalla lobby degli sperimentatori.

Commissione agricoltura

Qui la situazione si fa tragica, perché gli emendamenti votati dai deputati che compongono questa commissione prevedono:

- Riduzione delle giustificazioni scientifiche richieste per la sperimentazione sulle scimmie
- La proposta della Commissione di vietare nel giro di pochi anni la cattura delle scimmie in natura: slittata con tempo indefinito
- Nessun obbligo di autorizzazione per gli sperimenti con livello di sofferenza "lieve" o "moderato" (cioè la quasi totalità)
- Reuso degli animali in modo illimitato (compresi test di tossicità e danni al cervello)
- Nessun divieto sugli esperimenti che comportano dolore prolungato e grave

A questo punto, dunque, le azione di lobby e di protesta antivivisezionista si fanno più intense, anche se si sa che non si può competere con l'industria della vivisezione.

Secondo quanto racconta un attivista di ADI col quale siamo stati più in contatto, c'erano volte in cui alle riunioni delle commissioni parlamentari c'erano più lobbysti pro-vivisezione che eurodeputati! Questi spaventano i parlamentari dicendo che: se si facesse una legge con norme restrittive, ci sarebbero perdite di posti di lavoro e spostamento della ricerca e dell'industria fuori Europa; e che un divieto di cattura delle scimmie selvatiche si tradurrebbe in maggior sofferenza per gli animali!

18 marzo 2009

A questo punto collaboriamo con ADI per il lancio in Italia della campagna Salviamo i Primati, mettendo a disposizione delle cartoline che ciascuno può stampare e inviare a Bruxelles, e poi rinnovando la pressione via mail, con le stesse richieste inviate a inizio marzo e in più la protesta per il camportamento vergognoso tenuto dagli eurodeputati fattisi influenzare dalla lobby vivisettoria.

Ovviamente era questo il momento in cui protestare, fare pressione, rinnovare le nostri richieste per sostenere l'azione informativa degli attivisti antivivisezionisti a Bruxelles, e infatti così facendo diversi emendamenti peggiorativi sono stati ritrattati.

Aprile 2009

Anche il Dr. Hadwen Trust aumenta la pressione, e in accoppiata all'azione di lobby fatta attraverso i suoi scienziati a Bruxelles, lancia un'altra petizione popolare, in forma di "manifestazione virtuale", chiamata "Rendiamo la sperimentazione animale storia passata". Come AgireOra la divulghiamo in Italia, raccogliendo migliaia di adesioni.

Maggio 2009

A maggio c'è la votazione della direttiva al Parlamento Europeo non più nelle singole commissioni, ma in plenaria.

La situazione migliora un po', certamente grazie all'azione antivivisezionista svolta nelle settimane precedenti.

Ci sono quindi ancora delle cose negative, e altre però positive (quelle indicate con NO sono negative, quelle con SI' sono positive):

- No a limiti restrittivi sul riuso degli animali in esperimenti successivi.

- No a restrizioni sugli esperimenti sulle scimmie, per evitare il loro utilizzo in "esperimenti non essenziali che non riguardano situazioni di vita o di morte di condizioni debilitanti per gli esseri umani".

- No a una pianificazione per eliminare nel tempo l'uso di scimmie "F1", cioè figlie di scimmie catturate in natura.

- No a imporre autorizzazione per tutte le procedure

- Sì a fissare un limite massimo di dolore cui un animale può essere sottoposto.

- Sì alla creazione di nuove strutture europee e nazionali per lo sviluppo dei metodi alternativi.

- Sì all'inclusione nella legge di alcuni invertebrati e animali in stato fetale, attualmente non protetti da alcuna legge.

- Sì all'inclusione nella legge della ricerca di base, il che significa che tutti gli esperimenti su animali svolti in UE saranno regolati dalla nuova direttiva.

- Sì al divieto di uso delle grandi scimmie ("tranne in circostanze eccezionali e impreviste").

1 settembre 2009

Il passo successivo è l'esame della direttiva da parte del Consiglio, per questo l'azione di lobby antivivisezionista si concentra sui ministri delle singole nazioni.

In Italia, divulghiamo una nuova petizione di ADI, che chiede:

- Obbligo di autorizzazione per tutti i progetti
- Obbligo di uso di metodi alternativi
- Divieto di cattura di scimmie in natura
- Revisione critica ogni 2 anni
- Divieto di eseguire esperimenti che provocano sofferenze gravi
- Istituzione di un Centro europeo per la sostitizione degli esperimenti su animali

11 settembre 2009

Organizziamo in Italia, assieme ad ADI, la conferenza stampa per la campagna "Salviamo i primati", che rende note le richieste della petizione di cui sopra.
Inoltre, stampiamo oltre 7.000 cartoline da mandare a Bruxelles, che vengono esaurite in poche settimane e vanno a inondare le scrivanie dei rappresentanti italiani al Consiglio UE.

