Condividi:
26/04/2008
I vaccini comportano una quantita' di test su animali molto maggiore rispetto agli altri farmaci.
Al contrario dei farmaci, che se non altro vengono testati solo al momento della prima messa in commercio, per i vaccini ogni lotto che esce dagli stabilimenti farmaceutici viene nuovamente testato su animali .
I pochi dati reperibili fanno pensare a un numero enorme di animali uccisi per questo scopo. Si potrebbero ridurre gli animali usati imponendo nuove linee guida per garantire un prodotto dalla qualita' piu' costante, usando i test in vitro già esistenti e sviluppandone di nuovi, e sveltendo le procedure burocratiche.
I vaccini sono purtroppo sempre più diffusi, specie nei paesi industrializzati, non solo a uso umano, ma anche ad uso veterinario, specie nella zootecnia: vengono così uccisi animali "di laboratorio" per consentire agli allevatori di sfruttare ancora di più gli animali "da macello".
E' facile immaginare che un nuovo vaccino, come un qualunque altro farmaco, costi la vita a molti animali di laboratorio: nella fase di ricerca e sviluppo prima, e nei test per l'approvazione per la messa in commercio poi.
Cio' che e' meno noto e' che ogni lotto di vaccino che esce dagli stabilimenti farmaceutici viene nuovamente testato su animali prima di entrare in commercio, e questo vale per tutti i tipi di vaccini: quelli per uso umano, veterinario e zootecnico.
I vaccini infatti, appartengono alla categoria dei cosiddetti "biologici" in quanto contengono micro-organismi opportunamente trattati, e non composti chimici di sintesi come altri tipi di farmaci. Gli attuali metodi di produzione non sono sempre tali da garantire la consistenza tra lotti diversi: quindi per ogni lotto devono essere nuovamente verificati i requisiti di sicurezza (che il vaccino non sia contaminato) e di efficacia (che il vaccino funzioni).
Vaccini entrati in commercio da decenni continuano quindi a comportare la morte di un gran numero di animali per l'esecuzione di questi test. Quanti? Non si sa, o meglio non si deve sapere. I pochi dati reperibili fanno pensare a un numero enorme di animali uccisi a questo scopo.
Nel 2003, nella sola Gran Bretagna sono stati uccisi oltre 31.000 animali (tra cui oltre 400 cani e piu' di 200 gatti) [1] solo per i test di vaccini ad uso veterinario-zootecnico. In Germania, negli anni '91-'93 la produzione di vaccini ad uso umano ha comportato la morte di oltre 63.000 animali (tra cui 400 scimmie) [2].
Ad esempio il vaccino "antipolio" viene testato per la neurovirulenza su due gruppi di scimmie: vengono infettate e poste sotto osservazione per una ventina di giorni; dopo essere state uccise vengono fatti gli esami istologici. I sintomi clinici dei preparati inettati non sono certo "leggeri". Possono portare alla paralisi o direttamente alla morte. Secondo i protocolli UE vengono usate da 70 a 94 scimmie per il test di ogni lotto.
Il vaccino antitetanico viene testato sui topi o sui maiali. Anche qui si infetta un gruppo di animali con dosi che possono portare alla morte o alla paralisi. Per ogni ciclo di test si usano dai 66 ai 108 animali. E' stato stimato che il 17% degli animali coinvolti in questo genere di test sia sottoposto a elevati livelli di sofferenza.
Oltretutto, gli animali che invece sopravvivono a questi test, vengono uccisi comunque e non sembra esserci, per il momento, possibilita' per loro di una eventuale adozione (cosi' come previsto dalla legge italiana 116/92) dopo "l'uso". Vengono uccisi sempre e comunque.
Questa sofferenza e' ineliminabile? No. Le direzioni in cui muoversi con l'obiettivo di eliminare l'uso di animali dai test di qualita' dei vaccini sono fondamentalmente tre.
Nuove linee guida nei processi produttivi e analisi chimiche per garantire un prodotto dalla qualita' piu' costante. Ulteriore sviluppo dei test in vitro e sierologici (ma ne esistono gia' molti). Eliminazione dei "doppioni" (molti test vengono eseguiti da piu' organismi di controllo), razionalizzazione e sveltimento delle procedure.
Quest'ultimo punto e' di particolare importanza ed e' una questione tutt'altro che "scientifica". Ad esempio lo sviluppo del metodo sierologico per il test di efficacia del vaccino antitetanico risale al 1986, nell'arco di 3 anni si e' avuta la validazione "in house" mentre per la validazione formale si e' dovuto aspettare il 1996, e nel 2004 il processo di inserimento di questo test nei protocolli ufficiali non era ancora completato. Sono passati piu' di 18 anni... e nel frattempo si e' continuato ad uccidere migliaia e migliaia di animali.
Il mercato dei vaccini e' in continua e forte crescita: si passa dagli oltre 6 miliardi di dollari nel 2003 agli attesi 22 miliardi nel 2008; quasi un quarto di questo enorme business e' relativo alla veterinaria [3]. Il mercato dei vaccini, dall'impostazione originaria che puntava a prodotti di basso costo da distribuire nel terzo mondo per sconfiggere le patologie piu' diffuse e letali, specie nell'eta' infantile, si sta orientando ora allo sviluppo di vaccini per adulti, quali ad esempio contro alcuni tipi di tumori, l'influenza e l'epatite, oltre che, in futuro, contro l'AIDS [4] (anche se probabilmente quest'ultimo filone di ricerche subira' un brusco rallentamento, dopo i fallimenti dei test sugli umani per i due vaccini piu' "promettenti" sugli animali).
In Francia i vaccini per cani e gatti rappresentano il 27% del mercato [5]: e' facile stimare che a livello mondiale la produzione di vaccini sia prevalentemente orientata agli animali "da reddito", cioè gli animali sfruttati negli allevamenti e uccisi nei macelli.
Senza addentrarci nella controversia sull'uso dei vaccini, o su come questo specifico mercato del farmaco sia decisamente orientato ad obiettivi di business piu' che "umanitari", una cosa la possiamo dire: dietro la bistecca non ci sono solo le sofferenze degli animali chiusi nei capannoni e poi macellati. Ci sono anche quelli che soffrono e muoiono nel segreto dei laboratori di vivisezione per creare vaccini.
Fonti
[1] RSPCA, Advancing animal welfare and the 3Rs in the batch testing of veterinary vaccines
[2] BUAV, RSPC e altri, The use of animals in vaccine testing for humans, 2005
[3] Reuters, Global Market for Vaccines Worth $36.3 Billion by 2013, gennaio 2008
[4] Terra Daily, Global Vaccine Market To Top 23 Billion Dollars, 8 febbraio 2007
[5] Global Information Inc., Veterinary Vaccines, agosto 2005
Hai un sito o un blog? Se vuoi in pochi secondi puoi avere un box con le ultime notizie di AgireOra aggiornate in tempo reale per i tuoi visitatori. Leggi come inserire il Box Notizie sul tuo sito!
Iscriviti alla Mailing list
Iscrivendoti accetti l'informativa sulla privacy.
"Papà, raccontami ancora di quando le persone hanno smesso di uccidere gli animali per mangiarli."
La storia che studieranno le prossime generazioni la stiamo scrivendo noi adesso. Facciamo in modo che sia una storia migliore per tutti gli esseri viventi.