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25/01/2007
Sul sito dell'Universita' Federico II di Napoli fa bella mostra di se' il nuovo corso: Corso di Perfezionamento in Scienze e Tecnologie applicate agli animali da laboratorio che verra' inaugurato domani, 26 gennaio 2007.
Questa e' la pagina di presentazione.
http://www.anilab.unina.it/presentazione.php.
Il problema non e' tanto il corso in se', perche', visto che gli esperimenti su animali comunque si fanno, e si continueranno a fare ancora per molti anni, meglio avere qualcuno che sia in grado maneggiare gli animali un po' meglio del primo che passa per strada (come avviene spesso adesso) e magari se in un futuro sara' obbligatorio avere questo tipo di specializzazione per aver a che fare con gli animali di laboratorio, sara' un costo maggiore per i laboratori stessi, che male non fa, dal nostro punto di vista.
Il problema vero e' quanto scrivono sul sito e quindi l'impostazione del corso:
La ricerca scientifica in campo biomedico a tutt'oggi non può prescindere dalla sperimentazione animale. L'impiego degli animali da laboratorio ha consentito l'acquisizione di gran parte delle attuali conoscenze nel settore biomedico e di ottenere risultati altrimenti irraggiungibili. Non c'é dubbio che la sperimentazione animale abbia contribuito al miglioramento della qualità della vita sia dell'uomo che degli animali (i.e. sperimentazione di presidi farmacologici, vaccini, terapia genica, xenotrapianti, etc).
E l'altro problema e' che sarebbe stato molto piu' auspicabile avere invece dei corsi che insegnino agli studenti e futuri ricercatori come si fa la ricerca "vera", cioe' quella senza animali, e non un mero "Inoltre, il Corso si prefigge di introdurre alle tecnologie alternative e/o complementari all'uso degli animali." buttato li' cosi' come fosse una cosa secondaria.
L'invito e' dunque a scrivere a:
Rettore, Pro-Rettore, Direttore Amministrativo - Segretario, Presidente del Polo delle Scienze e delle Tecnologie, Presidente e Direttore del Polo delle Scienze Umane e Sociali, Presidente e Direttore del Polo delle Scienze e delle Tecnologie per la Vita (piu' oltre gli indirizzi)
per contestare l'affermazione di cui sopra e chiedere dare maggior spazio all'insegnamento dei metodi di ricerca senza animali.
Scriviamo a:
rettore@unina.it, prorettore@unina.it, diramm@unina.it, dapuzzo@unina.it, massimo.marrelli@unina.it, calogero@ceda.unina.it, mayoll@unina.it, luciano.mayol@unina.it
oppure, usando il ";" come separatore:
rettore@unina.it; prorettore@unina.it; diramm@unina.it; dapuzzo@unina.it; massimo.marrelli@unina.it; calogero@ceda.unina.it; mayoll@unina.it; luciano.mayol@unina.it
Sarebbe bene scrivere un messaggio di proprio pugno, quello "tipo" proposto e':
Buongiorno,
scrivo per unirmi alla protesta contro la visione delle cose che proponete nella presentazione del "Corso di Perfezionamento in Scienze e Tecnologie applicate agli animali da laboratorio" in cui si da' per scontata una mai dimostrata validita' della sperimentazione animale. Chiedo inoltre che maggior rilievo venga dato all'interno dell'universita' allo sviluppo, uso, insegnamento, diffusione dei metodi di ricerca senza uso di animali.
Distinti saluti,
... nome cognome ...
Qui di seguito riportiamo per completezza quello che abbiamo scritto noi come AgireOra Network, pero' NON COPIATELO, scrivete per favore un vostro messaggio personale o tutt'al piu' usate il messaggio tipo qui sopra, grazie!
Buongiorno,
vi scriviamo in riferimento al nuovo corso "Corso di Perfezionamento in Scienze e Tecnologie applicate agli animali da laboratorio" che sta per essere inaugurato presso la vostra universita'.
