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30/04/2016
Testimonianza di Marina
Ieri abbiamo organizzato a Trieste una presentazione in libreria, intitolata "I filosofi e gli animali - l'animale buono da pensare", con ospite il prof. Gino Ditadi, il filosofo teorico del biocentrismo che da decenni lavora sul tema del rispetto verso gli animali.
La conferenza è stata molto partecipata: sia come numerosità del pubblico che come interesse suscitato, incluse le varie domande finali. Una presentazione davvero toccante, che in più momenti ha riscosso il sentito e spontaneo applauso dei presenti.
Il concetto che ho trovato basilare, su cui il prof. Ditadi è tornato in più di un'occasione durante la conferenza - e anche nel rispondere alle domande del pubblico - è quello dell'errore di noi umani del considerare gli animali come fatti "per noi", la cui esistenza ha senso solo come strumentale alla nostra. Un errore compiuto dai "più forti" nel corso della storia e rivolto di volta in volta a qualcun altro da usare e sfruttare. Un esempio per tutti, quello della schiavitù.
Oggi tale visione, quando rivolta ad altri esseri umani, pare aberrante ai più, eppure tale aberrazione si perpetua verso gli animali non umani. Nessuna vita senziente è strumentale alle esigenze di qualcun altro. Ogni vita, ha sottolineato il prof. Ditadi, ha valore, ha un suo valore intrinseco, è una vita che vuole vivere, ha desideri, volontà, emozioni. Non vuole soffrire, vuole essere libera, vuole vivere secondo i suoi bisogni.
E noi, umani di ogni epoca e di ogni etnia, invece, l'abbiamo sempre soffocata, la vita degli altri animali. Li abbiamo sempre considerati cose, strumenti. E i più si sentono offesi, insultati, sminuiti, se si tenta di far capire loro che non abbiamo il diritto di porci "al di sopra" e di causare una quantità di sofferenza e di morte inimmaginabili ai più deboli che vogliamo dominare. Ma se ci sentiamo sminuiti da questo, siamo ben poca cosa: davvero ci serve esercitare tutta questa violenza sui più deboli per sentirci importanti? Per sentirci superiori? Se ci serve questo allora siamo davvero inferiori a ogni altro essere senziente e dobbiamo solo provare vergogna.
Alla domanda di una ragazza del pubblico che suonava più o meno: "Sarà possibile un giorno che la maggioranza delle persone capisca, come lo capiamo noi, che è sbagliato trattare in questo modo gli animali e rispetti la loro vita come facciamo noi?", il prof. Ditadi ha fatto capire che ciascuno di noi può avere le sue convinzioni in merito, ma non sono importanti, perché comunque, anche se pensiamo che ciò non avverrà mai, dobbiamo comportarci "come se". Nel senso che il nostro impegno deve essere quello di fare in modo che ciò accada, indipendentemente dal risultato finale. Non possiamo sapere se tale scenario si avvererà o rimarrà un sogno... ma se anche non si avvererà, avremo fatto quanto in nostro potere per rallentare il disastro, diminuire la sofferenza, rendere il mondo meno incivile.
Perché si tratta di una battaglia "per la civiltà", come ha sottolineato Gino Ditadi, "per ingentilire il mondo". Senza il rispetto per la vita, TUTTA la vita, la nostra specie non andrà da nessuna parte, si condannerà da sola a un ruolo distruttivo.
Un invito ad agire, dunque, perché non possiamo fermarci al "non far del male", dobbiamo anche fare in modo che gli altri non ne facciano a loro volta.
Tanti altri concetti importanti sono stati espressi durante la presentazione di Gino Ditadi, tanti spunti di riflessione, che non si possono riassumere in questo semplice resoconto.
Li possiamo però trovare nei suoi libri, di cui non posso che consigliare la lettura:
"I filosofi e gli animali", che documenta la posizione rispetto alla "questione animale" di molti filosofi, noti e meno noti, esaminati in ordine cronologico da Zarathustra, Anassimandro, Pitagora fino ad arrivare ai nostri giorni con Tom Regan, Claude Levi-Strauss e L.L. Vallauri.
Il volume contiene 475 note filosofiche e storico-critiche e testi inediti, rari o di difficile reperibilità ed è uno strumento indispensabile e documentatissimo per comprendere la genesi dello scontro uomo-natura e per individuare le possibili vie di uscita da una situazione insostenibile, senza precedenti.
"Dissertazione sopra l'anima delle bestie - e altri scritti filosofici", un'importante opera filosofica, poco conosciuta e dimenticata, di Giacomo Leopardi, insieme ad altri testi filosofici del recanatese, messi in rapporto con le osservazioni di Arthur Schopenhauer e Friedrich Nietzsche. L’Introduzione storico-critica, i Testi e i Documenti, raccolti e selezionati dal prof. Gino Ditadi, sono accompagnati da oltre quattrocento note dello stesso Ditadi.
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