Giornata dei diritti animali. A loro ne basta uno solo: quello di essere lasciati in pace.

10/12/2019

di Marina Berati

Oggi, 10 dicembre, è la Giornata Internazionale per i Diritti Animali: un'occasione per riflettere su quali siano questi diritti e, soprattutto, per decidere di impegnarci nell'aiutare i tanti animali che soffrono.

Gli animali non hanno bisogno di molti diritti. A loro ne basta solo uno: quello di essere lasciati in pace. Non hanno bisogno di inclusione nella nostra società, ma di esclusione da essa, perché quando li includiamo è solo per far loro del male.

Gli animali selvatici non hanno certo bisogno di noi; anzi, vivono bene solo se noi umani non ci intromettiamo. Coi nostri "ripopolamenti", la nostra caccia "di selezione" e quella "per sport", le nostre "eradicazioni", la distruzione che infliggiamo alla natura, lasciando sempre meno spazio a chi in natura ci vive di diritto.

Gli animali esotici non vogliono essere inclusi nella società umana, perché esservi inclusi significa essere reclusi: negli zoo, nelle gabbie dei circhi, nei delfinari, negli acquari. A patire e a morire.

Gli animali che facciamo nascere apposta. Loro, più di ogni altro, non vogliono essere inclusi nella società umana. Perché li usiamo come strumenti nei laboratori di vivisezione, come prodotti nell'industria dell'abbigliamento, come ingredienti nei nostri piatti.

Essere inclusi, per loro, significa subire tortura, angoscia, paura, dolore e patimenti per tutta la vita. E poi uccisione violenta, morte atroce, terrorizzante. Noi umani ci sentiamo in diritto di infliggere qualsiasi strazio a questi animali, in virtù del fatto che li facciamo nascere noi. Come se questo fosse un merito anziché una colpa scellerata.

Gli animali definiti "d'affezione" sono un caso a parte. Per loro ha senso voler garantire diritti che li tutelino: sono inclusi nella nostra società e abbiamo la responsabilità di farli vivere degnamente. Anche per loro va sempre evitato di farli nascere appositamente: bisogna dare una casa a quelli abbandonati. Ma tratteremo questo tema in un'altra occasione.

Qui parliamo invece di tutti gli altri animali, quelli che sono imprigionati, uccisi, messi al mondo per essere usati come cose.

Per tutti questi animali non vogliamo "più diritti" nel senso di un po' meno maltrattamenti o gabbie un po' più grandi. Vogliamo che si smetta di utilizzarli.

Non può succedere da un momento all'altro, è chiaro. Si farà un passo alla volta. Ma ad ogni passo deve diminuire il numero di animali usati e uccisi. Allora sì, sarà un passo avanti. Se invece la quantità di animali rimane la stessa, con la promessa di "maggior benessere", allora non è un passo avanti.

Perché queste sono promesse a vuoto, sono menzogne. Nelle investigazioni in allevamenti che promettono "benessere", si scopre sempre che gli animali soffrono immensamente.

Sono menzogne che non migliorano la situazione degli animali, anzi, la peggiorano. Perché inducono a credere che il problema sia risolto. Non cadiamo in questa trappola, non facciamo il gioco di chi propone il "benessere animale" come soluzione: si tratta di allevatori e associazioni che collaborano con loro spacciandosi per "animaliste".

Se vogliamo davvero aiutare gli animali, l'unico obiettivo che conta è quello di far diminuire la quantità di animali fatti nascere, usati e poi uccisi. Un obiettivo che, per essere raggiunto, richiede anche il tuo impegno.

Le abitudini delle persone possono cambiare, ma dobbiamo essere noi a indurre al cambiamento, informando gli altri. Ciascuno di noi può riuscirci, per conto proprio o con altri. Non serve un grande investimento di tempo, bastano poche ore al mese (anche solo un paio), purché siano dedicate a un tipo di attivismo ben strutturato. Quello che proponiamo in Area Volontari di AgireOra.

Leggi due delle ultime testimonianze di chi sta partecipando:

Rika (Torino): "Ho segnalato il Vegan Starter Kit sui social e ho fatto leggere quello cartaceo al mio compagno, alla mia famiglia e ad alcune colleghe. Alla fine il mio ragazzo è andato a fare la spesa e non ha voluto acquistare nulla a base di carne e latticini! E mia mamma, grande bevitrice di latte, ora sta usando quello di riso e un giorno ha visto un camion che trasportava mucche e per la prima volta ha detto che ha dato molto peso a quello che stava succedendo."

Alem (Roma): "Abbiamo affisso 20 manifesti larghi 3 metri 'Perché amare uno e mangiare l'altro?'. Una comunicazione efficace, alla portata di tutte le tasche. Ci credo fermamente, sia per il grande impatto visivo/comunicativo, sia perché rafforza la comunicazione delle altre forme di attivismo locali. L'unione fa la forza: più siamo, più affissioni si possono fare, più comunichiamo. A Roma in 6 mesi siamo passati da affissioni di 20 manifesti mensili a 100-150 manifesti. Fatelo anche in altre città! E chi vuole si unisca a noi."

Come loro, puoi farlo anche tu: decidilo subito, non aspettare.

Vai all'Area Volontari e inizia!

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