Questo è utile agli attivisti antivivisezionisti che fanno lobby sul posto, i quali si incontrano coi rappresentanti del Consiglio e con la Presidenza (in quel momento è di turno la Svezia, che ha un atteggiamento positivo verso la protezione degli animali e la diffusione dei metodi alternativi, e questo è MOLTO importante).

7 dicembre 2009

In questa data vi è una riunione tra la Commissione Europea, il Parlamento Europeo, e il Consiglio dei Ministri, c'è stato un accordo fra le tre istituzioni sul contenuto della nuova direttiva, prima del passaggio della direttiva al Consiglio dei Ministri.

Le notizie che ne escono non sono buone: l'obbligo di una autorizzazione completa per tutti gli esperimenti su animali, che dovrebbe essere uno dei capisaldi della nuova direttiva, è stato indebolito, e anche l'obbligo di applicazione dei metodi alternativi è stato limitato, richiedendo agli sperimentatori di usare le alternative "approvate dalla legislazione Comunitaria", il che significa che non vi sarà obbligo di utilizzo di molti metodi alternativi scientificamente soddisfacenti solo perché questi non sono passati lungo il complicato iter burocratico di approvazione dell'UE.

Inizio 2010

Nei primi mesi del 2010, l'azione di lobby antivivisezionista si intensifica molto, con contatti coi consulenti del Consiglio dei Ministri e con la Presidenza svedese. Grazie a questo, i peggiori emendamenti votati dal Parlamento del maggio 2009 vengono eliminati e si torna alla situazione precedente.

Quello che a maggio 2009 era:
- No a imporre autorizzazione per tutte le procedure
Diventa invece un Sì.

Questo è molto importante, perché altrimenti la quasi totalità delle procedure sarebbe stata fatta in forma di notifica e non di autorizzazione, come avviene attualmente, e quindi sarebbe stato un nulla di fatto.

Secondo la Fondazione scientifica Dr. Hadwen Trust, i punti chiave positivi della stesura finale sono:

L'impegno ad aumentare lo sviluppo di metodi di ricerca senza animali, non solo per i test di tossicita' obbligatori per legge, come di fatto e' stato fino ad ora, ma anche nella ricerca medica di base.

Un altro punto e' quello dell'obbligo di ispezioni negli allevamenti e nei laboratori di sperimentazione animale, anche questo un aspetto che allo stato attuale e' molto trascurato; attualmente la legge non prevede un certo numero di ispezioni annuali obbligatorie, previste invece nella nuova direttiva.

Un terzo punto e' quello dell'obbligo di autorizzazione per tutti gli esperimenti, che come sappiamo attualmente non esiste, perche' la maggior parte delle sperimentazioni viene fatta in regime di notifica, cioe' chi fa l'esperimento notifica il Ministero della Salute, ma non e' obbligato ad attendere una esplicita autorizzazione. E' pero' anche vero che nella direttiva viene lasciato spazio di manovra agli Stati Membri per "annacquare" questo punto, e sara' quindi necessario vigilare sull'implementazione nazionale.

Maggio 2010

A questo punto la versione finale della direttiva viene pubblicata:
http://register.consilium.europa.eu/pdf/it/10/st06/st06106.it10.pdf

Questa verrà votata a settembre dal Parlamento Europeo in sessione plenaria.

La lobby pro-vivisezione non dovrebbe quindi avere più spazio per fare la sua opera distruttrice, i cui risultati in parte sono rimasti nella direttiva, ma che in parte sono stati invece risolti dall'azione antivivisezionista.

Dopo il voto del Parlamento, dunque, la battaglia si sposterà nei singoli Stati Membri.

2- Confronto tra la vecchie e la nuova direttiva: le novità positive

Dove è "migliore" la direttiva vecchia

In un punto solo, cioè sulla questione animali randagi, la direttiva vecchia è migliore, perché pone un divieto totale di uso, mentre quella nuova pone lo stesso divieto ma prevede una deroga per "casi eccezionali" e documentabili. Sarà necessario, in sede di implementazione nazionale, far sì che questa deroga non sia prevista.

