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06/02/2011
EVANA intervista il Prof. Dr. Jörg Luy, medico veterinario presso la Libera Universita' di Berlino.
Intervista su EVANA intervista il Prof. Dr. Jörg Luy, medico veterinario presso la Libera Università di Berlino"I consumatori vogliono poter effettuare delle scelte di acquisto responsabili anche per quanto riguarda il benessere degli animali"
Riportiamo questa intervista della redazione di EVANA al prof. Luy sul tema del benessere animale. Precisiamo che il prof. Luy, medico veterinario presso la Libera Università di Berlino, non è un esponente del mondo animalista o vegan, ma propone delle riflessioni da "spettatore esterno", non coinvolto nella battaglia per la difesa degli animali, sul funzionamento degli allevamenti e sul loro impatto dal punto di vista ambientale, sociale e di costume (non si parla infatti di liceità di allevamenti e macelli, ma solo di "benessere" degli animali, concetto che dal punto di vista animalista non ha ovviamente rilevanza).
Intervista di EVANA
Il Prof. Dr. Jörg Luy, medico veterinario presso la Libera Università di Berlino, è stato uno degli oratori alla conferenza "Animal Welfare Education", organizzata dalla Direzione Generale per la Salute e la Politica dei Consumatori dell'Unione Europea e tenutasi a Bruxelles l'1 e il 2 ottobre 2010. Luy è un veterinario specializzato in benessere animale e dal 2004 dirige l'Institut für Tierschutz und Tierverhalten (Istituto per il benessere e il comportamento animale) presso il Dipartimento di Medicina Veterinaria dell'Università di Berlino.
EVANA: Professor Luy, potrebbe illustrarci brevemente il progetto DIALREL (Dilogo sulla questione della macellazione rituale) per il quale lei ha fornito un contributo molto importante?
Professor Luy: DIALREL è un progetto interdisciplinare finanziato dalla Comunità Europea e già concluso, che coinvolge 16 istituzioni scientifiche sparse in tutto il mondo. Da un lato il progetto consisteva nella ricerca e nella documentazione di tutte le informazioni esistenti in ambito veterinario, socio-economico, giuridico ed etico relative al conflitto esistente sulla macellazione religiosa senza stordimento (esistono anche forme di macellazione religiosa che prevedono lo stordimento), dall'altro aveva lo scopo di avviare e moderare un dialogo internazionale multiculturale su questa problematica. Sul sito web del progetto sono presenti i rapporti dettagliati e le schede informative sintetiche redatte dai diversi gruppi partecipanti al progetto.
Domanda: Nel discorso che ha tenuto in occasione della conferenza organizzata dall'Unione Europea ha detto che i tedeschi non sono organizzati e non dichiarano di essere a favore della difesa del benessere animale, evitando di prendere una posizione precisa. Inoltre, giudica le organizzazioni per la tutela del benessere degli animali come "sgarbate e prive di attrattiva". Il dibattito sull’etica in Germania non ha compiuto passi in avanti? Cosa è andato storto?
Risposta: Effettivamente sembra che qualcosa sia andato storto, dato che anche quelle poche persone che si impegnano a titolo volontario per la difesa del benessere animale, spesso considerano la definizione di "difensore degli animali" quasi come un'offesa. Anche se in particolare alcuni sondaggi e studi sulle abitudini di acquisto indicano che per ampie fasce della popolazione è importante che gli animali vengano trattati in maniera tale da garantirne il benessere, quasi nessuno si espone in prima persona aprendo un dibattito sul benessere animale. Forse, alle argomentazioni morali a favore del benessere animale manca l'adattabilità al quotidiano e la forza argomentativa, in particolare quella economica, per poter prevalere. D'altra parte, questo potrebbe essere dovuto al fatto che, per decenni, si è trascurato di ricercare un consenso sociale su alcune domande essenziali, pertanto il patrimonio di principi universalmente riconosciuti riguardanti il benessere degli animali è andato perduto. Per questa ragione sembra che questa strategia mirata non sia in grado di modificare strutture economiche già consolidate. Ho il sospetto che la rassegnazione del "non poter fare nulla di efficace" sia una delle motivazioni più importanti per cui non si insorge pubblicamente per far valere la giustizia.
