La caccia non la vuole nessuno

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01/09/2006

La violenza dei cacciatori e il trauma sui bambini:colpevole assieme ai cacciatori anche la giunta regionale.Continuano i presidi ad Ovada e Acqui contro la strage.

I presidi di protesta davanti ai centri di controllo di Acqui Terme e Ovada, nell'alessandrino, proseguono, mattina e sera, per continuare a far presente alla Regione Piemonte che la gente queste stragi non le vuole. I prossimi presidi saranno domani, sabato 2 settembre, mattina (9.30-12.30) e sera (19.30-22.30) ad Ovada ed Acqui.

La dimostrazione che anche le persone qualsiasi - non solo gli attivisti anticaccia -, adulti e bambini, questa caccia non la vogliono, si e' vista per l'ennesima volta al presidio di Ovada di ieri sera: un padre estremamente arrabbiato e' sceso in strada per gridare ai cacciatori che quel che stavano facendo e' inaccettabile, che la sua bambina ha visto dalla finestra di casa gli animali ammazzati e insanguinati nel cortile interno del centro di controllo ed e' scoppiata in lacrime disperate. E ha aggiunto che era ora di finirla con questo schifo.

"Crediamo anche noi che sia ora di finirla con questo schifo." commentano gli attivisti di AgireOra Network, organizzatori della protesta "Crediamo che sia ora che i nostri governanti locali rispettino il volere della gente e facciano il loro dovere, che e' quello di risolvere i problemi senza ricorrere alla violenza gratuita, ma soprattutto occupandosi della prevenzione. Fino a che non vieteranno ogni allevamento - con o senza scopo di ripopolamento - di animali selvatici e non attueranno controlli rigorosi nei boschi per impedire la liberazione ilegale di ungulati a scopo venatorio, questo stato di cose permarra'. I cacciatori non sono una soluzione, sono il problema: fermiamoli!".

Sabato mattina verra' proposta agli abitanti della zona, come richiesto dal padre giustamente infuriato per lo shock subito dalla bambina, una petizione in cui si chiede alla Regione Piemonte di smettere con questa mattanza che avviene sotto i loro occhi.

Occorre ribadire che queste uccisioni non si fanno per reali problemi all'agricoltura, che potrebbero essere risolti studiando soluzioni opportune, nei pochi casi in cui ci sono, ne' per problemi di sovrappopolazione, ma, coma ha candidamente ammesso l'assessore a caccia e pesca oltre che presidente della Provincia di Belluno - in cui si stanno svolgendo lo stesso tipo di abbattimenti - per i cacciatori stessi. Egli ha infatti dichiarato al Gazzettino che "Il motivo principale e' quello di cercare di non alterare l'equilibrio naturale che comunque si mantiene da solo anche senza l'intervento dell'uomo. [...] Ma alla fine la funzione principale della caccia di selezione e' quella di formare ed educare culturalmente i cacciatori, perche' consente loro di agire in modo piu' rispettoso e mirato sugli animali, valutando e riconoscendo il tipo di animale, il sesso e l'eta', anziche' sparare a caso".

"Benissimo," dichiarano gli attivisti anticaccia "i cacciatori sparano a caso, e questo lo sappiamo anche dalle decine di morti e feriti umani ogni anno, ma, per 'educarli' bisogna sterminare migliaia di animali, cosi' questi gentili signori possono unire l'utile al dilettevole. Con l'aiuto di Regioni e Province, che dunque intendono rappresentare i cacciatori e non il restante 99% degli italiani".

Anche in altre citta' si stanno svolgendo presidi di protesta, e in moltissime sono partite iniziative di protesta via mail e fax per questre stragi senza senso e giustificazione. Tutti sono chiamati a partecipare. Per rimanere aggiornati, si faccia riferimento alla mailing list del sito www.agireora.org.

Concludono gli attivisti di AgireOra Network: "Continuiamo dunque con la pressione: sabato ad Acqui e Ovada, lunedi' 4 settembre alle 13 in piazza Castello a Torino angolo via Garibaldi, davanti alla sede della Giunte regionale, per una manifestazione sul tema organizzata dal 'Comitato Basta con Questa Caccia'. Facciamo capire ai nostro governanti che e' ora di dare una svolta alla situazione e iniziare a lavorare con serieta'."

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