Questione delle norme più rigorose a livello nazionale

La direttiva vecchia è più esplicita nell'affermare che a livello nazionale si possono implementare misure più rigide per la protezione degli animali. Essa afferma:
La presente direttiva non limita il diritto degli Stati membri di applicare, o di adottare, misure più rigide per la protezione degli animali utilizzati a fini sperimentali o per il controllo e la limitazione dell'uso degli animali in esperimenti.

In realtà, però, anche la nuova direttiva non afferma il contrario, anche perché non si potrebbe fare altrimenti.

Infatti all'art 2 la nuova direttiva afferma solo che:
Quando agisce conformemente al paragrafo 1, uno Stato membro non vieta o ostacola la fornitura o l'uso di animali allevati o tenuti in un altro Stato membro in conformità della presente direttiva, né vieta o ostacola l'immissione sul mercato di prodotti derivanti dall'uso di tali animali in conformità della presente direttiva.

Il che significa che non si può vietare l'importazioni di prodotti o animali vivi da uno stato membro che rispetta la direttiva europea. Ma non dice da nessuna parte che uno stato membro NON PUO' applicare misure più restrittive sull'uso di animali nel suo territorio. Quindi, se non lo vieta, si può fare, anche perché una direttiva non può, per sua natura, imporre una restrizione di questo tipo.

Va detto comunque che le associazioni internazionali che finora si sono impegnate nella lobby antivivisezione per questa direttiva, stanno ancora facendo pressione affinché anche nella nuova direttiva si espliciti il "non divieto" di adottare misure più rigide. Questa è in ogni caso solo una questione formale, perché già nella formulazione attuale tale divieto non c'è.

Dove è migliore la nuova

Esiste invece una lunga serie di punti positivi della nuova direttiva rispetto alla vecchia, che sono importanti specie per quelle nazioni che non hanno una legislazione più restrittiva, ma che semplicemente implementano la vecchia direttiva. In Italia abbiamo già una situazione favorevole perché in diversi campi (ma non in tutti) si implementano già norme più restrittive, ma in tanti paesi questo non avviene, quindi la nuova direttiva porterà in questi paesi dei miglioramenti.

Anche per l'Italia, comunque, vi saranno miglioramenti, specie per la parte che riguarda il rilascio delle autorizzazioni.

Ecco una breve panoramica delle novità positive della direttiva che sta per essere approvata, in ordine sparso. Questi sono tutti aspetti che nella direttiva vecchia NON ESISTONO e vengono introdotti solo con la nuova.

- Autorizzazione obbligatoria e istituzione di comitati nazionali consultivi

Questo è un punto molto importante, su cui c'è stata molta lotta tra lobby pro-vivisezione e antivivisezionista. In un primo tempo ha vinto la lobby pro-vivisezione, e l'obbligo di autorizzazione era previsto solo per le procedure con sofferenza "grave", mentre nella stesura finale l'obbligo è per TUTTE le procedure. Gli stati membri possono semplificare la procedura amministrativa SOLO per il caso di sofferenza "lieve" oppure per studi regolatori (cioè test di tossicità obbligatori per legge) purché non usino scimmie e non comportino sofferenza "grave".

E' da notare che ad oggi, né a livello europeo né a livello italiano esiste questo obbligo, e che quasi tutte le procedure sperimentali avvengono in regime di notifica, cioè lo sperimentatore notifica al Ministero della salute il fatto che inizierà una sperimentazione, ma non deve attendere nessuna autorizzazione, può procedere già subito all'esperimento.

Quindi questo nuovo obbligo è un miglioramento fondamentale, perché consente agli organi di controllo di NON dare l'autorizzazione quando ritengano che la sperimentazione non vada fatta, per vari motivi. C'è comunque un limite di tempo, cioè le risposte devono essere date entro 40 giorni, ma è anche obbligatoria l'istituzione di un comitato nazionale consultivo a tutela degli animali, che può vigilare anche sul rilascio delle autorizzazioni, e che avrà quindi la possibilità di intervento, in modo che l'obbligo di valutazione non sia bypassato dal Ministero, ma sia attuato davvero.

- Classificazione della sofferenza

E' previsto, e prima non esisteva, l'obbligo di indicare sulla richiesta di autorizzazione il "livello di sofferenza". Più alto è, maggiori sono gli obblighi per il rilascio dell'autorizzazione. I livelli sono: "lieve", "non risveglio" (cioè l'animale viene anestetizzato, viene usato nell'esperimento, e poi ucciso prima che si risvegli; è una categoria a parte perché non c'è sofferenza fisica nell'esperimento, ma c'è l'uccisione dell'animale), "moderato", "grave".