Domanda: Nella conferenza dell'Unione Europea è stata sottolineata l'importanza di un miglioramento del benessere animale, per il quale, stando al volere dell'industria della carne, i consumatori dovrebbero metter mano al portafoglio. Ma pagando un prezzo più elevato, i cittadini europei possono almeno essere sicuri del fatto che il loro investimento economico sia effettivamente compensato da migliori condizioni di vita e di macellazione degli animali? E in che modo tutto questo si traduce in termini di etichettatura, garanzie e controlli?
Risposta: L'idea della Commissione UE di voler garantire dei criteri scientifici e una standardizzazione creando un "marchio di benessere degli animali" (simile al marchio biologico) arriva al momento giusto, perché i consumatori stanno facendo capire di voler effettuare delle scelte di acquisto responsabili anche per quanto riguarda il benessere degli animali. La sicurezza di cui lei parla dipende però in gran parte dal tipo di "trasformazione". Attualmente, potenti forze economiche stanno addirittura cercando di ostacolare l'intero progetto. Quindi in questo momento sarebbe soprattutto importante segnalare a Bruxelles e a Berlino che i consumatori vorrebbero trovare sui loro prodotti alimentari un marchio che indichi il benessere degli animali sulla base di criteri scientificamente fondati.
Domanda: Esistono molti video davvero sconvolgenti che mostrano bovini ancora perfettamente coscienti che vengono fatti a pezzi, anche all'interno di mattatoi "modello" della Comunità Europea. Dopo numerosi scandali negli USA e in Inghilterra, ora si parla di installare impianti di videosorveglianza in quelle aziende. E' possibile che un sistema di questo genere venga introdotto un giorno in tutta l'Unione Europea?
Risposta: La frequenza degli scandali alimentari nell'industria della carne è molto elevata e la trasparenza sembra essere il miglior modo per contrastarli. Ma un sistema di videosorveglianza nei mattatori sarebbe comunque poco utile, perché in quei filmati sarebbero visibili soltanto le infrazioni più evidenti e non quelle che possono essere dimostrate soltanto da un veterinario, ad esempio il test dei riflessi per verificare se lo stordimento è stato sufficiente o meno.
Domanda: I vegetariani vengono costantemente ignorati a livello nazionale, europeo (UE) e anche internazionale (ONU e Agenzie): ufficialmente non esistono. Di conseguenza, non vengono nemmeno proposte linee guida nutrizionali vegetariane, dibattiti o altre prese di posizione ufficiali favorevoli a questa scelta alimentare. Anche le petizioni e gli appelli, come ad esempio quello di Brigitte Bardot per la creazione di una giornata europea vegetariana una volta all'anno (non alla settimana!), cadono nel vuoto. Per quale ragione una minoranza comunque abbastanza consistente viene semplicemente messa a tacere? Nessun altro gruppo di persone con interessi specifici è mai stato vittima di una simile indifferenza. I vegetariani sono troppo pacifici in questo mondo dominato dalla carne?
Risposta: Su questo aspetto possiamo soltanto speculare. Da un lato dobbiamo ricordare che negli ultimi anni l'alimentazione senza carne ha trovato sempre più spazio nei media e nel dibattito pubblico. Tuttavia, l'argomento sta diventando sempre più un tabu generato, a mio avviso, dal contrasto esistente tra la voglia di mangiare carne e la difficoltà di assumersene la responsabilità.
Domanda: Il "Living Planet Report" pubblicato dal WWF nel 2010 ha indicato i primi quattro paesi con la maggiore impronta ecologica al mondo: gli Emirati Arabi Uniti, il Qatar, la Danimarca e il Belgio, seguiti dagli USA. Le fabbriche di animali rappresentano un elemento particolarmente spinoso per i risultati negativi in molti casi registrati. C'è da chiedersi, inoltre, come sarà il nostro mondo nel 2050. Le previsioni parlano infatti di un raddoppio dell'odierna quantità di carne, che avverrà con il benestare della FAO e impiegando tutte le tecniche immaginabili, le più discutibili e pericolose.
