I vivisettori piagnucolosi

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25/04/2013

Penoso teatrino dei "poveri vivisettori" dopo la liberazione di animali a Milano.

Dopo l'iniziativa dei 5 attivisti che il 20 aprile hanno occupato lo stabulario della facoltà di Farmacologia dell'Università degli Studi di Milano, portando fuori centinaia di animali e denunciando gli orrori compiuti nei laboratori (vedi notizia Liberazione degli animali dall'università di Milano), vivisettori e vivisezionisti si lamentano sui giornali, rivendicando il loro diritto ad ammazzare e inscenando una "manifestazione pro-vivisezione".

Di vergognosi articoli a loro favore ce ne sono stati svariati, ne esaminiamo uno che ben esemplifica tutte le mistificazioni che vengono fatte circolare sul tema. E' sempre stupefacente constatare come ripetano sempre gli stessi concetti, vecchi, illogici, fasulli, non tentano nemmeno di reagire con una qualche forma di onestà intellettuale e razionalità, nonostante alcuni degli "orgogliosi vivisettori" siano anche giovani. Evidemente, nonostante questo, il dogma della vivisezione è entrato troppo a fondo nel loro cervello e non riescono più a ragionare in modo razionale su che cosa sia la vera scienza; e nel loro cuore non esiste più spazio per l'empatia e il rispetto per la vita degli altri.

L'articolo che esaminiamo è stato pubblicato su Wired.it e si intitola Il significato dell'assalto allo stabulario di Milano.

Esaminiamo e commentiamo alcune frasi che mettono in luce la tipica mentalità dei vivisezionisti.

Per loro gli animali sono cose

Dicono nell'articolo: L'occupazione dello stabulario si è conclusa con la perdita degli animali usati nella sperimentazione.

No, signori vivisezionisti, non si è concluso con la PERDITA degli animali, si è concluso con la messa in salvo degli animali, che dopo aver conosciuto una vita fatta solo di gabbie piccolissime, paura, sofferenza fisica, adesso potranno avere una vita decente in una famiglia che li adotti.

Lo spreco di soldi

Poi fanno notare il danno in termini monetari causato dall'azione antivivisezionista. Riprendendo la stessa lettera di lamentazioni dei vivisettori, dicono che vi sia stato "un danno nell'ordine di centinaia di migliaia di euro" e aggiungono che tali ricerche sono "finanziate da enti pubblici ma anche da fondazioni Onlus, queste ultime sostenute dalle donazioni di cittadini generosi interessati alla salute pubblica."

Ecco, questo è interessante, ma nel senso opposto a quello che intendono loro: non è la liberazione degli animali che ha causato questo spreco, ma è la ricerca sugli animali che causa uno spreco enorme di soldi, in quanto scientificamente inutile e spesso dannosa. Queste centinaia di migliaia di euro, sono tutti soldi di noi cittadini, in quanto si tratta di finanziamenti pubblici (quindi soldi delle tasse) o di donazioni alle associazioni per ricerca medica, come Telethon, AIRC, AISM, ANLAIDS, ecc.

Ammettono dunque loro stessi l'enorme quantità di soldi pubblici utilizzata per esperimenti su animali: quello che possiamo fare come singoli cittadini è quindi evitare di dare donazioni alle associazioni per la ricerca medica che finanziano anche ricerche su animali. Tutte quelle note lo fanno, e molte di quelle più piccole e meno note. Quindi, a meno di non essere certi che una data associazione NON finanzia studi su animali, meglio indirizzare diversamente le nostre donazioni. Maggiori info sul tema nella pagina della campagna Per una ricerca di base senza animali.

Il dogma della vivisezione indispensabile

Nella lettera dei vivisettori piagnuculosi non poteva non apparire il loro dogma più caro. Dicono: "è altrettanto innegabile che i grandi progressi della medicina e lo sviluppo di terapie sono stati possibili solamente grazie all'uso di animali da laboratorio, utilizzo che sarà necessario anche per futuri auspicabili sviluppi".

E' NEGABILE, eccome. Solo perché nella loro testa ormai non c'è più spazio per altre visioni più razionali, danno per scontato che la sperimentazione sugli animali sia utile, indispensabile. Non mettono nemmeno in discussione la possibilità di ragionare in maniera diversa sull'argomento. Ormai sono sempre più numerosi invece gli articoli di critica, pubblicati anche su riviste scientifiche internazionali, che osano finalmente sfidare questo dogma vecchio di secoli.

"Quello che facciamo è legale"

Ancora, i vivisettori sostengono che le loro ricerche sono: "approvate dagli uffici competenti del ministero della Ricerca, condotte secondo tutte le norme nazionali e internazionali sul trattamento degli animali da esperimento".

Certo, e chi lo mette in dubbio? Le leggi sono tutte rispettate, ma proprio qui sta il problema: la legge su questo tema permette al ricercatore di fare quello che vuole, non esistono divieti, non esistono obblighi, tutto sta alla sua discrezione. E le normative stesse sono fatte a misura di vivisettore, plasmate dalla ben potente lobby dei vivisettori (delle industria chimico-farmaceutica e delle università). Grazie tante che poi "le rispetanno": le hanno decise loro stessi, e consentono loro di comportarsi come meglio gli aggrada... sarebbe ridicola questa loro difesa, se non fosse tragica.