L'aspetto che lascia l'amaro in bocca è che viene definito come "moderato" (nell'allegato apposito) un livello di sofferenza che è in realtà molto alto, mentre viene definito "grave" solo quello che è vera e propria tortura.

E' anche molto amareggiante leggere tutta la lista di atrocità che si possono compiere sugli animali (allegato VIII), però non bisogna ingenuamente pensare che tutto questo sia concesso con la nuova direttiva e con la vecchia no. No, questo è sempre stato concesso, e anzi, con la vecchia direttiva tutto questo si può fare senza chiedere alcuna autorizzazione, ma solo inviando una "notifica" al Ministero della Salute!

Inoltre, va anche detto che è un bene che si esplicitino così le sofferenze cui gli animali sono sottoposti: almeno questo aprirà gli occhi a tante persone che dicono che "la vivisezione non esiste più". Se non è vivisezione quella, cosa lo è?!

La direttiva nuova prevede inoltre il divieto di usare animali in una procedura che "causi dolore, sofferenza o angoscia intensi che potrebbero protrarsi e non possano essere alleviati". Allo stesso tempo, però, ammette il livello di sofferenza "grave", quindi per ogni singolo caso di questo genere bisognerà dare battaglia per sostenere che quel livello di sofferenza non sia "grave" ma sia tale da vietare l'esperimento.

- Valutazione retrospettiva

Per ogni progetto deve essere eseguita una valutazione dopo la fine del progetto che espliciti quanto questo sia risultato "utile". Questo è non obbligatorio solo nel caso di progetti con sofferenza "lieve" o del tipo "non risveglio".

- Pubblicazione delle informazioni sui progetti

Anche questa è una novità importante: per ogni progetto che usa animali deve essere reso pubblico il suo contenuto, senza ovviamente dati personali o riservati, ma deve esserci una descrizione del progetto, degli animali usati e tutte le revisioni successive (che mostrano se quel progetto ha raggiunto i risultati cercati o se è stato inutile). In questo modo ci sarà maggior possibilità di agire legalmente contro la realizzazione dei vari progetti.

- Valutazione costi/benefici

Ogni richiesta di autorizzazione deve obbligatoriamente prevedere una valutazione dei costi (in termini di sofferenza degli animali) rispetto ai benefici attesi per la salute umana o animale. Questo deve essere fatto a cura di persone NON responsabili del progetto, per mantenere una reale indipendenza.

- Forme fetali di mammiferi e cefalopodi

Sono stati inclusi anche questi nell'ambito della direttiva, perché a oggi non sono compresi nella protezione e quindi su di loro poteva essere fatta qualsiasi cosa.
I cefalopodi sono i molluschi marini come le seppie, i calamari e i polipi, che pur essendo animali a tutti gli effetti e quindi senzienti finora sono stati esclusi.
Le forme fetali di mammiferi sono state incluse perché molti esperimenti vengono fatti su animali in gravidanza che causano malformazioni al feto e che comportano la nascita di animali molto sofferenti.

- Didattica e indagini medico legali

Questi 2 campi sono stati inclusi nella direttiva, prima non lo erano, il che significa che per esempio nella didattica non esisteva alcuna norma a livello europeo, quindi in tutti gli stati in cui non è stata inserita una norma apposita, si possono usare animali nell'insegnamento pre e post laurea senza alcuna regola, senza dover chiedere permessi o mandare notifiche agli organi di controllo.
La legge italiana norma già la didattica (anche se molto male, perché lascia scappatoie nell'applicazione), ma altre leggi nazionali no. Ora ci sarà l'obbligo di normare anche questo aspetto, non lasciare il completo far-west che vige oggi.

- Scimmie antropomorfe

E' stato inserito il divieto di uso di scimmie antropomorfe (non TUTTE le scimmie, solo gorilla, scimpanzé, bonobo, gibboni, orangutan) tranne in casi eccezionali. Questo è utile perché per alcuni esperimenti i vivisettori sostengono che solo queste specie (scimpanzé, in particolare) possono essere usate, e se vi è un divieto, di fatto questi esperimenti non si faranno più.

- Ispezioni

Anche qui alcune novità. Nelle vecchia direttiva non si prevedeva alcun obbligo sulle ispezioni in stabilimenti che utilizzano o allevano animali. Nella nuova sono previste ispezioni obbligatorie e a sorpresa, per almeno 1/3 degli stabilimenti utilizzatori deve esserci un'ispezione annuale, e per tutti quelli che usano scimmie l'ispezione è obbligatoria (ad oggi le ispezione non vengono fatte praticamente mai). Inoltre l'UE ha facoltà di controllare chi esegue le ispezioni per vigilare sul suo lavoro.

