Condividi:
Questa sezione vuole essere un manuale dettagliato per l'attivismo animalista. È destinato a crescere nel tempo, anche con i tuoi suggerimenti!
Per consigli pratici su "cosa puoi fare tu", cioè alcune iniziative specifiche da portare avanti, abbiamo preparato questa pagina con vari esempi di volontariato e attivismo a favore degli animali.
Come vedi, ce n'è per tutti i gusti: scegli l'attività che più ti si addice, e partecipa!
In generale: info di base
Per allestire un tavolo informativo, è sempre necessario richiedere un permesso:
Se si tratta di suolo pubblico (una piazza, una via, un marciapiede),
occorre chiedere il permesso in Comune, all'Ufficio Suolo Pubblico.
Le modalità variano da Comune a Comune, quindi occorre chiedere
informazioni preventivamente. Nelle città più grandi, occorre
solitamente effettuare la richiesta con 3 settimane di anticipo.
In ogni caso, occorre compilare un modulo, in cui si indica
il punto preciso in cui si vuole allestire il tavolo, la superficie
che si intende occupare, la data e l'orario.
Il tavolo deve essere posto in modo da non arrecare intralcio
alla circolazione (pedonale e automobilistica), e non deve
nascondere vetrine di negozi.
Il permesso è concesso gratuitamente, sia per associazioni, sia
per singoli o gruppi non-profit, occorre solo pagare una marca
da bollo.
Mentre non ci sono mai problemi se si è costituiti in associazione
(o se si ha in mano la delega di una associazione), il trattamento
riservato ai gruppi "non ufficiali" e ai singoli varia da posto
a posto, ed è quindi necessario informarsi prima. Se non sanno cosa
rispondervi, insistete, e fate la richiesta lo stesso.
Non c'è alcun motivo per cui non debbano concedervi l'autorizzazione,
anche se non fate parte di una associazione.
Se gli impiegati non dovessero intendere ragioni, scriveteci.
Se si tratta dell'interno di un'università (l'atrio di una Facoltà, per esempio), occorre chiedere il permesso al Preside della Facoltà, che potrà concederlo o meno, a sua discrezione.
Lo stesso accade per centri commerciali o altri luoghi privati: occorre accordarsi preventivamente col direttore.
Per eseguire un volantinaggio non commerciale su suolo pubblico (per strada, all'ingresso di un negozio, sul marciapiede antistante la scuola), di regola non è necessario richiedere un permesso. Tuttavia, alcuni Comuni hanno deciso di tassare anche questa attività informativa e non commerciale, quindi, per evitare multe, conviene informarsi presso l'Ufficio Pubblicità del Comune (o dell'ente designato dal Comune). Si tratta di solito di pochi euro per persona, ma bisogna dichiarare la data in cui si fa il volantinaggio e in quante persone, quindi occorre organizzarsi per tempo. In molti casi, l'Uffio Pubblicità vi risponderà che il volantinaggio informativo non è a pagamento, ma a volte chiedono comunque di essere notificati della date in cui si svolge.
Se il volantinaggio e' di protesta, non genericamente informativo (es. davanti a un circo, a una macelleria, a una pellicceria, ecc.), conviene notificare la questura della città come se fosse un presidio, quindi seguite le istruzioni del capitoletto successivo (siti-in/presidi e manifestazioni). Questo solo perché il gestore del posto obiettivo della protesta probabilmente chiamerà i vigili o la polizia, e quindi, anche se in teoria non è necessario, è meglio avere in tasca una copia della notifica fatta alla questura.
ATTENZIONE:
Certi Comuni hanno emanato un'ordinanza in base alla quale in
certe zone non si può fare volantinaggio.
Quindi, oltre al fax in questura conviene informarsi presso
l'Ufficio Relazioni con il Pubblico, oppure i Vigili Urbani.
Il problema è che non è detto che vi dicano la verità, per ignoranza o per cattiva fede. Queste ordinanze nella quasi totalità dei casi valgono solo per volantinaggi commerciali, ma questo non vi verrà detto, a meno che non insistiate.
Quindi:
se vi dicono che non c'è alcuna ordinanza, ok;
se vi dicono che l'ordinanza vieta solo il volantinaggio commerciale, ok;
se vi dicono che TUTTI i tipi di volantinaggio sono vietati, in tutta la citta', o nella zona di vostro interesse, allora dovete farvi dare copia dell'ordinanza e controllare che sia così, perché è già successo che impiegati del Comune avessero comunicato che il divieto era per ogni tipo di volantinaggio e invece era solo per quello commerciale... Se è davvero così, potete scegliere di volantinare lo stesso e minacciarli di far ricorso al TAR se vi dicono qualcosa, perche' non possono vietare di manifestare le proprie idee. Sta a voi decidere quanto esporvi.
In ogni caso, è bene segnarsi data e ora della richiesta e con chi si è parlato.
Se siete già sicuri che non vige alcuna ordinanza particolare, ignorate questa precisazione.
Per un sit-in/presidio in un posto preciso, con o senza distribuzione di volantini, con o senza esibizione di cartelli e striscioni, occorre inviare un fax di notifica alla Questura. È comunque sempre necessario specificare il numero di persone che parteciperanno, almeno indicativamente.
In alcune città la notifica non va fatta alla questura, ma alla polizia municipale o al commissariato di zona: informatevi presso la polizia, così poi saprete come muovervi.
In alcune città la notifica può essere inviata via fax, in altri casi bisogna recarsi lì di persona. La questura normalmente NON risponderà alla notifica: solo se, per motivi ben precisi, non intendono concedere il permesso, verrete contattati (o in caso di richiesta di maggiori informazioni).
Potete usare come modello per la notifica, questo messo a disposizione
sul sito della Polizia di Stato:
img.poliziadistato.it/docs/Richiesta_pubblica_manifestazione.pdf
È a disposizione questo esempio già pronto da scaricare e
modificare, dovete completare i dati dove sono indicate delle XXX, e
inoltre cambiare le date, i luoghi, e la spiegazione di come è
organizzato il presidio e perché. Questo modello è utile
perché mostra cosa scrivere in generale nella descrizione del
presidio, poi occorre togliere quello che non c'è (ad esempio,
se non avete il megafono, non citatelo nella richiesta, se non avete
il video, nemmeno, ecc.).
www.agireora.org/download/comunicazione_facsimile_presidio.rtf
Nel fax potete anche specificare che "i partecipanti al presidio saranno presenti a titolo personale e non rappresentano alcuna associazione".
Ricordate che in ogni caso, ciascuno è responsabile per se stesso, delle sue azioni e delle cose che dice, NON è il mittente del fax ad essere responsabile anche per gli altri.
Per il caso di manifestazioni con corteo, invece, è necessario ottenere un esplicito permesso, e presentare la richiesta con diverse settimane di anticipo, concordando con la Questura il percorso del corteo e recandosi in Questura di persona.
Per l'affissione di manifesti negli appositi spazi previsti da ciascun Comune, va tenuto presente che alcuni spazi sono a pagamento, altri gratuiti.
Per quelli a pagamento, l'affissione viene fatta direttamente dall'Ufficio Affissioni del Comune stesso. Per iniziative non-profit, generalmente la tariffa è più bassa (mediamente del 50%) rispetto ai normali manifesti pubblicitari, ma varia da Comune a Comune. Per una città medio-grande, il costo è di circa 1.50 euro per l'esposizione per 15 giorni di un manifesto 70x100 cm. Il costo è direttamente proporzionale alla superficie del manifesto e al tempo di permanenza.
Attenzione: dall'aprile 2005, ogni Comune ha l'obbligo di fornire GRATUITAMENTE alle associazioni un minimo di 10% degli spazi totali, di dimensione 70x100.
