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21/03/2008
Maltrattmenti e uccisioni non vengono evitati dall'allevamento "a terra". Diminuire i consumi e' l'unica via per evitare sofferenza e morte a questi animali.
In questo periodo si parla molto del problema dell'allevamento delle "galline ovaiole" (cioe' le galline allevate per la produzione di uova) in batteria, e di come l'Italia, che pure nel 1999 aveva votato a favore della direttiva europea che prevede per il 2012 il divieto assoluto per questo genere di allevamento, ora si sia tirata indietro e abbia scelto di non rispettare questa scadenza, ma di farla slittare a chissa' quando.
E' giusto protestare per questo voltafaccia, e infatti proponiamo piu' oltre un messaggio-tipo da inviare al Sottosegretario alla Salute su questo tema, ma e' anche giusto spiegare come stanno davvero le cose, perche' altrimenti non si arrivera' mai da nessuna parte e tutte le iniziative legislative di "protezione" degli animali d'allevamento non serviranno mai a nulla.
Va detta innanzitutto una cosa: se e' vero che i due anni di vita di una gallina allevata in gabbia sono orribili, perche' non puo' muoversi, non puo' stendere le ali, ha le zampe ferite dalla rete, le viene tagliato il becco per evitare che ferisca le sue compagne (le galline non sono animali aggressivi, ma la prigionia le fa impazzire, come accadrebbe a qualunque essere umano, per questo si attaccano tra loro), e che quindi certamente togliere le galline da questa situazione e' un passo positivo, va detto che l'allevamento "a terra" non significa allevamento in liberta'. Significa che le galline sono tenute in capannoni dove si respira un'aria insalubre, dove non possono mai vedere il sole, dove soffrono comunque di malattie dovute alla prigionia continuata, e dove vengono comunque nutrite con mangimi pieni di sostanze chimiche e farmaci per curare le malattie endemiche e prevenire le epidemie (a volte con scarso successo, come dimostrano le notizie quotidiane che raccontano di epidemie devastanti in questo o quell'allevamento).
E dopo due anni le galline sono sempre e comunque portate al macello, non esistono dei "rifugi per galline pensionate": chi immagina che mangiare uova non comporti la morte di nessun animale, dovrebbe rendersi conto che e' impossibile che questo sia vero. Tutti gli animali usati per produrre qualcosa (che siano uova, latte o lana), in qualsiasi tipo di allevamento, vengono alla fine macellati molto prima della fine naturale della loro vita.
Inoltre, per ogni pulcino femmina che viene fatto nascere per la successiva produzione di uova, un pulcino maschio nasce e viene ucciso - soffocato o triturato - perche' la probabilita' che un pulcino nasca femmina o maschio e' del 50%, e solo le femmine sono utili a fare le uova, i maschi vengono "scartati" subito.
Per salvare animali e risparmiare loro sofferenza e morte, quindi, non basta scegliere un tipo di allevamento piuttosto che un altro, non serve a nulla se la quantita' di "cibi animali" consumati rimane la stessa.
Non serve perche' il numero di animali uccisi rimane uguale.
Non serve perche' e' impossibile che i metodi di allevamento cambino davvero se non dimunuisce la richiesta di prodotti animali: i continui slittamenti di ogni normativa "a tutela" degli animali d'allevamento lo dimostrano. Allo stesso modo in cui lo dimostrano i tanti casi di illegalita' (nei trasporti, negli allevamenti, nei macelli) che non si possono arginare a causa dei controlli troppo poco numerosi. Come si potra' mai sperare di tenere sotto controllo la situazione se il numero di animali allevati continua a rimanere sempre lo stesso, o aumenta? Solo con una diminuzione sara' possibile sperare di andare, passo-passo, verso una situzione migliore!
Diffidate di chi vi promette che gli animali staranno meglio cambiando solo tipo di allevamento senza chiedervi di diminuire i consumi. Non potra' mai essere cosi'. Se volete davvero fare qualcosa per far cambiare in meglio le condizioni degli animali, dovete come minimo diminuire i consumi, per far diminuire il numero di animali allevati.
A noi farebbe piacere che questa diminuzione fosse del 100%, e' chiaro. Ma anche una diminuzione del 50% e' un primo passo verso la soluzione del problema. Cambiare tipo di uova acquistate, e consumarne sempre la stessa quantita', non salva animali, non fa cambiare le leggi, non fa diminuire gli abusi. Serve a mettere a posto la coscienza e far dimenticare il problema. Che continuera' pero' ad esistere.
Rimane il fatto che non dobbiamo far dimenticare ai nostri politici che il voltafaccia dell'Italia, contro gli animali e a favore degli allevatori, e' vergognoso.
Quindi, scriviamo al Sottosegretario alla Salute, all'indirizzo: g.patta@sanita.it
il seguente messaggio-tipo, che siete invitati a personalizzare (ovviamente sempre con uno spirito propositivo ed evitando ingiurie, che non servono a nulla e fanno solo danno):
Egregio signor Sottosegretario alla Salute,
mi unisco alla protesta per il voltafaccia dell'Italia sulla normativa europea sull'allevamento delle galline ovaiole in batteria.
Se nel 1999 l'Italia aveva votato a favore della messa al bando di questo genere di allevamento, perche' adesso la posizione del nostro Paese dovrebbe essere l'esatto opposto?
Tutto questo dimostra solo che le leggi si fanno per accontentare gli allevatori, e chi guadagna dallo sfruttamento degli animali, non certo per tuelare gli animali e i cittadini che li difendono.
Dimostra anche che qualsiasi impegno legislativo sul tema "allevamenti" e' solo una presa in giro, il che non stupisce, perche' fino a che non si diminuiranno i consumi pro-capite di alimenti animali - carne, pesce, latte, uova - non ci potra' essere nessun reale cambiamento.
Il Governo si dovrebbe dunque impegnare nell'educare i cittadini a consumare meno alimenti di questo tipo: ci guadagnerebbe la loro salute, l'ambiente, e ovviamente gli animali, ammazzati in quantita' minore, e allevati in modo meno violento.
A quando un impegno in questo senso?
Per intanto, ribadisco che questa mancanza di affidabilita' nel tener fede agli impegni presi e' semplicemente vergognosa.
Distinti saluti,
... nome cognome ...
Grazie a tutti per la lettura e la partecipazione alla protesta.
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"Mamma, raccontami ancora di quando le persone hanno smesso di uccidere gli animali per mangiarli."
La storia che studieranno le prossime generazioni la stiamo scrivendo noi adesso. Facciamo in modo che sia una storia migliore per tutti gli esseri viventi.