I colombi e i monumenti di Venezia

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28/08/2007

Apprendiamo dalla stampa che il Comune di Venezia e la Soprintendenza vorrebbero condannare alla morte per fame i colombi di piazza San Marco perché "devastano" i monumenti. Ma i colombi sono davvero così "dannosi" o semplicemente chi si occupa dei monumenti non ha voglia di informarsi davvero su come risolvere il problema, e sceglie lo sterminio come facile "soluzione" che come al solito non risolverà invece nulla?

Ne parliamo con la dottoressa Fosca De Vita, biologa milanese che da anni studia i colombi cittadini, le loro abitudini, i comportamenti, le patologie, per verificare quanto sia fondato il discredito di cui i colombi godono e che è andato crescendo dagli anni '70 ad oggi. Le conoscenze acquisite, per molti versi sorprendenti, e che contrastano con quanto si sostiene sui colombi, l'hanno spinta a battersi per difenderli da chi, in cattiva fede, vede sempre e solo lo sterminio come soluzione, ma anche da chi, in buona fede, propone soluzioni che danneggiano comunque questi animali.

D:
Dottoressa De Vita, quanto si conosce, oggi, a livello scientifico, del colombo di città?

R:
Ben poco. Per tutti è stato più comodo trasferire sul colombo di città le conoscenze a disposizione, cioè quelle sui polli e sui colombi da allevamento i cui comportamenti sono falsati dalla forzata cattività e le cui patologie non si riscontrano tra i colombi in libertà.

D:
Su un articolo de La Repubblica del 4 agosto, troviamo scritto che i piccioni attaccano i monumenti appena reastaurati a colpi di becco, minacciando l'integrità delle statue. Come mai questo avviene?

R:
Ho letto su quell'articolo che il danno è nei confronti delle parti restaurate a gesso su cui si formano "muffe e microalghe di cui i colombi si nutrono". In realtà i volatili, specie i passeri, si nutrono non delle muffe e microalghe, ma del calcio di cui il gesso è formato, di cui gli uccelli abbisognano e che scarseggia, quando non manca completamente, nei cibi reperibili in una città. Se i restauratori avessero avuto a disposizione consulenti con conoscenza dei volatili, avrebbero potuto impiegare sostanze diverse dal gesso.

D:
Quindi anche questa è una colpa dell'ignoranza umana e non certo dei colombi o altri volatili... ma sembra che come "soluzione" la Soprintedenza di Venezia voglia adottare il divieto di alimentare i colombi, come si puo' leggere anche in una notizia piu' recente dell'ANSA (del 23 agosto). Cosa succederebbe in questo caso?

R:
Appare evidente che misure come quella di vietare ai cittadini di alimentare i colombi, possono essere consigliate solo da chi non sa cosa fare d'altro. Così pure dicasi dei mangimi "sterilizzanti" con sostanze quali la nicarbazina, somministrati a pioggia a maschi, femmine, giovani, adulti, nidiacei che ne ricevono addirittura doppia razione dai due genitori.

Nel primo caso si fanno morire di fame, nel secondo si avvelenano o si fanno morire di stress o di peritonite. Però sono le soluzioni più facili, avulse dalla conoscenza della specie, comunemente consigliate da chi manca di una politica globale di gestione della specie stessa.

D:
Quale può essere dunque una reale soluzione, che permetta la convivenza tra i colombi e gli umani?

R:
Una alimentazione adeguata diffusa sul territorio, che favorirebbe la diffusione dei colombi stessi sul territorio, ne diminuirebbe la concentrazione in centro e, paradossalmente, contribuirebbe alla diminuzione delle nascite. Infatti colombi adulti forti, adeguatamente nutriti, impediscono la nidificazione degli altri. Colombi giovani o malnutriti e deboli, nidificano e lasciano nidificare anche gli altri. Ecco perchè dopo avvelenamenti massicci o prelievi che decimano gli animali, in poco tempo, ne compare un numero superiore.

D:
Il colombo è visto da molte persone, a volte anche da quelle che, genericamente "amano gli animali" sempre in una luce negativa. Come porvi rimedio?

R:
Occorre scalzare la fama infondata dei colombi portatori di malattie, fama che si è venuta a creare e che è stata favorita da molte parti che contano e che ne hanno fatto un business, forti del fatto che nessuno conosce i colombi e può contestare quanto da loro asserito. La riabilitazione dei colombi sarà un lavoro lungo, ma è l'unico che favorirà la fiducia dei cittadini che li amano nelle amministrazioni comunali e la loro collaborazione alla gestione della specie ,compresa la limitazione delle nascite. Nel frattempo, avere cibo diffuso sul territorio, sarebbe un modo per evitare concentrazioni di animali .

D:
Quindi il consiglio da dare a chi si occupa della gestione dei centri storici della città, è quello di informarsi e procedere sulla base delle conoscenza scientifiche, e non a caso come oggigiorno procedono tutti...

R:
Diminuire i siti di nidificazione in centro, senza ricorrere ai respingitori metallici che sono mortali e cercare di conoscere più profondamente i colombi e il mio progetto nei cui particolari non entro in questa sede perchè non posso condensare in poche righe i 7 anni di studi quotidiani sui colombi di Milano, ma credo sia l'unico applicabile tenendo conto dei cittadini, dei monumenti e del benessere psicofisico dei colombi.

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