Informatevi presso il vostro Comune su come usare questi spazi. Il problema, solitamente, è che chiunque può attaccarci sopra altre cose, quindi quel che succede spesso è che il giorno dopo i vostri manifesti sono già coperti da altri (di solito di partiti politici). Valutate cosa conviene fare: se nel vostro Comune le affissioni gratuite sono "vivibili" (cioe' i manifesti durano qualche giorno) usatele, sennò conviene usare quelle a pagamento, perché altrimenti si sprecherebbe il materiale.
Per esporre invece una locandina nelle vetrine di negozi e bar, oltre a chiedere il permesso del negoziante, occorre far apporre l'apposito timbro - che di solito per iniziative non-profit e senza sponsor è gratuito, ma non sempre, dipende dal Comune - sulla locandina presso l'Ufficio Affissioni del Comune. Non occorre essere un'associazione, lo può fare un gruppo o un privato. Se la locandina viene posta invece all'interno del negozio, e non in una vetrina che dia sulla strada, non è necessario alcun timbro.
La stessa regola vale per l'affissione di locandine all'interno di altri luoghi pubblici: biblioteche, sale d'aspetto, ecc.: è sufficiente avere il permesso del gestore o proprietario.
Ad oggi esiste già una grande varietà di materiale informativo, generico, o legato a specifiche campagne. Prima di creare il tuo volantino o opuscolo, ti invitiamo quindi a visitare il sito di AgireOra Edizioni per vedere se c'è qualcosa di pronto che faccia al caso tuo.
Creare un volantino, un opuscolo, una locandina, su uno specifico argomento, è un lavoro da farsi sempre con cura, e a cui dedicare molto tempo.
Prima domanda: è necessario creare un nuovo volantino? Controllate se non esiste già qualcosa che faccia al caso vostro.
Che cosa volete comunicare? Iniziate a definire i punti principali, costruendo lo "scheletro" del volantino o dell'opuscolo. Attorno allo scheletro costruite poi il testo vero e proprio.
E' importante dare una struttura al testo: spezzatelo in sezioni, ciascuna con un titolo ben evidente e riassuntivo del testo che contiene.
Rileggete il testo più volte, cercando di renderlo più scorrevole e di eliminare tutto il superfluo. Tagliate il più possibile, per rispettare le esigenze di impaginazione. Fate poi leggere il testo a una persona che non sappia niente dell'argomento, e che faccia parte del vostro "target": uno studente se il volantino è destinato alle scuole, persone di varie fasce d'età se è destinato a tutti.
La grafica e l'impaginazione: non è sempre necessario arricchire il testo con molti disegni, ma una grafica e una impaginazione professionale renderanno il vostro volantino più efficace. L'impaginazione è particolarmente importante per mettere in risalto i punti salienti.
Colore o b/n? Tipografia o fotocopie? Teniamo presente che al giorno d'oggi la stampa in tipografia non ha un costo altissimo e si può fare anche per una tiratura bassa, ad esempio per 500 volantini. In questo caso conviene optare per una versione a colori, spesso il costo è lo stesso. Tenete anche conto che stamparne 100, 500 o 1000 ha un costo quasi uguale, se la stampa avviene in tipografia, quindi meglio farne di più! Conviene invece fare semplici fotocopie in bianco e nero nel caso bastino 2-300 copie o meno.
Molte delle attività proposte da AgireOra possono essere svolte da singoli individui, o da mini-gruppi di 2-3 persone, ma in altri casi è utile essere più numerosi. E' bene quindi cercare di organizzare un gruppo locale di persone che vogliano dedicare parte del loro tempo all'attivismo animalista.
Il gruppo può anche essere una delegazione o sezione di una associazione nazionale, ma riteniamo sia più utile, nel fondare un nuovo gruppo, mantenersi indipendenti e svincolati. Oggi è facile coordinarsi, usare materiali esistenti e crearne di nuovi mettendoli a disposizione degli altri e quindi vi è alcuna necessità di legarsi a una specifica associazione.
AgireOra Network nasce anche per questo: fornire strumenti e coordinamento alle singole persone che intendono diventare attivisti per gli animali.
Creare tanti piccoli gruppi anziché un unico gruppo cittadino o provinciale, non è solo utile, ma indispensabile: è difficile lavorare efficacemente in gruppi troppo grandi (si perde più tempo a discutere e a decidere quando riunirsi che a lavorare), mentre piccoli gruppi (da 4 a 20 persone, indicativamente) possono funzionare molto meglio.
All'interno della stessa città o provincia è comunque importante la comunicazione e il coordinamento con altri gruppi simili, in modo che ogni iniziativa possa avere la partecipazione di tutti, pur mantenendo ciascuno la propria indipendenza.
Per formare un gruppo locale, occorre innanzitutto raccogliere un po' di persone. Per cominciare ne bastano 3 o 4, le altre verranno col tempo. Alcune idee per contattare altre persone:
Scrivici indicando la provincia in cui ti trovi: se abbiamo recapiti di altri attivisti in zona, te li passiamo, altrimenti possiamo mandare un appello in Mailing list AgireOra. Scrivici su info@agireora.org
affiggere un annuncio, in biblioteche, negozi (ad esempio di alimentazione naturale, vegano o vegan-friendly), del tipo:
Se siete studenti universitari, potete organizzare un gruppo di lavoro che agisca per lo più all'interno dell'università, e per iniziare potete pubblicare degli annunci nelle varie bacheca, fisiche ed elettroniche, della vostra università.
Far girare lo stesso annuncio nelle liste e forum animalisti: contattateci se cercate persone nella vostra città, metteremo l'annuncio nel nostro Calendario Eventi!
Iniziare ad allestire dei tavoli informativi, anche se siete solo in due: sarà un'occasione per "reclutare" altri volontari!
Scrivere una lettera a un giornale locale, o contattare una radio locale, indicando nel vostro messaggio che siete alla ricerca di altre persone del posto per formare un gruppo di attivisti per gli animali.
Una volta raccolte un po' di persone (non ne occorrono molte, anche solo 3 o 4 vanno bene per iniziare) bisogna definire un primo incontro per organizzarsi, e poi in seguito è bene prevedere almeno una riunione al mese (oltre alle telefonate ed email quotidiane) per discutere tutti assieme.
Per iniziare, è più semplice tenere le riunioni a casa di qualcuno: non si spende niente, e non è necessario prenotare alcuna sala.
Per ogni riunione, specie per la prima, è bene stabilire un ordine del giorno: una serie di argomenti di cui discutere - ciascuno può portare una sua lista - in modo da non perdere tempo. Una persona si dovrà incaricare di redigere un resoconto della riunione, indicando i nomi dei presenti, gli argomenti discussi, e le decisione prese. In questo modo tutti potranno essere informati dell'attività in corso, compresi gli assenti.
Il genere di attività del gruppo potrà variare man mano che passa il tempo, quindi non deve essere "scolpito nella pietra", però è bene definire almeno le intenzioni iniziali.
Alcune idee sul "cosa fare" sono definite nelle successive sezioni di questo "manuale", quindi avete ampia scelta. Potete decidere inizialmente di focalizzarvi su un solo argomento e su un solo genere di attività, ed evolvere poi col tempo.
E' importante decidere alcune attività immediate da portare avanti: volantinaggi, tavoli informativi, incontri nelle scuole, e definire nel dettaglio "chi fa che cosa".
Il grado di esperienza dei vari partecipanti sarà diverso, e occorre tener conto di questo quando si decidono le attività da svolgere.