Risposta: La detenzione degli animali da reddito rappresenta una delle ultime abitudini superstiti dell'età della pietra. Ne deduco che per il 2050 le innovazioni tecniche finalizzate alla sostituzione della carne avranno compiuto importanti passi in avanti. Posso immaginare che il consumo di animali nel 2100 verrà considerato un malcostume del passato. I cibi sintetici sono effettivamente poco "romantici" ma molto più logici, perché è potenzialmente possibile produrli con molti meno effetti collaterali e rischi per la salute. Alcuni alimenti che oggi ci irritano per la loro "artificiosità", dal punto di vista medico non danno più problemi di un succo di frutta multivitaminico.
Domanda: Jean Ziegler, sociologo svizzero ed ex Relatore speciale dell'ONU sul diritto all'alimentazione, ha dichiarato che "Un bambino che oggi muore di fame è vittima di un assassinio". Effettivamente, ogni cinque secondi da qualche parte nel mondo muore un bambino per malnutrizione, mentre enormi quantità di risorse alimentari disponibili finiscono nelle fabbriche di carne. Dove va a finire la solidarietà umana nel nostro villaggio globale?
Risposta: Gli uomini sono dotati di empatia in tutti gli ambiti, anche nei confronti degli animali. Tuttavia, l'empatia verso il prossimo viene messa in atto soltanto nei confronti di "sfere" ben definite che vengono tramandate di generazione in generazione. In alcuni luoghi viene favorito il proprio clan familiare, in altri la propria etnia e solo raramente - in situazioni per così dire di primato culturale - la totalità degli esseri viventi capaci di provare dolore. Queste tradizioni cambiano soltanto in seguito a ben precise pressioni e comunque in un arco di tempo molto lungo. Ad esempio, da più di 200 anni l'Europa lavora costantemente, e nel complesso con risultati positivi, per offrire una protezione politica e giuridica a tutti gli esseri senzienti, mentre altri continenti devono ancora affrontare il gradino intermedio consistente nel diffondere un senso di responsabilità verso il prossimo. Sono convinto che se questo impegno continuerà a essere costante, questi sforzi porteranno a un successo; gli animali continuano però a subire una morte straziante, anche perché si verificano delle fasi di regresso.
Domanda: Alcuni esperti della FAO e altri scienziati raccomandano già da tempo il consumo di insetti e roditori. Il sapore della carne è davvero destinato a scomparire in futuro? Oppure la carne sintetica arriverà in tempo sul mercato e gli amanti della carne potranno risparmiarsi un'alimentazione a base di scarafaggi e roditori?
Risposta: Se si considerano gli effetti negativi sull'ecosistema e i rischi per la salute associati agli attuali alimenti di origine animale ritengo che, nel lungo termine, non esista alternativa alla carne artificiale (di composizione e struttura identica a quella naturale). Nel frattempo però, in caso di bisogno, si potrebbe ricorrere anche ad altri alimenti.
Domanda: Lei ha parlato di fasi di regresso dovute alla mancanza di considerazione per argomenti critici e ha richiamato l'attenzione sul dibattito sulla sperimentazione animale al Parlamento Europeo, che secondo molti esperti ha portato a un risultato più che discutibile. Per gli animalisti preoccupati esiste qualche possibilità, oggi, di migliorare il risultato e quindi la sorte degli animali nei laboratori?
Risposta: La forza di un consumatore non è né più grande né più piccola di quella di un elettore. Anche se a prima vista questo concetto può sembrare deprimente, la creazione di gruppi di interesse la cui forza è in crescita esponenziale è legata ai processi di produzione.
Domanda: Cosa possono fare i singoli individui o anche un’'rganizzazione per difendersi dalle ingiustizie che si verificano nell'apparato dell'Unione Europea, ad esempio dal fatto che le corride vengano obbligatoriamente finanziate dai contribuenti europei? Oppure per opporsi al fatto che chi trasporta animali e non rispetta le leggi rimane impunito, tranne forse in Italia?
