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31/10/2010
Fallito il tentativo dei cacciatori di foche canadesi di indebolire il bando imposto dall'Unione Europea.
Il Giudice dell'Unione Europea Marc Jaeger si è rifiutato di sospendere un bando relativo all'importazione dei prodotti di foca in Europa. E' una mossa che salverà le vite di centinaia di migliaia di foche della Groenlandia, e risparmierà loro i colpi brutali delle mazze dei cacciatori canadesi.
La decisione dell'Unione Europea di bandire queste importazioni ha spinto il Canada a promuovere un costoso ricorso, usando la scusa dei diritti di gruppi indigeni di Inuit del Canada e della Groenlandia, trasformati nelle pedine di una strategia volta a ottenere sostegno nei confronti di una caccia commerciale alle foche che, in verità, è una carneficina e non ha assolutamente nulla a che fare con la caccia tradizionale Inuit.
Il Giudice Marc Jaeger ha respinto la motivazione apportata dagli Inuit, secondo i quali l'embargo sui prodotti di foca causerebbe gravi danni a livello finanziario e aumenterebbe il rischio di suicidi tra i giovani delle loro comunità.
Il bando in questione è entrato parzialmente in vigore il 20 agosto 2010, e ha incluso un'esenzione temporanea per gli Inuit Tapiriit Kanatami, un gruppo indigeno del Canada, e per altri 15 querelanti che ne hanno richiesto il blocco fino a quando la Corte Europea emetterà una decisione finale. Jaeger ha respinto la richiesta, dichiarando il bando totale fino a che la Corte di Giustizia Europea prenderà una decisione riguardo alla legalità della proibizione.
Il bando europeo includeva un'esenzione per i prodotti di foca derivati dalla caccia tradizionale condotta dagli Inuit e dalle comunità indigene ai fini della sussistenza. Gli Inuit uccidono circa 10.000 foche adulte all'anno, mentre nella caccia commerciale vengono massacrati 325.000 giovani esemplari. In altre parole, gli Inuit non hanno argomenti per sostenere di essere economicamente svantaggiati. Stanno in realtà agendo da burattini per il governo canadese appoggiando l'eliminazione del bando commerciale relativo alla caccia di migliaia di cuccioli di foca. Si stanno semplicemente servendo del proprio stato di popolazione indigena per ottenere la comprensione delle corti europee e per giustificare il continuo massacro dei giovani di foca da parte di individui che non appartengono a gruppi indigeni.
Nonostante l'esenzione, gli Inuit hanno dichiarato alla corte di essere stati penalizzati dal bando in quanto esso riduce il mercato dei prodotti derivati dalle foche. Il giudice Jaeger non si è lasciato influenzare. Questa è una bellissima notizia, soprattutto perché il Dipartimento Canadese per la Pesca e gli Oceani ha un passato di tentativi mirati a giustificare la caccia commerciale legandola a quella tradizionale indigena. Per il Giudice Jaeger "i querelanti non hanno presentato indicazioni concrete che giustificherebbero i loro timori a riguardo", come ha riportato nella propria decisione del 15 ottobre redatta in lingua francese. Tale decisione può essere appellata.
A Bruxelles, la Commissione Europea ha dichiarato che ora la legislazione si applicherà "a tutti, pienamente e senza restrizioni". Il Commissario dell'Unione Europea ha dichiarato che l'istanza dei querelanti era "mal formulata e chiaramente insostenibile". Nel frattempo, l'avvocato dei cacciatori Inuit del Canada ha replicato: "Posso solo rammaricarmi per questa decisione. Tutto quello che posso aggiungere è che la battaglia continua".
Il Parlamento Europeo ha approvato il bando lo scorso anno, a seguito delle proteste pubbliche contro la caccia commerciale alle foche che si svolge ogni anno in Canada.
"Apprezziamo e rispettiamo la saggezza del Giudice Jaeger", ha affermato il Capitano Paul Watson. "Ha visto chiaramente ciò che sta dietro a questa ingannevole farsa, e ora gli Inuit settentrionali hanno fatto perdere credibilità alla propria caccia tradizionale perché hanno scelto di sostenere le oscenità del massacro delle foche che avviene sulla costa orientale".
Gruppi indigeni, cacciatori e industrie della pelliccia del Canada, della Groenlandia e della Norvegia sono tra i 16 querelanti che contestano la normativa europea, definendola ingiusta e discriminatoria. "Le popolazioni dell'Europa hanno il diritto di legiferare contro l'annientamento delle foche e di opporsi alle orride crudeltà perpetrate nei confronti di queste creature innocenti e biologicamente preziose", ha dichiarato il Capitano Paul Watson.
Il Canada e la Norvegia hanno richiesto di consultare l'Organizzazione del Mercato Mondiale nel tentativo di risolvere la disputa. Il Primo Ministro Canadese Stephen Harper ha definito il bando "totalmente ingiusto", e una "discriminazione evidente" nei confronti dei cacciatori di foche canadesi che si limitano a seguire le regole stabilite dall'allevamento degli animali.
Il Canada sostiene che, nel 2009, circa 5,6 milioni di foche della Groenlandia si trovavano in acque canadesi, rispetto ai 2 milioni presenti agli inizi degli anni '70. Tuttavia, le stime relative alla popolazione delle foche del litorale orientale di Canada e Stati Uniti al momento dell'invasione europea dell'inizio del XVI secolo si aggiravano intorno ai 45 milioni.
Le popolazioni di foche sono ora scese a circa il 10% del loro numero orginale.
Fonte:
Sea Shepherd Italia,
Un'altra vittoria per le foche della Groenlandia, 31 ottobre 2010
Versione originale in inglese: Sea Shepherd,
Another Victory for the Harp Seals, 28 ottobre 2010
Traduzione a cura di Elena Ockey, per Sea Shepherd Italia
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