Ciascuno può mettere a disposizione le proprie competenze: chi sa realizzare cartelloni, chi impaginare volantini, chi sa scrivere, chi sa parlare con la gente.
Per tutti, deve valere la regola della "serietà e affidabilità": se si dà la propria disponibilità per una data iniziativa, un certo giorno a certa ora, non si deve mai tirarsi indietro all'ultimo momento, tranne ovviamente in casi di inderogabile necessità, cioè malattia o gravi problemi in famiglia. Impegni lavoro di solito non sono una inderogabile necessità, si possono rimandare, specie se la data per l'attività animalista era già stata fissata prima, quindi non usateli come giustificazione.
E' importante anche l'indipendenza: l'attività animalista di ciascuno non si esaurisce all'interno del gruppo. Ciascuno può fare parte di altri gruppi (ad esempio, lavorare in un canile) o portare avanti da solo altre attività. Lo spirito di gruppo può avere la sua importanza, ma non lasciatevi mai accecare da questo, e non siate tanto "campanilistici" da vedere come "avversari" altri gruppi del vostro stesso genere: non è importante apparire, ma fare.
Per le attività proposte da questo sito, le spese non sono elevatissime (non si tratta di gestire un rifugio per animali, nutrire e curare decine di cani e gatti, per esempio), ma sicuramente servono fondi per: fotocopie, stampe in tipografia, spese di spedizione, acquisto di materiali vari.
E' quindi necessario trovare un modo di raccogliere fondi. Qui proponiamo alcune idee, ma se ne avete altre da suggerire
le accetteremo ben volentieri!
Lo scopo principale dei tavoli informativi non è quello di raccogliere fondi, ma di distribuire materiale. Eppure, questo è anche il metodo più semplice per assicurarsi delle entrate costanti. Con un tavolo informativo alla settimana, più altri organizzati in occasione di mercatini e fiere, si può parzialmente finanziare l'attività del gruppo.
E' importante porre bene in vista sul tavolo una scatola con la scritta OFFERTA LIBERA ben chiara. E' ancora più efficace se accanto alla scatola mettete un cartello "1 euro per gli animali!", e se chiedete esplicitamente a chi si ferma al tavolo di lasciare un'offerta (anche se di solito non serve chiederlo).
Al tavolo si possono anche vendere magliette o gadget, ma attenzione: in questo caso, scegliete solo pochi articoli, altrimenti anziché un tavolo informativo avrete un tavolino di chincaglieria!
Perché la cena serva davvero a raccogliere fondi, occorre NON organizzarla in un ristorante (a meno che non si tratti di un gestore simpatizzante che vi lascia una buona fetta di incasso), ma in proprio: in questo modo si possono tenere i prezzi bassi (e avere così una più massiccia partecipazione) e avere un ampio margine di guadagno.
Occorre affittare una sala sufficientemente capiente (50-100 posti) e dotata di cucina. In ogni città ci sono circoli culturali o sportivi che dispongono di sale di questo genere, e l'affitto di solito è modico.
4-6 persone devono essere disponibili a dedicare un'intera giornata a fare la spesa e cucinare, e almeno 5-6 a pulire la sala, servire in tavola, e pulire tutto dopo.
Chi cucina deve avere esperienza: i cuochi improvvisati difficilmente hanno successo. Non occorre avere esperienza di cucina per grandi numeri, quella viene man mano, ma bisogna sicuramente essere bravi a cucinare.
La prima volte sarà difficile dosare gli ingredienti, e si avanzerà un sacco di cibo: ma servirà di lezione per le volte successive!
Il menu ovviamente deve sempre essere vegan: non si possono fare cene animaliste basate sull'uccisione di animali, è una contraddizione in termini!
Usate ingredienti poco costosi, ma preparate piatti appetitosi, vari e abbondanti. Il pubblico sarà soddisfatto e ritornerà le volte successive!
Per far pubblicità all'evento, potete spargere la voce tra amici e conoscenti, preparare un volantino con l'indicazione del luogo, data e ora, il menu, il costo della serata, e la data entro la quale si chiudono le prenotazioni. Il volantino può essere diffuso nei negozi di alimentazione naturale, o nei luoghi di lavoro, università, ecc., ma anche nei bar, panetterie e negozi vari. Particolarmente utile in questo caso è avere un indirizzario elettronico di "simpatizzanti" da utilizzare per pubblicizzare le cene.
Attenzione alle prenotazioni: devono arrivare, in tempo reale, a una sola persona, altrimenti si rischia di sforare il numero massimo di partecipanti!
Una delle attività principali dei gruppi locali è proprio quella di diffusione di informazioni sulle varie tematiche animaliste. Diamo qui alcuni spunti su come portare avanti questo genere di attività.
ATTENZIONE: esperienza e riflessione ci hanno portato a concludere che
la sensibilizzazione e l'educazione hanno senso solo in quegli ambiti
in cui il singolo ha potere decisionale. Che un non cacciatore dica di
essere contro la caccia o che facciamo diventare antivivisezionista uno che
non fa il vivisettore, non cambia le cose, non salva animali. Far diventare
vegana una persona che non lo è, salva animali, subito. Quindi: nei
campi in cui il singolo può agire, insistere con l'educazione; negli altri
campi valgono molto di più le pressioni, i boicottaggi diretti sugli aguzzini,
e la sensibilizzazione degli altri serve solo per raccogliere altri attivisti,
quando è fine a se stessa diventa tempo perso.
Uno dei metodi alla portata di tutti per distribuire materiale informativo, parlare con le persone, raccogliere firme sulle petizioni in corso, e raccogliere fondi per le proprie attività, è il tavolo informativo.
Il tavolo informativo si può allestire in maniera continuativa, tutte le settimane o almeno 1-2 volte al mese: così si potranno trarre i massimi benefici. Ma anche farne uno ogni tanto vale comunque la pena.
Conviene effettuarlo di sabato pomeriggio, nelle vie del centro, quando vi è un grande afflusso di persone. Oppure nei mercatini a tema che vengono organizzati, soprattutto nei paesi, di domenica.
Occorre organizzare preventivamente un calendario con i turni dei volontari che si impegnano in questa attività. È bene essere sempre in due per turno, anche tre se si prevede molto afflusso di persone. È importante che i volontari siano affidabili, altrimenti il tavolo rischia di saltare ogni volta.
Per trovare il posto adatto, in centro città conviene fare un sopralluogo, per capire quali sono i luoghi più frequentati. Occorre poi chiedere il permesso (vedi permesso per tavoli informativi) con il dovuto anticipo, specificando l'indirizzo preciso.
E' utile scegliere un posto sotto i portici, così la pioggia non potrà impedire il lavoro.
Oltre ai mercatini di paese sopra citati (che spesso sono molto più redditizi dei tavoli in città sia in termini di materiale distribuito che di fondi raccolti), si può allestire il tavolo nei corridoi dei centri commerciali, accordandosi preventivamente con i gestori, oppure all'ingresso di fiere e saloni.
Come tavolo viene comodo utilizzare quello da tappezziere, che può essere acquistato nei negozi di fai da te o di tappezzeria: si piega in 3 parti e si può trasportare con una maniglia; si monta velocemente, ed è lungo 3,30 m e largo circa 50cm; il suo costo si aggira intorno ai 70-100 euro.
Sopra il tavolo occorre sistemare una tovaglia di stoffa realizzata appositamente, e sul davanti appendere uno striscione - di stoffa o di cartoncino plastificato - che riporti chiaramente il nome del gruppo (e quindi il suo scopo).
