Micro fegati artificiali per i test dei farmaci

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07/12/2007

Al Massachusetts Institute of Technology e' stato realizzato un modello del fegato umano, che non usa cellule animali.

I ricercatori del Massachusetts Institute of Technology hanno sviluppato una nuova tecnica - annunciata nel numero del 18 novembre della rivista online Nature Biotechnology - per creare delle minuscole colonie di cellule di fegato umano che realizzano un modello dell'intero organo.

Un modello funzionante del fegato umano e' importante perche' la maggior parte dei farmaci ritirati dal commercio falliscono proprio a causa delle loro tossicita' per il fegato. Infatti, sottolineano i ricercatori del MIT, i test attualmente usati non sono soddisfacenti, e per questo farmaci pericolosi possono raggiungere il mercato. I test esistenti sono basati su cellule di fegato di ratto, che pero', affermano i ricercatori, non rispondono sempre alle tossine allo stesso modo delle cellule umane. Come gli scienziati antivivisezionisti affermano da molto tempo, solo DOPO che si conosce l'effetto di una sostanza chimica sugli umani si puo' sapere se i risultati sugli animali erano validi. Ma a quel punto e' troppo tardi, e la vera cavia e' diventata il consumatore finale.

L'altro problema da risolvere era che le cellule di fegato umano sopravvivono solo pochi giorni in laboratorio: con questo nuovo metodo, invece, le colonie di cellule sono davvero minuscole, hanno un diametro di soli 500 micormetri (un micormetro e' un milionesimo di metro), ma si comportano in maniera molto simile all'intero fegato umano - il suo inventore le chiama un "modello tissutale ad alta fedelta'" - e possono sopravvivere fino a sei settimane.

Grazie a questo modello, si potranno provare i farmaci senza doverli provare sui pazienti umani, o almeno, si potranno scartare a priori i farmaci pericolosi prima dei test clinici.

Infatti, anche se questo non viene spesso detto, dopo i test su animali - che come ammettono gli stessi ricercatori del MIT non danno reali informazioni su quanto avverra' nel corpo umano - sono gli esseri umani a essere sottoposti a test, obbligatoriamente per legge, prima della messa in commercio. Prima persone sane volontarie (pagate profumatamente per mettere in pericolo la propria salute e la propria vita), poi malati solitamente negli ospedali, e poi i consumatori finali, che nei primi mesi o anni dalla messa in commercio di un farmaco diventano le vere cavie, e solo grazie a queste cavie i farmaci pericolosi vengono rimossi dal mercato.

Quindi, ben lungi dal "proteggere la salute umana", i test su animali sono un comodo paravento per poter testare prima su un piccolo gruppo di persone, e poi sui consumatori, tutte le sostanze chimiche messe in commercio.

Il nuovo modello di fegato umano, invece, non si basa su test su animali, ma su cellule umane. E' stato gia' provato su varie sostanze di cui gia' si conosceva la tossicita', ed e' stato in grado di predire i risultati ottenuti nei test clinici (cioe' sugli umani, non sugli animali!). Per esempio, il Troglitazone, un farmaco ritirato dal mercato dall'agenzia FDA statunitense perche' tossico per il fegato, ha mostrato, nel modello di fegato umano, dei livelli di tossicita' molto maggiori rispetto ad altri faramci analoghi approvati dalla FDA, come il Rosiglitazone e il Pioglitazone.

Questo modello usa una quantita' di cellule di fegato umano molto minore rispetto ad altri metodi basati su cellule umane e puo' utilizzare cellule congelate. Inoltre, e' in grado di indentificare la tossicita' delle sostanze sotto test nella fase iniziale del processo di sviluppo, permettendo cosi' di scartare a priori le sostanze troppo tossiche per il fegato.

E' stata fondata una nuova ditta chiamata Hepregen che produrra' e introdurra' nelle aziende farmaceutiche questo nuovo metodo di test. Speriamo davvero che questo metodo venga al piu' presto convalidato e usato al posto dei test su animali in tutto il mondo!

Fonte:
MIT News, 'Micro' livers could aid drug screening, 19 novembre 2007

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