Che ad oggi gli animali continuino purtroppo a essere usati nei laboratori e che cosi' continuera' per molto tempo lo sappiamo, e quindi come corso puo' avere un suo senso, quello che proprio non ci sta bene e' il fatto che nella presentazine del corso si scriva:
La ricerca scientifica in campo biomedico a tutt'oggi non può prescindere dalla sperimentazione animale. L'impiego degli animali da laboratorio ha consentito l'acquisizione di gran parte delle attuali conoscenze nel settore biomedico e di ottenere risultati altrimenti irraggiungibili. Non c'é dubbio che la sperimentazione animale abbia contribuito al miglioramento della qualità della vita sia dell'uomo che degli animali (i.e. sperimentazione di presidi farmacologici, vaccini, terapia genica, xenotrapianti, etc).
come se fossero fatti assodati e su cui tutti sono d'accordo, il che non e' assolutamente vero, come testimonia l'estratto di bibliografia che allego qui sotto. Questo vostro approccio e' piuttosto grave, in quanto non fa che perpetuare il dogma dell'utilita' della sperimentazione animale, ed e' bene quindi che sappiate che sono molte le persone in Italia che iniziano ad aprire gli occhi su questo aspetto. Ci sembra proprio il caso che una istituzione pubblica com'e' una universita' si evolva allo stesso modo e mostri almeno di essere al corrente della critica scientifica e ponga il pubblico di fronte a questa evidenza, senza nasconderla con affermazioni perentorie come quella sopra riportata.
Inoltre, sarebbe molto gradito da parte della maggior parte dei cittadini italiani una attenzione almeno pari, se non maggiore, all'insegnamento dei metodi di ricerca e sviluppo senza l'uso di animali, non un mero "Inoltre, il Corso si prefigge di introdurre alle tecnologie alternative e/o complementari all'uso degli animali" ma un corso apposito. Nella sostanza, vorremmo rendere noto che sarebbe proprio il caso che l'universita' evolvesse in questo senso e iniziasse a lasciarsi alle spalle certe metodologie obsolete e mai validate scientificamente. D'altra parte, un maggior sviluppo della ricerca senza animali e' proprio quel che chiedono i cittadini in tutta Europa, come dimostra anche l'esito della consultazione pubblica europea svolta da giugno ad agosto 2006, che proponeva al pubblico e agli addetti ai lavori un questionario sull'applicazione della direttiva 86/609/CEE relativa alla "protezione degli animali utilizzati a fini sperimentali o ad altri fini scientifici": oltre tre quarti delle persone che hanno partecipato al sondaggio ritengono che non siano investiti fondi comunitari sufficienti per sviluppare e convalidare metodi di sperimentazione alternativi, mentre il 92% ha affermato che l'UE dovrebbe assumersi un ruolo di guida nella promozione della sensibilizzazione in materia di protezione degli animali."
In attesa di un gradito riscontro sulle tematiche proposte, porgiamo cordiali saluti.
La Redazione di AgireOra Network https://www.agireora.org - info@agireora.org
Un po' di riferimenti sulla critica scientifica alla sperimentazione animale, che speriamo vogliate leggere:
Dove sono le prove che la ricerca su animali sia utile per l'uomo? [1]
L'articolo e' stato pubblicato nella rivista scientifica British Medical Journal, nel numero 328 del 28-2-2004 (pp. 514-517). Nell'articolo gli autori affermano che gran parte delle ricerche condotte su animali per cure che dovrebbero essere applicate agli uomini, sono sprecate perché condotte in maniera inadeguata e perché non vengono valutate attraverso verifiche sistematiche.
Il futuro della ricerca in teratologia e' in vitro [2]
In questo articolo, pubblicato su Biogenic Amines nel 2005, gli autori sostengono, nell'abstract:
Le malformazioni congenite indotte dall'esposizione materna ad agenti esogeni durante la gravidanza sono prevenibili, se gli agenti stessi possono essere identificati ed evitati. Per decenni, sono stati dedicati miliardi di dollari e di ore-uomo a studi su animali e metodi di caratterizzazione. In questo articolo mostriamo, attraverso una revisione e analisi sistematica globale dei dati disponibili, che la scientificita' di questi metodi e' opinabile e che essi costituiscono un pericolo per gli esseri umani.