I pannelli "a libro", di legno o di plastica, da appoggiare per terra, su cui attaccare foto e locandine, sono molto utili per attirare l'attenzione. Le dimensioni dovrebbero essere di circa 100x70 cm. Due di questi pannelli possono essere posizionati ai lati del tavolo. Pannelli leggeri e maneggevoli possono essere realizzati con dei fogli di plastica profilata (quella leggera, sul genere di quella di cui sono fatte le valigette di plastica): sul lato superiore vanno uniti tra loro con due anelli di metallo (o con del fil di ferro), a metà altezza, sui due lati, va legata una cordicella che mantenga unite le due facciate.
Oppure sono molto comodi i pannelli di una sorta di polistirolo (ma molto più compatto) che vendono nelle grandi cartolerie e che possono essere posizionati a libro fermati da 2 clip metalliche in alto.
Le foto e le locandine vanno incollate sopra i pannelli con del nastro biadesivo o meglio ancora con del "patafix" (che si può staccare senza rovinare nulla), e ogni facciata va poi ricoperta con nylon, per protezione contro la pioggia, se le foto e locandine non sono plastificate.
Cosa mettere sul tavolo? Dipende dall'argomento del tavolo! Se si vuole fare un tavolo monotematico, ad esempio sulla vivisezione, si sceglieranno volantini, opuscoli, filmati sull'argomento. Se si vogliono invece toccare più tematiche animaliste, si presenterà una maggior varietà di materiale.
In ogni caso, una linea guida per sistemare il materiale sul tavolo può essere questa:
Davanti, al centro, le petizioni da firmare.
Le petizioni
sono utili per attrarre il pubblico, che è sempre ansioso di
"firmare" perché ha così l'impressione di fare qualcosa di
concreto. L'utilità o meno della petizione dipende dalla
singola campagna e da come gli organizzatori la stanno portando
avanti: solitamente si raccolgono firme per vari campagne
organizzate da altri, oltre eventualmente a una propria.
Vi consigliamo di prepararne almeno due
relative ad argomenti
differenti, uno controverso e uno molto "popolare", come caccia o
pellicce. E' bene tenere non più di 4 petizioni diverse sul tavolo,
perché il pubblico difficilmente ne firma più di 4.
In ogni caso, è utile spiegare ai visitatori il contenuto
delle petizioni, per informarlo su quell'argomento specifico.
Conviene tenere insieme le petizioni con una "clip", in modo da mantenerle ferme, e nei
giorni ventosi si possono fissare avvolgendo una striscia elastica intorno alla parte
superiore dei fogli.
Su uno dei lati del tavolo, ad esempio il lato destro,
conviene sistemare i vari libri in vendita.
I libri vanno venduti al prezzo più basso possibile (poco
più del prezzo di costo), e il pubblico va invitato
all'acquisto, dicendo "se le interessa, abbiamo questi libri su
vari argomenti...", seguito dalla descrizione di 3-4
libri che vi interessa particolarmente diffondere.
Una scelta di libri si trova nel
catalogo libri di AgireOra Edizioni
Accanto ai libri si può disporre un album fotografico con una raccolta di immagini che mostrino diversi esempi delle crudeltà inflitte agli animali. Sono disponibili varie foto sui siti animalisti, ad esempio le due mostre fotografiche.
Una parte dello spazio, ed esempio parte del lato sinistro, può essere riservata a magliette e gadgets, ma attenzione: in questo caso, scegliete solo pochi articoli, altrimenti anziché un tavolo informativo avrete un tavolino di chincaglieria! Lo spazio, sul tavolo, non basta mai, quindi bisogna riservarne solo una piccola porzione alle cose da vendere.
Tutto il resto dello spazio (la parte centrale dietro le petizioni, e la parte sinistra) va riservato al materiale informativo in distribuzione gratuita. Fate una pila con almeno 20-30 pezzi di ogni volantino o opuscolo, e dite a ogni visitatore che tutto il materiale informativo è gratuito.
Per quanto riguarda la scatola delle offerte, si consulti la sezione dedicata alla raccolta fondi.
È importante conversare il più possibile coi visitatori: spiegare loro le petizioni, spiegare in modo più approfondito un dato argomento, rispondere alla loro domande, invitarli a diventare vegani (qualsiasi sia l'argomento del tavolo: una persona interessata a temi legati agli animali è di sicuro un terreno più fertile rispetto alla persona media). Invitarli ad acquistare un libro, e dar loro, sempre, almeno qualche opuscolo e volantino. Eventualmente si può chiedere un'offerta ai più frettolosi (quelli che firmano, prendono l'opuscolo, e non si fermano a parlare), perché quelli che si fermano di più di solito l'offerta la danno comunque.
Solitamente non si incontrano persone con cui litigare: chi si ferma al tavolo è già interessato a quelle tematiche, è molto difficile che a un tavolo antivivisezionista, ad esempio, si fermi un vivisettore o un filo-vivisezionista.
In ogni caso, bisogna essere preparati sull'argomento, sia per dare informazioni aggiuntive corrette, sia per, nei rari casi in cui questo è necessario, rispondere alle obiezioni.
Ogni attivista ai tavoli deve quindi aver letto e studiato tutti gli opuscoli e volantini presenti, e almeno qualche libro. Persone con meno esperienza vanno affiancate ad altre con più esperienza. Chi presenzia al tavolo per la prima volta, andrà aggiunto alle persone più esperte di turno quel giorno, non messo "al posto di" una di loro: in questo modo potrà osservare, e partecipare nel momento in cui se la sente.
Va da sé che ai tavoli bisogna sempre essere cortesi, e non litigiosi (a meno che non capiti a tiro un cacciatore, ad esempio!) ed esporre il proprio punto di vista con tono, anche appassionato, ma mai supponente del tipo "io so tutto e tu non sai niente". Bisogna anche essere pazienti.
Nei normali tavoli informativi sono sempre presenti dei tabelloni con foto, oppure un album fotografico, ma ogni tanto conviene allestire una vera e propria mostra fotografica su un dato argomento. Le mostre, anche se più impegnative da organizzare, sono efficaci, perché colpiscono il pubblico con una serie di immagini molto forti.
Sono attualmente disponibili alcune mostre fotografiche "preconfezionate": vengono fornite le foto, le didascalie, i testi di accompagnamento, e le istruzioni per l'allestimento.
Ecco dove trovarle:
Le conferenze possono essere organizzate in università, biblioteche, circoli, o sale affittate appositamente.
Non è obbligatoria una particolare attrezzatura, ma è utile avere a disposizione un computer con proiettore (molte sale per conferenze, anche non troppo costose, offrono questa attrezzatura).
Il vero problema delle conferenze è quello di raccogliere un numero sufficiente di "uditori": se il pubblico è scarso, la conferenza diventa una perdita di tempo. Occorre quindi decidere la data della conferenza e fissare il luogo almeno un mese prima, due mesi nel caso di un ciclo di conferenze, e poi diffondere la notizia, in vari modi:
Diffondendo un volantino ben impaginato, che, fotocopiato in A3 può diventare anche una locandina. Il volantino/locandina si può appendere in tutti i posti citati nella sezione: Distribuzione di materiale in luoghi pubblici.
Via email e nelle bacheche elettroniche: per questo potete inviare una notifica al nostro Calendario Eventi: provvederemo a pubblicarla sul sito e diffonderla via email.
Via email al vostro indirizzario locale, includendo tutti i gruppi e associazioni animalisti della vostra zona.
Inviando comunicati stampa ai giornali, periodici, radio e TV locali, un mese prima (ai mensili e bisettimanali), poi di nuovo due settimane prima e poi di nuovo la settimana stessa della conferenza.
