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05/10/2006
Nelle ultime settimane e' stata molto accesa la protesta contro gli abbattimenti selettivi di migliaia di ungulati decisi dalla Regione Piemonte. Ieri c'e' stata l'udienza del TAR, che doveva decidere definitivamente se sospendere la delibera della Regione oppure se "riattivarla" dopo la sospensione di settembre. Ebbene... i cacciatori (e i loro amici della Giunta Regionale) hanno perso, e i caprioli hanno vinto!
Qui sotto il comunicato stampa di Caccia il Cacciatore, che spiega un po' meglio la vicenda.
Noi intanto possiamo scrivere alla Presidente Bresso, che tanto ama la
carne di capriolo, quanto siamo dispiaciuti che lei e i suoi amici
cacciatori abbiano perso... scriviamo a:
presidente@regione.piemonte.it
fax 011.4323650
[COMUNICATO STAMPA]
ASSOCIAZIONE ITALIANA FAMILIARI E VITTIME DELLA CACCIA
IL TAR DA' RAGIONE AI CAPRIOLI: GLI ABBATTIMENTI
SELETTIVI IN PIEMONTE NON RIPRENDERANNO!
BOSCHI PIU' SICURI, PER GLI ANIMALI E PER LE PERSONE
5 ottobre 2006
Dopo aver sospeso a inizio settembre la strage di ungulati voluta dalla Regione Piemonte, nell'udienza di oggi del TAR piemontese viene riconfermata la decisione: i piani di abbattimento selettivo approvati dalla Regione Piemonte non sono in regola e quindi la delibera delle Regione non risulta valida. La regione non ha rispettato l'iter corretto, che prevede il preventivo parere dell'INFS, l'istituto Nazionale per la Fauna Selvatica. Si puo' ancora sparare agli ungulati solo nelle aziende faunistico venatorie private, dunque, che non necessitano del parere dell'INFS, ma non negli ATC e CA, cioe' nei "luoghi pubblici" di caccia.
Le tante migliaia di ungulati condannati a morte potranno cosi' salvarsi, ma non certo per merito della Regione Piemonte. Affermano i rappresentanti dell'Associazione Italiana Familiari e Vittime della Caccia, che, assieme alla Lega Abolizione Caccia, hanno presentato a fine agosto il ricorso al TAR vinto definitivamente oggi: "I governanti locali che vogliono risolvere il problema del sovrannumero di animali selvatici adottano sempre la soluzione per loro piu' semplice, nel senso di 'meno laboriosa', quella degli abbattimenti di massa. Ma dovrebbero iniziare ad ammettere che questa non e' affatto una soluzione, perche' il problema si ripresenta ogni anno. E quindi e' loro dovere cercare e trovare altre soluzioni, soluzioni che non coinvolgano mai i cacciatori, il cui comportamento e' sempre e comunque un pericolo per l'incolumita' pubblica, che invece i governanti locali dovrebbero tutelare".
Trovano cosi' ragione le istanze dei tantissimi cittadini che nelle scorse settimane hanno protestato per queste uccisioni senza senso, e i tanti "cacciatori arrabbiati" dovranno accontentarsi di meno prede. Dichiara l'Associazione Italiana Familiari e Vittime della Caccia: "I cacciatori hanno protestato in queste settimane perche' sono stati dipinti come individui pericolosi e violenti, ma e' esattamente quello che sono: violenti con gli animali, perche' non si puo' definire in altro modo chi prova piacere a uccidere esseri indifesi, e pericolosi per gli umani perche' gia' in sole 3 settimane di stagione venatoria ci sono stati 9 morti e 24 feriti, tra cui molti non cacciatori".
E si tratta comunque di un bilancio per difetto, perche' conta soltanto gli incidenti riportati sui giornali: tanti ferimenti, magari piu' lievi, e gli innumerevoli casi di "allarme sociale", minacce dei cacciatori contro i cittadini indifesi, spari nei giardini e vicino alle case, ecc., spesso non sono riportati sui quotidiani.
La stagione venatoria continuera', ma grazie a questa vittoria al TAR, i cacciatori sono stati messi in condizione di nuocere di meno. Agli animali e agli umani.
Contatti:
www.cacciailcacciatore.org - info@cacciailcacciatore.org
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