Urban Decay e cruelty free

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11/06/2012

Alla casa produttrice di cosmetici era stata revocata l'adesione allo Standard cruelty-free perche' aveva deciso di vendere alla Cina, ma poi grazie alle proteste ha rinunciato.

Aggiornamento del 7 luglio 2012

Rispetto alla notizia sotto indicata dell'11 giugno, informiamo che è del 6 luglio la decisione di Urban Decay di rinunciare alla Cina e rimanere dunque cruelty free! Il tutto grazie alle tante proteste ricevute.

Questo il comunicato della BUAV in merito:
BUAV welcomes decision by Urban Decay to cancel plans to sell cosmetics in China

Notizia originale dell'11 giugno

E' di pochi giorni fa la notizia apparsa sul sito della BUAV che riportiamo tradotta integralmente.

Urban Deacy apre alla Cina

Urban Decay ha perso il suo status di azienda cruelty-free dopo la sua decisione di vendere sul mercato cinese. L'anno scorso la certificazione è stata ritirata per lo stesso motivo a L'Occitane, Yves Rocher, Caudalie e Mary Kay. Queste aziende non possono più usare sui loro prodotti il logo del "coniglietto che salta".

Urban Decay, essendo statunitense, ha notificato alla Coalizione per l'Informazione sui Cosmetici ai Consumatori (CCIC), che rappresenta lo Standard cruelty free negli USA, la sua decisione di vendere i propri prodotti in Cina, nonostante l'obbligo di test su animali che vige in quel Paese. Una delle condizioni per essere certificati cruelty-free è di non esportare prodotti per le vendita in Cina, a meno di non poter provare di aver avuto una esenzione dai test su animali.

Alcune compagnie sostengono di non essere a conoscenza di queste regole, tuttavia esse sono specificate nella legislazione cinese relativa ai cosmetici e sono quindi di pubblico dominio. Anche se non sono le aziende stesse a commissionare questi test su animali, il solo fatto di registrare i propri prodotti per il mercato cinese avvia delle procedure di test su animali da parte delle autorità cinesi e il costo di tali test è addebitato all'azienda stessa, o ai suoi partner locali in Cina.

Quest'anno, la Coalizione Europea per l'Abolizione degli Esperimenti su Animali (ECEAE) ha lanciato una iniziativa, in collaborazione con i maggiori rappresentanti dell'industria cosmetica, che ha lo scopo di far accettare alla Cina gli ormai diffusi metodi di test disponibili come alternativa ai test su animali. Serve il maggior supporto possibile da parte dell'industria per persuadere il governo cinese e rimuovere questa barriera al commercio etico.

Fonte:
http://www.gocrueltyfree.org/2012/06/07/154/urban-decay-china/consumer
7 giugno 2012

Cosa risponde Urban Deacay?

L'azienda ha rilasciato un comuncato stampa sul tema, nell'intento di non perdere i suoi clienti che l'hanno scelta in quanto cruelty-free, ma allo stesso tempo non perdere i guadagni del mercato cinese. Il comunicato è davvero penoso, e certamente fallisce miseramente il suo primo scopo, anche a giudicare dai comemnti degli ex-clienti. Si trova alla pagina:
http://www.temptalia.com/urban-decay-press-statement-animal-testing-and-china

In sostanza, quel che dicono si può riassumere in: "La nostra politica è sempre stata e sempre sarà cruelty-free, se in Cina faranno dei test su animali non è colpa nostra, e poi tanto se non ci andiamo noi, a vendere in Cina, ci andrà qualcun altro, meglio che andiamo noi, che siamo un'azienda etica, così possiamo convincerli dall'interno a smettere di fare test su animali e cambiare la loro cultura".

Ovviamente, i loro clienti non ci cascano, a maggior ragione perché, come spiegato nel comunicato BUAV, invece una iniziativa per convincere il governo cinese a eliminare questo obbligo di test su animali già esiste, e ha tanta più forza quanto più le aziende cruelty-free si rifiutano di entrare nel mercato cinese fino a che l'obbligo non verrà eliminato. Se volevano davvero fare qualcosa per cambiare le regole cinesi, dovevano rifiutarsi di commercializzare ADESSO i propri prodotti in Cina, ma invece unirsi alla battaglia per cambiare questa regole, e DOPO vendere anche in Cina.

Invece, evidentemente a loro importa di più incrementare le vendite, piuttosto che salvare gli animali.

La cosa è molto triste, anche perché pare che quest'azienda abbia costruito gran parte della sua immagine proprio sul suo essere cruelty free, ed è un'azienda di gran successo, i suoi cosmetici (make-up) vanno anche molto di moda... è dunque importante far capire loro che perderanno moltissimi clienti a causa della loro decisione di vendere in Cina adesso, quando ancora vige l'obbligo di test su animali.

Come protestare

Per inviare loro la nostra protesta, possiamo firmare due petizioni on-line e mandare una mail diretta ai loro indirizzi. Ecco tutte le istruzioni, vi preghiamo di prendervi 10 minuti per partecipare, non serve di più. Grazie.

Petizione 1

Questa petizione della PETA serve semplicemente a far sapere a Urban Decay che non compreremo più i suoi prodotti a causa della sua decisione.
Per firmare:
https://secure.peta.org/site/Advocacy?cmd=display&page=UserAction&id=4163
I campi da inserire nel box verde sulla sinistra sono: nome, cognome, email. Premete poi il bottone arancio più in basso al centro.
La pagina che compare dopo chiede semplicemente di segnalare la stessa petizione ai propri amici.

Petizione 2

Questa petizione chiede a Urban Decay di non vendere in Cina, a meno che non venga concessa loro l'esenzione dai test su animali, e altrimenti rinunciare. Per firmare:
http://www.change.org/petitions/urban-decay-refuse-animal-testing-in-china
I campi da indicare nel box grigio sulla sinistra sono, nell'ordine: nome, cognome, email, via, citta', nazione, CAP. Poi premere il bottone rosso SIGN.

Mail diretta

Oltre alle petizioni, mandiamo anche questa mail-tipo a info@urbandecay.com e a publicrelations@urbandecay.com

Il messaggio-tipo dice semplicemente che non saremo più loro clienti e inviteremo a fare lo stesso sia i nostri conoscenti che tutte le persone che possiamo raggiungere on-line, e che qualsiasi cosa rispondano, qualsiasi siano le loro spiegazioni, non cambieremo idea, l'unica cosa che ci può far cambiare idea è una loro eventuale decisione di ritirare i propri piani di ingresso nel mercato cinese.

NB: se vi arriva un messaggio di risposta automatica da uno di questi indirizzi, ignoratelo e per favore NON inviatecelo, grazie!

Messaggio-tipo, da copiare e inviare ai due indirizzi sopra indicati (mettete il vostro nome e cognome in fondo):

To Urban Decay:

I am shocked to learn that Urban Decay has made the unfortunate decision to begin marketing its products in China, despite China's animal testing requirement, and despite Urban Decay's longstanding policy against animal testing.
If you do not withdraw your decision, I will not be your customer anymore and I will invite to do the same my family, friends, colleagues, and members of online communities as well.
Please, make both the ethical and financially-responsible decision to discontinue your plan to market your products in China: You can wait for some years, until the requirement of testing cosmetics on animals will be dropped. Anti-vivisection non-profit organizations and companies as well are working in this direction: Please, be part of this effort, do not step out of this important initiative for profit's sake, only because you want to start selling in China immediately!
None of your statements and explanations will have any influence on my decision: Only revoking your plan to enter in the China market can change the situation.

Best regards,
...nome cognome ...

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