Nel luogo in cui si tiene la conferenza conviene allestire anche un tavolo informativo, così che il pubblico possa, prima e dopo la conferenza, prelevare materiale informativo gratuito, acquistare libri, chiedere informazioni, lasciare il proprio recapito per future comunicazioni, o anche lasciare qualche offerta.
A seconda del tipo di pubblico si può mostrare o meno un video sull'argomento: ad esempio, durante una conferenza sulla sperimentazione animale si può mostrare un video recente sugli orrori dei laboratori, però conviene farlo ALLA FINE della conferenza, per non distrarre o allontanare il pubblico. Se si tratta di un pubblico di attivisti, e la conferenza serve ad invitarli all'azione, meglio invece mostrare il video prima, così ogni considerazione e analisi andrà a colpire persone la cui attenzione è in quel momento ben focalizzata sulle atrocità commesse sugli animali.
L'ultimo, ma non certo per importanza, problema è quello di trovare un relatore preparato sull'argomento. Se l'argomento è abbastanza generico e non occorre una preparazione approfondita, è sufficiente che una persona volonterosa studi per qualche giorno, prepari una relazione, delle slide, e faccia delle "prove di esposizione" ad alta voce.
Per argomenti molto specifici, occorre invece trovare un relatore già esperto dell'argomento.
Per richiedere un relatore esperto in antivivisezionismo, scrivete a NoVivisezione.org
Per richiedere un relatore esperto negli aspetti nutrizionali dell'alimentazione vegan, scrivete a Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana.
In ogni caso, è importante "prenotare" il relatore con almeno un mese e mezzo di anticipo.
Nelle scuole si possono tenere conferenze, esattamente dello stesso tipo descritto al punto precedente. Il grosso vantaggio è che in questo caso non occorre pubblicizzare l'evento, perché le conferenze si tengono in orario di lezione, ed il pubblico è assicurato.
Il problema è piuttosto quello di riuscire a trovare uno studente o un insegnante sufficientemente interessato ad organizzare la conferenza. Se si viene contattati direttamente da qualcuno all'interno della scuola, è facile, altrimenti risulta piuttosto complicato: inviare semplicemente una lettera al preside, offrendo la possibilità di organizzare una conferenza, di solito non basta, risponde una scuola su 50.
Per la conferenza conviene riunire più classi (almeno 3) nell'aula magna, o in un'aula abbastanza capiente. Se non sono disponibili aule grandi, si può ripetere la conferenza a vari gruppi di classi, di seguito.
Per la scelta del relatore, vale quanto esposto al punto precedente.
Conviene portare del materiale informativo (opuscoli, volantini) riguardante l'argomento della conferenza, da lasciare poi agli studenti al termine (NON prima, altrimenti lo leggono anziché ascoltare la conferenza!) della relazione, nonché alcune copie di libri da lasciare alla biblioteca della scuola, in omaggio, in modo che gli studenti maggiormente interessati possano richiederli.
Riguardo al video, se lo si fa vedere conviene in ogni caso farlo vedere dopo l'esposizione del relatore, magari prima di parlare del "cosa puoi fare tu". Se la conferenza è tenuta durante una giornata di autogestione, anche i video più "forti" si possono far vedere, se si tratta di una conferenza organizzata durante le ore di lezione, con l'insegnante presente occorre accordarsi prima, almeno per i video più forti, mentre per quelli più blandi non ci sono problemi, e possono anzi essere mostrati all'inizio, come introduzione.
Per effettuare un volantinaggio, occorre innanzitutto selezionare un argomento specifico, trovare un volantino già pronto, se l'argomento è generico, oppure confezionarne uno nuovo se si tratta di una questione locale specifica, e poi distribuirlo al pubblico in un punto di grande afflusso.
Va tenuto presente che il volantinaggio per strada implica un gran numero di volantini che non andranno a buon fine, quindi bisogna distribuire molto materiale affinché una parte di esso vada a segano. Per questo è necessario scegliere dei volantini piccoli e poco costosi: formato cartolina o massimo A5.
Il volantinaggio funziona meglio se eseguito nei pressi del tavolo informativo, per invitare le persone a fermarsi, oppure se eseguito per scopi di "boicottaggio", come nel caso di volantinaggi di disturbo oppure in luoghi specifici (es. universita', scuole, concerti, mentre la gente è in attesa, ecc.).
Oltre che ai tavoli informativi, è importante distribuire materiali di vario genere in luoghi frequentati dal pubblico, da cui le persone interessate possano prelevarli. In tutti i casi, bisogna accordarsi col proprietario o gestore del posto, chiedendo il permesso di affiggere locandine o lasciare su qualche tavolo opuscoli e volantini.
Converrà poi visitare il posto ogni tanto per rimpinguare la scorta dei materiali.
I posti che possiamo suggerire sono: biblioteche, circoli culturali, centri "Informagiovani", studi veterinari, negozi di articoli per animali, sale d'aspetto di medici, palestre, ma va bene anche qualsiasi negozio che abbia un proprietario collaborativo.
È utile trasmettere in continuazione "messaggi" agli altri semplicemente indossando magliette, felpe, spille con slogan appropriati, e attaccare adesivi alla propria auto.
Questo genere di attività è da portare avanti parallelamente alla diffusione di informazioni: da un lato, si informano le persone, perché compiano scelte più rispettose degli animali, dall'altro si cerca di creare fastidi e danni economici a chi direttamente fa soffrire e uccide gli animali. Le attività qui descritte sono tutte legali.
È importante capire che petizioni e proposte di legge, di per s&eacut;, non cambieranno la situazione. Le proposte di legge, le direttive, rimarranno insabbiate e mai approvate o applicate finché non ci sarà un movimento di base pronto a rendere la vita difficile a chi continua a contribuire al mantenimento di questo status quo. Se non si creano fastidi, soprattutto economici, nulla cambierà mai. È anche l'inerzia che dobbiamo vincere, che permane sia per motivi economici ma anche, semplicemente, per una generale avversione al cambiamento. Quindi, non bastano le ragioni scientifiche, non bastano le proposte di legge, occorre che le istanze etiche facciano scaturire quella "spinta" che contrasti l'inerzia al cambiamento, spinta che solo un intervento diretto - sui soldi che queste aziende e individui vogliono guadagnare - può ottenere.
Certo, il boicottaggio da solo non basta. Va unito alle iniziative legislative e alla diffusione di informazioni - per far prendere coscienza al pubblico di quel che succede, e avere sostegno, ma anche questi due ultimi aspetti, da soli, non basteranno MAI. Tutti e tre gli aspetti vanno portati avanti, insieme, per creare quella miscela che farà davvero "esplodere" la situazione. E libererà gli animali.
Questa attività è utile davanti a negozi che vendono animali, oppure davanti a zoo, circhi, fiere del cucciolo, e altri luoghi di sfruttamento di animali. Oltre a distribuire volantini si possono anche mostrare cartelli (meglio con foto) e striscioni.
Lo scopo è quello di disturbare il commercio di questo genere di posti invitando le persone a non entrare: magari la maggior parte entrerà lo stesso, ma se riesce a convincere anche solo il 10% a fare marcia indietro, il danno economico prodotto è enorme.
È importante effettuare questa attività in modo continuativo: una volta la settimana, per i posti "fissi" (negozi, zoo), più volte durante il periodo di permanenza per circhi e fiere.
Non dimenticate di notificare alla questura la vostra attività di volantinaggio, per evitare fastidi da parte dell'obiettivo della vostra protesta: le indicazioni su come fare sono nella sezione Permessi necessari.