Risposta: In passato era sempre vantaggioso mettere in primo piano, estraendoli dal fitto intreccio di informazioni, quegli argomenti che facevano leva direttamente sul sentimento di ingiustizia, ad esempio la condanna delle tasse. Questi argomenti dovrebbero essere resi di dominio pubblico in questa forma "scarna", ovvero libera dalla zavorra rappresentata dagli altri aspetti della questione. Al contrario, ritengo che la tecnica spesso utilizzata del "tiro a segno", che consiste nel diffondere un garbuglio di argomentazioni, non sia assolutamente utile a raggiungere l'obiettivo, perché per il destinatario è molto facile sminuire il problema facendo leva su un argomento debole a esso associato, e in questo modo crearsi uno scudo per difendersi dal cambiamento.
Domanda: Vede un pericolo nel fatto che i diritti degli animali tanto faticosamente ottenuti possano essere sacrificati a causa della difficile situazione economica in Europa?
Risposta: Al contrario, nel lungo termine, dopo che questo sistema economico sarà crollato, prevedo che la situazione volgerà al meglio. La storia ci fa sperare che anche da questa catastrofe impareremo qualcosa: il progetto finalizzato a uno sfruttamento sobrio e sostenibile delle nostre risorse sarà il vento in poppa di cui abbiamo bisogno. Mi viene da pensare che, ad esempio, per realizzare questo progetto l'interesse verso un'alimentazione senza carne crescerà sensibilmente.
EVANA: Professor Luy, la ringraziamo per averci dedicato il suo tempo e per aver risposto alle nostre domande.
Fonte:
EVANA, EVANA Interview mit Prof. Dr. Jörg Luy, Veterinärmediziner an der Freien Universität Berlin, gennaio 2011
Autore: L'intervista è stata realizzata da Herma Caelen
Traduzione in italiano a cura di Deborah Olmi
Riferimenti:
1. Luy, J., Lengauer, E.: Tierethik. In: Enzyklopädie Philosophie, 2° ed., Amburgo: Felix Meiner Vlg., 2010.
2. Luy, J.: DIALREL Ethics Workshop 1 - Ethical evaluation of six political options for religious slaughter. In: Caspar, J., Luy, J. (ed., 2010): Tierschutz bei der religiösen Schlachtung /Animal Welfare at Religious Slaughter. Die Ethik-Workshops des DIALREL Projekts / The Ethics Workshops of the DIALREL Project. Baden-Baden: NOMOS, 15-21, 203-209. Testo integrale in PDF: http://library.vetmed.fu-berlin.de/resources/global/contents/3745267/Luy_DIALREL.pdf
3. Luy, J.: Ein Leitfaden für die Teilprüfung der "ethischen Vertretbarkeit". In: Borchers, D., Luy, J. (ed., 2009): Der ethisch vertretbare Tierversuch - Kriterien und Grenzen. Paderborn: mentis, 173-191.
4. Luy, J., Hertel, Ch.: "Ethischer" Mehrwert - Das Verantwortungsprofil von Lebensmittelherstellern und seine Vermarktung aus Sicht der Ethik. In: DLG (ed.): Profil durch Verantwortung. Die neue Rolle der Lebensmittelhersteller. Frankfurt/Main: DLG-Verlag (2008), 13-34.
5. Luy, J.: Tierschutzethik aus amtstierärztlicher Sicht. In: Interdisziplinäre Arbeitsgemeinschaft Tierethik Heidelberg (Hrsg.): Tierrechte, eine interdisziplinäre Herausforderung. 1° ed. (2007) Erlangen: Harald Fischer Verlag, 198-205.
6. Luy, J.: Leistungsabhängige Gesundheitsstörungen bei Nutztieren - die ethische Dimension. Berl. Münch. Tierärztl. Wschr. (2006) 119, 373-385.
7. Luy, J.: Das ethische Mindestmaß beim Tierschutz - Eine Auswirkung des Staatsziels "ethischer Tierschutz" auf die Legislative. Berl. Münch. Tierärztl. Wschr. (2005) 118, 89-94.
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"Papà, raccontami ancora di quando le persone hanno smesso di uccidere gli animali per mangiarli."
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