- Reinserimento degli animali che non saranno più usati in esperimenti

Esiste un articolo che parla esplicitamente di questo aspetto (nella vecchia direttiva esisteva solo mezza frase) e che obbliga, per tutte quelle specie in cui il reinserimento è consentito, che gli stabilimenti di allevamento e utilizzatori offrano la possibilità agli animali di socializzare.

- Metodi alternativi

Seppure non siano stati ottenuti in questo settore i risultati che si speravano, ci sono comunque novità positive nella nuova direttiva.

Viene istituito il "laboratorio di riferimento dell'Unione" per lo sviluppo e la convalida di metodi alternativi senza animali.

Inoltre, questi metodi alternativi vanno sviluppati anche per il campo della ricerca di base, non solo per i test regolatori come avviene adesso.

Gli stati membri devono individuare dei laboratori nazionali che portino avanti studi di convalida e che siano coordinati dal laboratorio dell'Unione.

La direttiva dice esplicitamente che "gli Stati membri assicurano che una procedura non venga eseguita qualora la legislazione dell'Unione riconosca altri metodi o strategie di sperimentazione per ottenere il risultato ricercato che non prevedano l’impiego di animali vivi" (art 13). Questo è di fatto un obbligo di uso dei metodi alternativi, anche se limitato dal fatto che questi debbano essere metodi "riconosciuti", quindi non è abbastanza, ma è meglio di adesso.

3 - Quello che si voleva ottenere e non è stato ottenuto

Abbiamo visto sopra le cose positive ottenute.

Quello che invece si voleva ottenere e non è stato ottenuto nonostante l'enorme ed encomiabile lavoro delle associazioni internazionali che hanno fatto lobby antivivisezionista a Bruxelles è qui elencato:

- Limiti restrittivi sul riuso degli animali in esperimenti successivi.
Questo non è stato ottenuto, rimane la situazione attuale, in cui il riuso di animali in più esperimenti è ammesso, con l'unico vincolo di non usarli più di una volta nelle procedure che "comportano intenso dolore, angoscia o sofferenza equivalente."

- Restrizioni sugli esperimenti sulle scimmie, per evitare il loro utilizzo in "esperimenti non essenziali che non riguardano situazioni di vita o di morte di condizioni debilitanti per gli esseri umani".
Questo non è stato ottenuto. Di fatto, le scimmie non antropomorfe si possono ancora usare, e anche per il divieto della loro cattura in natura si dovranno aspettare molti anni.


- Divieto per didattica, indagini medico-legali
Anche questi divieti non sono stati ottenuti, ma per lo meno didattica e medicina legale sono state incluse nella direttiva, prima non lo erano e quindi gli animali potevano essere usati in quei campi senza alcuna restrizione o autorizzazione, a livello europeo.

- Divieto di eseguire esperimenti che provocano sofferenze gravi
Non è stato ottenuto, ma solo il divieto su ogni procedura che "causi dolore, sofferenza o angoscia intensi che potrebbero protrarsi e non possano essere alleviati".

- Metodi alternativi
Alcuni passi avanti sono stati fatti, come sopra spiegato, ma quello che si voleva era un obbligo a usare qualsiasi metodi alternativo esistente, mentre la direttiva limita questo ai casi delle metodologia altermative "approvate dalla legislazione Comunitaria", il che significa che non vi sarà obbligo di utilizzo di molti metodi alternativi scientificamente soddisfacenti solo perché questi non sono passati lungo il complicato iter burocratico di approvazione dell'UE.

Conclusioni

Come già detto nell'introduzione, a causa della disparità di forze tra l'industria della vivisezione e gli attivisti antivivisezionisti, l'obiettivo finale, il solo che vogliamo, dell'abolizione della vivisezione è ancora lontanissimo, ed è molto difficile anche ottenere dei passi avanti per far uccidere meno animali.

Nonostante questo, grazie all'impegno serio e costruttivo di alcune associazioni, e al sostengo di tantissime persone in tutta Europa, è stato possibile porre un freno ai danni che stavano facendo i vivisettori e alla loro influenza sugli eurodeputati, ottenend a livello europeo qualcosa di positivo, dei piccoli passi nella direzione giusta, anche se rimane molto deludente che siamo ancora così lontani dagli obiettivi anche minimi che vorremmo.

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