Un sit-in non è molto dissimile da un volantinaggio, ha semplicemente una valenza di disturbo che supera quella di informazione del pubblico. In pratica: un volantinaggio lo si fa sempre in un luogo in cui ci sia un "pubblico" a cui dare i volantini; è il comportamento del pubblico che determina il danneggiamento dell'obiettivo. Un presidio o sit-in, invece, lo si può fare anche senza un pubblico perché è rivolto direttamente contro una certa categoria di persone, o una data azienda. Persone o aziende che sfruttano e ammazzano animali.
Si tratta in pratica di una manifestazione, ma più in piccolo, senza corteo.
Si può scegliere un laboratorio di vivisezione, un allevamento di animali (per la vivisezione, per le pellicce, per l'alimentazione umana), o qualsiasi posto in cui gli animali vengano tenuti prigionieri, torturati, uccisi.
In questi presidi è bene dotarsi di megafono.
Anche in questo caso va inviata la notifica alla questura (eviterete così denunce da parte dei vostri bersagli), che non potrà esimersi dal concedervi la possibilità di manifestare. Info sempre nella sezione Permessi necessari.
Importante: prima di iniziare una attività di questo tipo, dovete informarvi bene sul vostro obiettivo, decidere qual'è lo scopo dichiarato della protesta, e assicurarvi di essere almeno una decina di persone pronte a partecipare 1-2 volte al mese.
Inoltre, dovete evitare sempre e comunque l'ingiuria, perche' altrimenti vi pioveranno addosso querele e multe salate: si possono dire molte cose che fanno male, perfettamente legali, senza scadere nell'ingiuria.
Questo genere di manifestazione viene fatta per rendersi visibili al pubblico e alla stampa, e far parlare del problema e serve anche a dimostrare all'obbiettivo della protesta che ci sono molte persone che si oppongono alla loro attività.
Una manifestazione deve raccogliere un numero molto maggiore di partecipanti, rispetto a un presidio/picchettaggio e, al contrario dei picchettaggi, che devono essere continuativi, è di solito "una tantum", o può essere anche ripetuta, ma non a scadenze ravvicinate, per il semplice fatto che non si riescono a raccogliere un numero sufficiente di persone disponibili.
Per i permessi da richiedere in questura, si faccia riferimento alla sezione Permessi necessari.
Una manifestazione va preparata con almeno 2 mesi di anticipo e pubblicizzata a partire da almeno un mese prima. Va preparato il materiale informativo specifico da tenere al tavolo nel punto d'inizio della manifestazione, i cartelloni e gli striscioni, le cartelline stampa per i giornalisti (che dovranno contenere una selezione di materiale informativo di approfondimento che i giornalisti possano usare per scrivere il loro articolo), i comunicati stampa da inviare 1 mese prima, 2 settimane prima, e la settimana stessa della manifestazione.
È importante preparare un congruo numero di striscioni e cartelli, in modo che la manifestazione sia ben visibile. È bene preparare preventivamente anche una serie di slogan da scandire durante il corteo, in coro, sotto la guida di una persona col megafono. Sembra una cosa di poco conto, ma un corteo silenzioso non colpisce, e non è possibile tenere discorsi lunghi o complessi durante un corteo, perché i passanti possono ascoltare solo per pochi secondi quel che stiamo dicendo.
Perciò preparate una serie di slogan semplici ma efficaci, centrati sull'obiettivo della manifestazione, da scandire, a ripetizione.
Vi sono sostanzialmente due modi per farsi sentire dall'obiettivo scelto: invitare molte persone a scrivere email di protesta oppure raccogliere firme in una petizione on-line e consegnarle alla fine al destinatario della protesta.
La mailing list di AgireOra Network serve appunto a diffondere protesta di questo genere, soprattutto quelle via mail (ma segnala anche petizioni), quindi invitiamo a iscriversi alla mailing list e a segnalarci proteste che si vogliono organizzare.
La protesta da divulgare deve contenere:
- una breve descrizione dei fatti per cui si vuole protestare;
- le fonti (un link a un sito, a un articolo di giornale, ecc.);
- gli indirizzi email - funzionanti - a cui inviare la protesta;
- se e' il caso, una bozza di messaggio-tipo (che potremo variare);
- l'indicazione se è solo una protesta via mail o se ci sono iniziative portate avanti sul posto che la protesta via mail serve a sostenere (verrà data precedenza a questi casi).
L'A.L.F. non è una associazione, nè un'organizzazione. Non si può "entrare a far parte dell'ALF".
Piuttosto, chiunque compia un'azione di liberazione di animali e/o di danneggiamento delle proprietà del torturatore di turno, può decidere, se vuole, di firmarsi "ALF", perché, in quel momento, egli è parte dell'ALF.
Sapete di un cane che viene maltrattato dal suo padrone, ma non si riesce, per vie legali, a portarglielo via? Se, nottetempo, lo portate via e lo fate poi adottare da qualcun altro, potete dire di aver compiuto un'azione da ALF. Che vi firmiate o meno.
Se liberate alcuni animali da un allevamento, di qualsiasi genere, in quel momento, siete l'ALF.
Ma non ha senso chiedere "Come posso entrare a far parte dell'ALF?". Credete davvero che qualcuno che compie azioni di questo genere vi contatti per dirvi "vieni con noi"? Non succederà mai, perché queste azioni sono illegali, e ci si può fidare solo di attivisti che si conoscono da tempo.
Sicuramente questo è il genere più Attivista e più Animalista che ci sia. Però, è illegale, e chi lo fa deve sapere bene a cosa va incontro, non farlo per "romanticismo" o per sentirsi un eroe.
Una campagna a livello nazionale, o una iniziativa a livello locale, è caratterizzata da: un argomento specifico; un obiettivo; delle modalità di partecipazione degli attivisti per il raggiungimento dell'obiettivo; del materiale informativo associato, per il pubblico e gli attivisti.
Sul sito di AgireOra Network, sono raccolte varie campagne nazionali a cui puoi partecipare in vari modi. E' importante sostenere le campagne in corso, per dar loro una maggior forza e una probabilità di riuscita: un minimo impegno, da parte di tutti, può essere sufficiente per assicurare il successo alla campagna.
Se ti viene un'idea per una nuova campagna a livello nazionale, scrivici: se risulterà realizzabile e potenzialmente efficace, potrà entrare a far parte del network! Ti daremo ogni aiuto per progettarla, realizzarla e diffonderla. Puoi prendere spunto dalle campagne già esistenti, studiando come sono organizzate.
Organizzare una campagna ben fatta, e, possibilmente, efficace, non è un'impresa facile, ed è quindi sconsigliabile partire in quarta e voler realizzare qualcosa senza averne la competenza: si potrebbe rovinare un'idea potenzialmente valida.
Per una iniziativa a livello locale potrai comunque scriverci per avere dei consigli, tenendo presente che in diverse parti di questo manuale puoi già trovare gli "ingredienti necessari": quale materiale informativo usare, o come produrne di nuovo, come organizzare una protesta, come trovare volontari, ecc.
Le petizioni possono essere utili a portare avanti un'istanza, a livello internazionale, nazionale o locale, tendendo però presente che:
la petizione è solo un mezzo, non un fine: ci deve essere quindi una strategia ben definita per raggiungere l'obiettivo, e la petizione può essere utile come sostegno;
la petizione deve sempre chiedere qualcosa di ragionevole e realizzabile, altrimenti tutte le firme raccolte non serviranno a niente;
il testo deve essere chiaro e non troppo lungo, in modo che le persone che la firmano possano leggerla per intero in poco tempo; può tutt'al più essere accompagnata da una lettera o relazione più dettagliata che verrà consegnata al destinatario della petizione stessa;
le petizioni più utili sono quelle a livello locale (regionale, comunale, ecc.), perché è più facile avere un contatto diretto con le istituzioni e far pesare il parare dei cittadini firmatari;
non è necessario riportare il numero di documento su questo genere di petizioni, perché non vi è alcuna normativa che assicuri che, a fronte dell'ottenimento di un certo numero di firme, si raggiunga un dato obiettivo. Non c'è in genere un numero minimo di firme da raggiungere, le firme dei cittadini servono solo a dimostrare all'istituzione destinataria che un congruo numero di cittadini è interessato al problema.
