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29/09/2006
Gli allevatori molisani, così come in passato i 'colleghi'di altre parti d'Italia e d'Europa, chiedono aiuto, visto il calo delconsumo dei loro 'prodotti' provocato dallo scoppio dell'aviaria.E' incredibile sentire discorsi tanto sfacciati....
Leggiamo dalle agenzie di stampa:
AVIARIA: MOLISE, MANCATA PRODUZIONE DI 10 MILIONI DI POLLI (AGI) - Campobasso, 20 set. - Una mancata produzione di dieci milioni polli con una perdita netta (solo per mancato incasso) di circa 9 milioni di euro. Questi i primi danni stimati dalla 'sindrome' dell'influenza aviaria per gli allevatori molisani. La ventesima regione si colloca al quarto posto in Italia per produzione di carni avicole (36 milioni di polli all'anno), che provengono da 250 allevamenti.
Secondo l'organizzazione di categoria gli aiuti statali coprono solo in parte i costi aggiuntivi sostenuti dalle aziende, che tra poche settimane torneranno a versare anche gli oneri contributivi. Ai danni diretti vanno, pero', aggiunti interessi passivi maturati verso le banche, lo stato pre fallimentare di decine di allevamenti e le ripercussioni negative sull'intera filiera, considerando che nel Molise ha sede anche il gruppo Arena, uno dei leader italiani delle carni bianche. Per questo la Coldiretti ha chiesto alla Regione Molise di intervenire con fondi propri per consentire agli allevatori di superare gli effetti dell'emergenza e di rilanciare sul mercato il prodotto avicolo molisano, che assicura "alti livelli di sicurezza alimentare".
Alla luce della realtà, tali richieste sono semplicemente assurde. Questa malattia si diffonde proprio in base alle pessime condizioni in cui versano i volatili negli allevamenti intensivi di TUTTO il mondo, e di questa terribile violenza sono responsabili SOLO gli allevatori, anche se ovviamente i "mandanti" sono i consumatori.
La reazione dei consumatori di fronte all'allarme mediatico è scontata, così come lo era per mucca pazza, o per la contaminazione del latte con l'inchiostro ITX qualche mese fa.
Ma perchè mai lo Stato dovrebbe salvare Arena&co., secondo gli allevatori?
- stiamo per chiudere, e se
succedesse si creerebbero molti disoccupati;
- il nostro 'prodotto' è un bene fondamentale;
- se non ci finanziate non vi votiamo e facciamo un
blocco in autostrada.
Quanto alla prima, molte aziende chiudono ogni anno in Italia e, tranne rarissime eccezioni, lo Stato non regala fondi da immettere in bilanci sconquassati. Nel caso in cui ci fossero disoccupati, lo Stato avrebbe il dovere morale di riqualificarli (funziona così ovunque, tranne per gli allevatori!). La seconda affermazione è falsa, come tutti gli scienziati dovrebbero ammettere e, richiamando censure di ogni tipo e l'anatema di molte lobbies, gli esperti di alimentazione vegetariana e vegana continuano ad affermare. Infine, la terza si commenta da sola...
Noi contribuenti paghiamo profumatamente per mantenere un settore 'produttivo' inefficiente, che sopravvive solo per gli aiuti di Bruxelles, incredibilmente inquinante e distruttore di risorse (acqua, suolo fertile, cibo, energia; utilizzo massiccio e indispensabile di fertilizzanti chimici e pesticidi, nonchè OGM), dannoso per la salute, che addossa le proprie esternalità negative ad ogni componente della società (in spese sanitarie e generale degrado dell'ambiente) e provoca una crescente violenza generalizzata e istituzionalizzata verso miliardi di animali ogni anno.
E vogliono pure dei soldi...?
Osservando CRITICAMENTE le implicazioni dell'attività zootecnica è invece ovvio che il ridimensionamento e la graduale scomparsa del settore dell'allevamento sarebbe solo un passo in avanti della società italiana verso un necessario sviluppo sostenibile, il pareggio di bilancio e sopratutto il necessario riconoscimento della dignità di ogni essere vivente, 'broiler' compresi. Altro che crisi!
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"Mamma, raccontami ancora di quando le persone hanno smesso di uccidere gli animali per mangiarli."
La storia che studieranno le prossime generazioni la stiamo scrivendo noi adesso. Facciamo in modo che sia una storia migliore per tutti gli esseri viventi.