L'evoluzione e l'applicazione dei metodi alternativi [3, 4]
Tra fine 2005 e inizio 2006, due delle più prestigiose riviste scientifiche internazionali, Nature e Scientific American, hanno pubblicato ciascuna un articolo sui metodi alternativi alla sperimentazione animale nei test di tossicità, sostenendo una posizione decisamente critica nei confronti dei test di tossicità svolti su animali. Thomas Hartung, a capo dell'ECVAM (l'istituto fondato in seno all'Unione Europea per sovrintendere allo sviluppo e validazione dei metodi alternativi) dal 2002, afferma, nelle pagine di Nature, che le nuove sfide che attendono l'istituto sono un'opportunita' per la tossicologia di "trasformarsi in una scienza rispettabile". Egli dichiara inoltre che i test di tossicita' usati per decenni sono semplicemente "cattiva scienza" e che "ora abbiamo l'opportunita' di ricominciare da zero e sviluppare test basati su evidenze reali, che siano davvero predittivi".
"The unique cytoarchitecture of human pancreatic islets has implications for islet cell function" [5]
I ricercatori del Diabetes Research Institute dell'Università di Miami e del dipartimento di Medicina Molecolare dell'Università di Stoccolma hanno pubblicato nel febbraio 2006 un articolo dal titolo "The unique cytoarchitecture of human pancreatic islets has implications for islet cell function". Gli autori dell'articolo hanno scoperto e dimostrato che la struttura del tessuto umano responsabile della produzione di insulina è fortemente diverso da quello dei roditori, animali normalmente utilizzati per studi sul diabete.
Confronto degli effetti delle cure provate su animali e clinicamente sull'uomo [6]
Nel dicembre 2006 e' stato pubblicato sulla rivista British Medical Journal l'articolo "Confronto degli effetti delle cure provate su animali e clinicamente: una revisione sistematica". Nell'articolo, gli autori mettono a confronto i risultati di varie cure sperimentali effettuate come test clinici (pubblicati su riviste medico-scientifiche) con quelli delle corrispondenti cure effettuate su modelli animali. Il confronto e' stato eseguito su sei cure scelte a priori, di cui si conoscevano i risultati sugli umani, e in seguito sono stati cercati tutti i possibili studi su animali condotti sulle stesse cure sperimentali. Gli autori affermano "La nostra revisione sistematica fornisce indicazioni sulla limitatezza dei modelli animali, e sulla loro incapacita' di rappresentare le corrispondenti malattie negli umani". I risultati nei sei casi esaminati (per ciascun caso sono stati esaminati molti articoli della letteratura scientifica) sono stati vari: in tre casi ci sono stati risultati simili, in altri tre casi no.
In sostanza, un po' come tirare una moneta: 50% di possibilita' di avere risultati su animali congruenti con quelli sugli umani!
Riferimenti:
[1] Pound P, Ebrahim S, Sandercock P, Bracken MB, Roberts I. "Where is the evidence that animal research benefits humans?", BMJ 2004 February 28; 328(7438): 514–517.
[2] Bailey J, Knight A, Balcombe J. "The future of teratology research is in vitro". Biogenic Amines 2005;19(2): 97-145.
[3] Alison Abbot, "More than a cosmetic change", Nature, vol. 438 - 10 November 2005.
[4] Alan M. Goldberg, Thomas Hartung, "Protecting more than animals", Scientific American, January 2006
[5] Cabrera O, Berman DM, Kenyon NS, Ricordi C, Berggren PO, CaicedoA. "The unique cytoarchitecture of human pancreatic islets has implications for islet cell function". PNAS February 14, 2006; 103(7): 2334 -2339
[6] Perel P, Roberts I, Sena E, Wheble P, Briscoe C, Sandercock P, Macleod M, Mignini LE, Jayaram P, Khan KS, "Comparison of treatment effects between animal experiments and clinical trials: systematic review", BMJ, doi:10.1136/bmj.39048.407928.BE (published 15 December 2006)
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"Papà, raccontami ancora di quando le persone hanno smesso di uccidere gli animali per mangiarli."
La storia che studieranno le prossime generazioni la stiamo scrivendo noi adesso. Facciamo in modo che sia una storia migliore per tutti gli esseri viventi.