Il rapporto con i media è uno degli aspetti più difficili dell'attivismo: non è infatti facile ottenere per le nostre iniziative la visibilità che vorremmo.
I modi per interagire coi media, si tratti di giornali, riviste, radio o TV sono sostanzialmente tre:
i comunicati stampa
le conferenze stampa
le interviste
La gestione di un ufficio stampa non è cosa da poco, ma per gruppi di volontari che non hanno grossi mezzi nè un gran numero di persone su cui contare, ci si può accontentare di un "ufficio stampa fai-da-te".
Occorre dedicare del tempo per compilare:
un indirizzario di media nazionali
un indirizzario di media locali
Questi indirizzari cresceranno col tempo, specie se vi saranno contatti con singoli giornalisti, che potremo in seguito ricontattare direttamente.
I recapiti dovranno essere soprattutto email, perché in questo caso il costo dell'invio è praticamente nullo, oppure fax, nel caso non sia disponibile l'indirizzo email.
Potete contattarci per avere degli indirizzari email di media nazionali.
Ogni volta che si prepara un nuovo comunicato stampa, esso andrà inviato a tutto l'indirizzario entro le 11 della mattina del giorno precedente a quello in cui vorremmo veder pubblicata la nostra comunicazione, nel caso di quotidiani, o radio, o TV, mentre va inviato almeno 2 mesi prima nel caso di riviste mensili, e 2-3 settimane prima per i settimanali.
Il comunicato stampa non dovrà essere più lungo di una facciata A4 (l'ideale sono 20-30 righe), e dovrà contenere le seguenti sezioni, nell'ordine:
Data
Titolo
Occhiello (3 righe che contengano le informazioni essenziali e le risposte alle domande base: Chi? Cosa? Dove? Quando? Perché?)
Contenuto
Recapiti dell'ufficio stampa per maggiori informazioni (email, telefono, fax)
Il contenuto dovrà essere già scritto in una forma simile all'articolo di un giornale, cosicché il giornalista possa prelevarne dei pezzi e lasciarli quasi inalterati nel costruire il suo articolo. È bene che sia formato da periodi di senso compiuto, ma snelli, che possano essere estratti dal resto del comunicato e avere un significato anche da soli.
È utile riportare delle affermazioni sottoforma di citazioni: il dott. X ha affermato che "....", oppure, secondo Y, portavoce del gruppo Z "....".
Per i comunicati stampa da mandare via email, il messaggio deve:
NON contenere allegati
avere un OGGETTO chiaro e non generico, che incuriosisca il giornalista
tutte le informazioni essenziali devono risultare nella prima schermata
al termine del comunicato, mettere sempre l'URL delle pagine di approfondimento.
Per i comunicati stampa da mandare via fax, il documento stampato deve:
essere su carta intestata, con un logo o una scritta in alto
essere impaginato in modo chiaro e preciso, graficamente impeccabile
essere stampato nitidamente, in bianco e nero
Un esempio di comunicato stampa:
COMUNICATO STAMPA
In occasione del Meatout 2003 (20 marzo), la ricorrenza internazionale che dal 1985 si pone
come momento di sensibilizzazione sui vantaggi di un'alimentazione salutare e non violenta,
e che prevede 2000 eventi negli USA e nel mondo, con l'adesione di amministrazioni locali,
di istituzioni scolastiche e pubbliche, e di testimonial celebri, viene lanciato in Italia
Dalla fabbrica alla forchetta: sai cosa mangi?, sito informativo sulle scelte alimentari
non violente e consapevoli.
Meat-out 2003 - il 20 marzo: tira fuori il vegetariano che è in te!
"SAI COSA MANGI" ADERISCE ALLA GIORNATA INTERNAZIONALE SENZA CARNE E
LANCIA UN SITO CHE ILLUSTRA I BENEFICI DELLA SCELTA VEGAN E FORNISCE VALIDI
STRUMENTI PER SEGUIRE UN'ALIMENTAZIONE LIBERA DA CRUDELTA'
Il 20 marzo si celebrerà in tutto il mondo il Meatout, la giornata internazionale senza carne. Dal semplicissimo esordio a oggi, l'avvenimento è cresciuto fino a contemplare 2000 eventi in tutto il mondo (www.meatout.org). Le iniziative sono volte a promuovere, almeno per un giorno proprio all'inizio della primavera e simbolicamente della nuova vita, la rinuncia all'abitudine di mangiare carne e l'adozione di una dieta più salutare e meno violenta, che:
* riduce il rischio di: malattie cardiache, infarto, tumore ed altre malattie degenerative
* aiuta a conservare i terreni agricoli, l'acqua ed altre fonti di produzione di cibo indispensabili per la sopravvivenza dei nostri figli e dei loro figli
* rende i cereali e le leguminose, che ora vengono utilizzati per nutrire gli animali "da carne" e "da latte" disponibili per chi nel mondo soffre la fame
* contribuisce a proteggere le foreste, i prati e altri ambienti naturali e riduce l'inquinamento delle acque causato da fertilizzanti e pesticidi
* risparmia a tanti animali innocenti (1400 a testa, per un italiano, nel corso di una vita di lunghezza media) il destino di essere imprigionati ed ammassati in strettissime gabbie, privati di tutto, mutilati, manipolati geneticamente, trasportati e infine macellati senza considerazione per la loro capacità di soffrire.
In Italia quest'anno celebreremo il Meatout 2003 con il lancio di "Dalla fabbrica alla forchetta: sai cosa mangi?", un sito web che illustra le implicazioni etiche, salutistiche, ecologiche, sociali ed economiche dell'alimentazione a base di prodotti animali, anche attraverso articoli e letture di approfondimento. Lo Starter Kit Vegetariano contenuto in Sai Cosa Mangi, caratterizzato da sistema di lettura e navigazione a vari livelli, permette a ogni visitatore di crearsi una immagine panoramica o di esaminare con attenzione gli aspetti pratici, gastronomici, nutrizionali, salutistici, teorici, storici, sociologici e statistici del vegetarismo.
Ufficio Stampa SaiCosaMangi.info
Contatti: Nome Cognome (xxx@yyy.it) - Recapito telefonico
Mentre chiunque può inviare un comunicato stampa, anche un gruppo locale nato da poco, per organizzare una conferenza stampa occorre essere un po' conosciuti, a meno di non essere molto bravi a incuriosire i giornalisti con notizie particolarmente succulente. Altrimenti, la conferenza stampa andrà deserta, e avrete buttato soldi ed energie.
La conferenza stampa va organizzata nella tarda mattinata, in una sala conferenze attrezzata, e va possibilmente offerto un piccolo buffet (ovviamente vegano!) ai partecipanti.
Deve durare più o meno un'ora, e deve essere previsto l'intervento di vari relatori, almeno 2-3.
I comunicati stampa per informare i giornalisti della conferenza vanno inviati almeno 2 settimane prima e poi di nuovo la stessa settimana della conferenza (se possibile leggermente modificati nel titolo, con maggiore enfasi sull'avvicinarsi dell'evento), a distanza minima di tre giorni dall'iniziativa. Per i giornalisti con cui si è in contatto diretto, è bene premurarsi di chiamarli al telefono dopo l'invio dell'invito, per chiedere se potranno essere presenti.
