La sofferenza dei pesci e la devastazione dei mari

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09/03/2008

I pesci sono animali come tutti gli altri: e, come gli altri, sono sfruttati,allevati in modo intensivo, uccisi senza pieta'.

Parliamo un po' di pesci. La loro situazione non e' certo migliore di quella degli altri animali usati senza scrupoli per l'alimentazione umana. Ma se nel caso dei mammiferi si fa strada una certa sensibilita' e sempre piu' persone smettono di mangiarli, la sofferenza dei pesci resta ancora per tanti versi nascosta e misconosciuta, tanto che molte persone pensano che i vegetariani "il pesce lo mangino", come se il pesce non fosse un animale, ma una sorta di "pianta".

La sofferenza dei pesci nella pesca industriale

La sofferenza dei pesci nelle nostre "tonnare", che vengono vergognosamente fatte oggetto di spettacolo per turisti e sponsorizzate come una "attrattiva" dalle istituzioni locali, e' ancora niente rispetto alla pesca industriale.

Anni luce dall'immagine "romantica" dei pescatori di Verga che sfidavano il mare per sfamare la famiglia, perché non conoscevano altro modo di vivere. Qui parliamo invece di enormi navi-fabbrica, equipaggiate con sonar, radar e scandagli acustici per la localizzazione dei branchi di pesci; dotate di reti grandi quanto un campo da calcio, reti a strascico, e le "reti da posta derivanti", che rastrellano i mari facendo strage di tutta la vita che trovano.

Reti che distruggono i fondali, habitat necessario per molte specie, e quindi spezzano l'equilibrio della catena alimentare degli animali marini. Uno solo di questi mattatoi galleggianti puo' uccidere in un anno 120.000 tonnellate di pesce - quante vite saranno? Un'enormita'.

Si', sappiamo che i pesci muoiono soffocati, ma ad esempio non sappiamo che i pesci da acque profonde (tra cui il merluzzo artico) muoiono in modo se possibile ancora piu' orribile: a causa della veloce decompressione che subiscono quando le reti vengono issate a bordo, i loro organi interni letteralmente scoppiano, e i loro occhi escono dalle orbite.

Negli anni a cavallo del 2000 la Commissione Europea ha introdotto una serie di divieti delle tecniche di pesca che piu' devastano l'equilibrio ittico ed ecologico dei mari [1]. Ma queste misure non sono certo sufficienti a porre un freno a questa devastazione: basti pensare che secondo una relazione dell'ONU, il 77% delle risorse ittiche e' ormai esaurito, e molte specie di pesci e di mammiferi acquatici sono in pericolo di estinzione. Non dimentichiamo poi che molti paesi "civili", tra cui il Giappone, ignorano e sfidano le convenzioni internazionali e l'opinione pubblica con la loro violenta e insensata caccia alle balene.

Allevamenti intensivi di pesci

La pratica nefasta degli allevamenti intensivi e' poi stata applicata anche ai pesci: un quarto degli oltre 4 milioni di tonnellate di crostacei commercializzati a livello mondiale proviene da stabilimenti di acquacoltura e molti di questi vengono poi trasformati in farine di pesce per allevare altre specie di pesci.

E' la stessa identica logica degli allevamenti intensivi dei polli come delle mucche: animali stipati all'inverosibile (25 kg di pesce per metro cubo d'acqua), mangini addizionati con antibiotici, che come negli allevamenti terrestri generano ceppi di batteri resistenti.

Sappiamo quanti kg di proteine vegetali sono necessari a produrre un kg di proteine animali (da 4 ad oltre 20, al variare della specie), ma non sappiamo che un analogo rapporto riguarda i salmoni, allevati ormai industrialmente alla stregua dei polli. Ebbene, per un kg di salmone occorrono 4 kg di crostacei (krill) e la loro pesca indiscriminata nelle acque dell'Antartide sta mettendo a rischio la sopravvivenza della fauna autoctona che non trova piu' cibo a sufficienza.

E non fa nemmeno "bene alla salute..."

Molti credono che il pesce sia un "cibo" salutare, ma dimenticano le pericolose contaminazioni da mercurio. Ancora oggi, a 50 anni di distanza ci sono migliaia di persone che soffrono le conseguenze della strage di Minamata che fece oltre 2000 vittime.

Lo stesso Ministero della Salute afferma che "e' stato riscontrato che il livello di mercurio nel pesce, anche per individui che ne consumano abitualmente piccole quantitá (media di 10-20 g di pesce/giorno), può significativamente influenzare l'assunzione totale di mercurio da parte dell'uomo" [2]. Il mercurio e i suoi derivati hanno pesanti effetti neurotossici.

Il consumo di pesce potrebbe in teoria essere vantaggioso solo per via degli acidi grassi essenziali omega 3 in esso presenti; ma, a fronte degli svantaggi molto piu' numerosi, conviene assumere gli omega 3 da fonti vegetali, come noci, olio di lino, semi di lino, che non hanno assolutamente nessuno svantaggio. Infatti, per ottenere la stessa quantita' di omega 3 facilmente ottenibili da fonti vegetali, bisognerebbe mangiare ogni giorno una quantita' di pesce che sarebbe certamente problematica, visti gli effetti collaterali pericolosi sopra citati. [3]

In conclusione...

Quando diciamo no alla carne, ricordiamoci che anche i pesci e tutti gli animali marini sono "carne", non sono certo vegetali e non soffrono di meno solo perche' non possono urlare.

Fonti

[1] Commissione Europea, L'Unione europea vieta le reti da posta derivanti: una decisione necessaria, 2 luglio 1998
[2] Ministero della salute, Metilmercurio
[3] Societa' Scientifica di Nutrizione Vegetariana, Gli acidi grassi essenziali (EFA) nell'alimentazione vegetariana

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