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19/03/2011
Nessuno collega la "carne" con gli animali da cui essa proviene.
Un recente sondaggio mette in luce che molti consumatori inglesi non sanno quali sono le parti dell'animale che ingeriscono quando si siedono a tavola.
La scoperta più sconcertante è che il 17% degli adulti inglesi pensa che esistano le "ali di maiale", quindi pensano che i maiali abbiano le ali. Il che equivale a dire che il 17% dei britannici pensa che i maiali possano volare (NdT: in inglese 'i maiali che volano' è un modo di dire corrente, un po' come in italiano 'l'asino che vola').
Il sondaggio è stato realizzato per conto della Settimana Nazionale dei Macellai su 1000 adulti inglesi che mangiano carne.
Il direttore del 'Meat Trades Journal' (una rivista di settore dedicata al commercio della carne), Ed Beddington, ha dichiarato: "E' spaventoso quanto sia limitata la conoscenza dei consumatori riguardo alla carne".
Da parte mia, non avrei mai pensato di potermi trovare d'accordo con il direttore del Meat Trades Journal, ma penso che io e lui possiamo spassionatamente concordare su quest'unico punto, anche se ci arriviamo per ragioni diverse.
Molto di quanto spinge la gente a mangiare carne è un distacco cognitivo tra gli animali macellati e la carne che si mangia.
Carol J. Adams discute un'idea che chiama "il referente assente", nel suo libro The Sexual Politics of Meat (La politica sessuale della carne). Gli animali diventano referenti assenti quando li si macella; diventano qualcosa cui la carne fa riferimento anche se gli animali in sé non sono lì.
"Gli animali sono resi assenti attraverso il linguaggio, che rinomina i corpi morti prima che il consumatore partecipi al loro consumo. La nostra cultura mistifica ulteriormente il termine 'carne' con il linguaggio gastronomico, in modo da non evocare la morte, gli animali macellati, ma la cucina. Il linguaggio contribuisce ulteriormente all'assenza degli animali". (The Sexual Politics of Meat, 20th Anniversary Edition, pg. 66)
Abbiamo mercificato gli animali in modo da poter parlare di carne senza nemmeno pensare al fatto che essa non è altro che un animale morto. Siamo tanto disconnessi dagli esseri viventi e dai processi con i quali li consumiamo che l'idea di un animale sul nostro piatto è sconvolgente anche per coloro che mangiano carne.
Quella in cui viviamo è un'era in cui la scelta vegan è sempre più diffusa e le persone sono più aperte che mai all'idea di una dieta a base vegetale, ma è anche l'era in cui i meccanismi dell'allevamento degli animali hanno scollegato le persone dalla realtà di ciò che il loro cibo è, in modo che esse non riescano a fare una scelta consapevole, in un settore che fa di tutto per mantenere segrete le sue attività.
Non ci si può certo aspettare che una persona che non sa abbastanza degli animali da capire che i maiali non hanno ali capisca che i maiali sono tra gli animali più intelligenti del pianeta, che hanno delle personalità, amano giocare e stare in compagnia e percepiscono molto chiaramente il dolore, l'isolamento, la reclusione e la tortura per mano degli umani.
Se capissimo veramente gli animali, come vivono e quello che devono subire per diventare cibo per gli uomini, se davvero lo capissimo, come potremmo continuare a mangiarli?
Articolo di Mac McDaniel, su Care2, British People Think Pigs Have Wings, 16 marzo 2011
Traduzione a cura di Teresa Sassani
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"Mamma, raccontami ancora di quando le persone hanno smesso di uccidere gli animali per mangiarli."
La storia che studieranno le prossime generazioni la stiamo scrivendo noi adesso. Facciamo in modo che sia una storia migliore per tutti gli esseri viventi.