Alla conferenza, ed a ogni iniziativa, devono essere disponibili delle cartelline stampa da consegnare ai giornalisti, possibilmente affidate ad una persona - preparata anche a rispondere ad eventuali domande - incaricata di individuare i giornalisti e di consegnare loro le cartellina, che conterranno vario materiale informativo sull'argomento in discussione (che sia il lancio di una nuova campagna, la denuncia di una particolare situazione,ecc.). In caso di assenza delle testate cittadine e in città in cui c'è una sede dei quotidiani nazionali, è buona norma portare le cartelle stampa alle redazioni subito dopo la manifestazione.
In vari casi si può venir contattati per esprimere la propria opinione in merito a un dato argomento, o per una breve relazione su un argomento o una campagna in corso. L'intervista può essere telefonica (in diretta o meno), per una radio o un giornale, videoregistrata (in diretta o meno), per la TV, oppure fatta a tu per tu, per una radio o per un giornale.
In tutti questi casi è IMPORTANTISSIMO prepararsi preventivamente un discorso e seguire quella traccia. Non basta conoscere l'argomento, o credere di conoscerlo, bisogna anche saperlo spiegare agli altri in modo chiaro.
Occorre quindi dedicare qualche ora alla preparazione di una scaletta dettagliata del discorso che si intende fare, e poi ripetere la propria relazione a voce alta più volte, per essere più naturali poi al momento dell'intervista, e anche per misurare il tempo necessario.
Non crediate di essere preparati solo perché magari avete assistito a varie conferenze su un argomento e vi sembra di saperle a memoria: in realtà non le sapete, avete solo delle idee vaghe, se siete voi a dover parlare dovete prepararvi degli appunti dettagliati ed allenarvi a costruire il discorso in base a quelli. Balbettare e non trovare le parole, o esporre le cose in modo confuso è un autogol da evitare assolutamente! Meglio piuttosto rinunciare all'intervista.
Se non si tratta di una relazione, ma di una serie di domande, non note a priori, dovete cercare di immaginarvi le domande possibili, e provare a rispondere. Inoltre, dovrete prepararvi alcune argomentazione da esporre sempre e comunque, qualunque siano le domande poste: potete sempre rigirare il discorso in modo da esporre quel che avete deciso preventivamente. Così piloterete voi l'intervista, anziché l'intervistatore!
Se si tratta di un dibattito con persone della parte avversa, anziché di una semplice intervista, è bene che partecipiate solo se vi sentite davvero molto preparati e pronti a replicare in modo adeguato a ogni sorta di provocazione. Altrimenti, è meglio lasciar perdere.
Per tutte le attività portate avanti come attivisti animalisti è necessario il lavoro di persone competenti su svariati argomenti.
Se hai qualche ora la settimana, o al mese, da offrire, mettendo a disposizione la tua competenza e professionalità, contattaci! L'importante è che tu sia davvero sicura/o di mantenere i tuoi impegni, grandi o piccoli che siano. Altrimenti, non provarci nemmeno, sarebbe solo una perdita di tempo, per noi e per te.
Per offrire la tua collaborazione, scrivici a info@agireora.org
Relatori esperti non si nasce, si diventa. Quindi, se hai un titolo di studio che possa essere sfruttato, ad esempio per conferenze in tema di sperimentazione animale o alimentazione vegana (medicina, nutrizione, biologia, scienze naturali, farmacia, chimica), e hai voglia di impegnarti nello studio di un argomento specifico, in modo da tenere in seguito conferenze in scuole, circoli, biblioteche, ecc., contattaci: ti forniremo i libri su cui studiare e ogni possibile aiuto.
Se c'è un impegno serio, non serve nemmeno un titolo di studio specifico: questo è utile per certi tipi di conferenze, ma, ad esempio, per conferenze nelle scuole è sufficiente un'ottima preparazione anche senza un titolo di studio da "esibire". E per argomenti che non implichino particolari conoscenze scientifiche il titolo di studio a maggior ragione non ha importanza.
Se pensi di aver tempo e voglia di studiare, e capacità di parlare in pubblico, contattaci, ti forniremo consigli e strumenti per prepararti al meglio!
Per la creazione di volantini, opuscoli, siti, o qualsiasi altro genere di materiale informativo, è indispensabile un lavoro accurato e professionale di grafica.
Se hai esperienza in questo campo, e vuoi mettere a disposizione il tuo tempo per questo genere di attività, contattaci, e, non appena qualcuno avrà bisogno del tuo aiuto, ti ricontatteremo!
Quanto detto sopra per la grafica vale anche per la progettazione di siti web: per ogni nuova campagna è necessario costruire un sito, e, mentre ai contenuti e alla struttura penseranno gli ideatori della campagna, alla realizzazione del sito deve lavorare una persona esperta che sia in grado di costruire un sito efficace e professionale, magari in collaborazione con un grafico.
Anche in questo caso, se creare siti web è il tuo pane, e vuoi aiutare così la causa animalista, scrivici!
Una buona impaginazione è essenziale per ogni genere di materiale stampato: dal volantino che pubblicizza un evento locale, all'opuscolo o volantino informativo distribuito a livello nazionale. Il lavoro di impaginazione può prendere solo 1-2 ore per volantini semplici per iniziative locali, oppure diverse ore o giorni (con diverse passate di aggiustamento) nel caso di opuscoli che debbano poi essere stampati in tipografia.
Se sai impaginare testi, utilizzando i più noti programmi di impaginazione e sei disponibile a lavorare gratuitamente per qualche ora alla settimana o al mese, scrivici.
La stampa di opuscoli e volantini è una delle spese che più incidono sul bilancio dei gruppi di attivisti (assieme alle spese postali), quindi, se hai la possibilità di applicare prezzi di favore per la stampa di materiale animalista, contattaci, grazie!
La professionalità di un avvocato è utile in vari campi dell'attivismo per gli animali: dalla revisione del testo di un volantino (per capire se ci sono gli estremi per una eventuale querela), alla consulenza per eventuali proposte di legge, ai consigli su come effettuare una denuncia, ecc.
Se sei avvocato e vuoi mettere a disposizione parte del tuo tempo collaborando in iniziative per gli animali, scrivici.
Se sei bravo/a a cucinare, puoi mettere a disposizione il tuo talento per organizzare cene vegane nella tua città per raccolte fondi pro-animali. Scrivici, ti metteremo in contatto con qualcuno della tua città che voglia organizzare eventi di raccolta fondi.
Per le varie iniziative servono a volte traduzioni dall'inglese all'italiano, e a volte anche dal tedesco o francese o spagnolo all'italiano, oppure dall'italiano ad altre lingue.
Se sei DAVVERO BRAVO/A a tradurre e vuoi mettere a disposizione qualche ora al mese, contattaci specificando quali traduzioni sei in grado di fare.
ATTENZIONE: le traduzioni devono essere fatte con molta cura, non è sufficiente che "si capisca", le traduzioni verso l'italiano devono essere scritte in buon italiano, senza che si veda che sono traduzioni, e per quelle verso altre lingue è NECESSARIO essere madrelingua - per la lingua di destinazione - oppure essere vissuti per diversi anni in un paese in cui si parli quella lingua.
Iscriviti alla Mailing list
Iscrivendoti accetti l'informativa sulla privacy.
"Papà, raccontami ancora di quando le persone hanno smesso di uccidere gli animali per mangiarli."
La storia che studieranno le prossime generazioni la stiamo scrivendo noi adesso. Facciamo in modo che sia una storia migliore per tutti gli esseri viventi.