Negazione della sofferenza degli animali

I vivisettori affermano che: "gli animali sono mantenuti con la massima cura". Una tale faccia tosta è davvero sconcertante: sono tenuti perennemente in gabbia, senza una tana, senza la possibilità di nascondersi alla vista, che invece per le specie utilizzate è una necessità, altrimenti vivono in uno stato di continuo terrore. Sono manipolati senza nessuna cura, vengono fatti ammalare artificialmente delle peggiori malattie, vengono manipolati geneticamente in modo da nascere con difetti più o meno gravi, sono sottoposti a iniezioni, inalazioni e quant'altro di sostenze chimiche, soffrono in continuazione e infine sono uccisi. Questo vuol dire tenerli con la massima cura?

"Portando fuori gli animali dai laboratori fate loro del male"

Questa frase lascia davvero nauseati: secondo loro portar via gli animali dal loro luogo di prigionia non significa liberarli ma "esporli a morte in un ambiente completamente diverso da quello in cui avevano vissuto finora".

I vivisettori da sempre cercano di far credere alla gente che gli animali stanno benissimo in gabbia a subire ogni sorta di sperimentazione, e quando vengono portati via i ricercatori sono tutti preoccupati del loro benessere e della loro possibilità di sopravvivenza. Ma pensano che ci sia qualcuno di così stupido da crederci veramente?! Di animali usati nei laboratori e poi fatti uscire e adottare (del tutto legalmente) ce ne sono stati a migliaia negli ultimi anni, e tutti sono stati bene, hanno smesso di soffrire e hanno potuto avere una vita tranquilla e felice. I vivisettori farebbero miglior figura a tacere su questo aspetto.

Giocano con le parole, per nascondere la violenza

Non poteva mancare ovviamente il solito giochino "No, noi non facciamo mica vivisezione, facciamo solo ricerca su animali!". Come se cambiando la parola usata, cambiasse quello che gli animali subiscono.

Ecco dunque la loro scontata conclusione: "Speriamo inoltre che quanto è successo possa contribuire a chiarire la differenza tra 'vivisezione' e ricerca di base volta alla scoperta di terapie per malattie ancora incurabili e gravemente invalidanti che affliggono la nostra società."

La parola giusta da usare è invece vivisezione. Qualsiasi parola si usi, in realtà, fa lo stesso, perché quel che conta è il fatto che gli animali sono sottoposti a sperimentazioni dolorose, sono tenuti prigionieri e sono infine uccisi. Ma "vivisezione" è più corretto come termine, proprio perché rende bene il senso di violenza cui gli animali sono sottoposti. Il dizionario ci è di conforto e ci conferma che "vivisezione" è sinonimo di "sperimentazione animale" e "ricerca su animali", quindi usiamo questo termine, i vivisettori non sperino di ripulirsi la coscienza ripulendo le parole.

La manifestazione dei pro-vivisezione

Per organizzare la penosa "contro-manifestazione" dei vivisettori, chi è sceso in campo? FederFauna e Pro-Test.

FederFauna è un'associazione di allevatori, circensi, cacciatori, venditori di animali, insomma, individui che traggono guadagno dal quotidiano sfruttamento, e spesso conseguente uccisione, degli animali di ogni specie. Certamente è una bella accoppiata con gli "scienziati" che basano il loro lavoro sull'uso di animali in laboratorio come fossero strumenti e non esseri senzienti.

Pro-Test è un'associazione appena formatasi (con in home page una foto ridicola, peraltro) che ha lo scopo di rinvigorire la disinformazione fatta dai vivisttori sul tema della sperimentazione animale. Finora i vivisettori non hanno avuto molto bisogno di esporsi pubblicamente a difesa del loro "diritto" ad ammazzare animali. E' un diritto che hanno sempre avuto e la maggior parte del pubblico generale, disinformato sul tema, era dalla loro parte per partito preso.

Ora le cose non stanno più così: per loro stessa ammissione, ben oltre la metà dell'opinione pubblica è contro l'uso di animali nei laboratori (vedi articolo: Il sondaggio dei vivisettori), quindi non gli basta più vivere di rendita, devono iniziare a fare disinformazione, per far credere che la sperimentazione su animali serva, e sia anzi indispensabile.

Conclusione

E' chiaro che ai vivisettori stanno saltando i nervi.

E' altrettanto chiaro che non sono proprio capaci di stare al passo coi tempi, e rispondono sempre con i soliti ritornelli senza senso, credendo che la gente che legge sia tutta stupida. Forse sono accecati dai loro dogmi, forse solo spaventati di non poter più infliggere agli animali ogni sorta di sperimentazione, continuando a ricevere i finanziamenti per farlo.

Si sentono degli eroi che salvano vite, o forse vogliono solo apparire come tali.

Se vogliono davvero salvare vite, smettano con la vivisezione, e passino alla scienza vera.

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