Gli ingredienti animali nei farmaci

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12/04/2008

Non solo vivisezione, ma anche un vero e proprio uso di sostanze ricavate dagli animali (vivi e morti) e' ancora diffuso nell'industria farmaceutica.

Alcune notizie recenti ci fanno capire come questa pratica sia pericolosa anche per gli esseri umani, non solo mortale per gli animali usati...

Angier N.C. (USA), 21 dicembre 2007: a seguito di 21 casi di infezione e altri 20 in Texas, vengono ritirati lotti di sirighe di eparina contaminate con Serratia marcescens [1]; il 18 gennaio 2008 il richiamo del prodotto riguarda tutto il territorio statunitense. "Questo tipo di infezione batterica puo' provocare serie conseguenze alla salute che possono condurre a danni con rischi per la vita e/o morte" [2].

Ottawa (Canada), 11 marzo 2008: sono stati trovati dei contaminanti (oversulphated condroitin sulphate) in partite di eparina del produttore B. Braun Medical Inc. E' stato richiesto il richiamo di questo prodotto

Washington (USA), 19 marzo 2008: funzionari del dipartimento della Salute hanno identificato il contaminante dell'eparina associabile con 19 morti e centinaia di reazioni allergiche. Il prodotto, commercializzato da Baxter era prodotto in Cina [3]. L'eparina viene ricavata dall'intestino dei maiali e la Cina e' un fornitore leader a livello mondiale.

La diffusione degli ingredienti animali nell'industria farmaceutica

Notizie come queste raramente compaiono sulle prime pagine dei giornali, ma non sono affatto dei casi eccezionali.

E' noto che la medicina tradizionale cinese, come moltissime altre medicine tradizionali, oltre a fare un largo uso di piante e principi attivi di origine vegetale e minerale, utilizza anche molte sostanze tratte dagli animali (da circa 1500 specie[4]), e il tristemente noto caso della bile ricavata dagli orsi e' solo un esempio eclatante.

Ma anche la nostra tecnologica industria farmaceutica utilizza diversi componenti di origine animale. La "materia prima" puo' provenire da diverse fonti come:

- scarti di macellazione
- animali provenienti dagli allevamenti intensivi per l'alimentazione umana
- animali prelevati dai loro ambienti naturali
- animali creati tramite manipolazione genetica in laboratorio

Secondo il World Healt Organization, tra i 252 principi attivi essenziali l'8.7% arriva dagli animali, e il commercio mondiale di parti di animali per uso farmaceutico ammonta a miliardi di dollari [4].

Alcuni esempi. Oltre all'eparina, dai bovini e dai maiali vengono estratti i surfactanti, che sono alla base di farmaci per diversi tipi di sindromi respiratorie; dal pancreas dei maiali, oltre l'insulina estensivamente usata per i diabetici, si estraggono anche degli enzimi usati nella cura dei pazienti con fibrosi cistica; gli anticorpi monoclonali provengono in gran parte da ascite indotta in topi, conigli e altri animali (l'ascite e' il liquido che si forma in caso di gonfiore patologico dell'addome o altri organi).

In molti casi, anche quando esistono alternative di sintesi (e' il caso dell'insulina, e degli anticorpi monoclonali, per esempio), si continua ad usare, seppure in misura ridotta, l'analoga sostanza di origine animale [5]. Ma se l'insulina umana e gli anticorpi monoclonali non ottenuti da animali costituiscono esempi positivi, e in tanti altri casi esistono o sono in corso ricerche di alternative non animali, ci sono altre ricerche che invece investigano sugli animali di ogni specie (rettili, lucertole, ragni, rane, pesci, ecc) per individuare nuove sostanze farmacologiche [6].

Una pratica pericolosa anche per la salute umana

La pratica di utilizzare sostanze di origine animale come base per farmaci ad uso umano non ha solo ovvie implicazioni di natura etica, ma presenta anche dei fattori di rischio importanti.

Per il tipo di processo produttivo e la variabilita' della materia organica di base, questi farmaci possono presentare delle variazioni in termini di efficacia e sicurezza. Le contaminazioni possono essere le piu' varie e non sempre riscontrabili in base ai protocolli vigenti. L'utilizzo di componenti animali, e il discorso vale a maggior ragione per l'utilizzo di interi organi (xenotrapianti), e' comunque sempre foriero di incognite non predeterminabili.

"Ogni volta che preleviamo un tessuto o un estratto di tessuto da una specie e lo portiamo in un'altra corriamo il rischio di introdurre pagogeni che non conoscevamo e che possono causare dei problemi anche a distanza di tempo" e' quanto afferma il Dr. Paul Brown, ricercatore del U.S. National Institutes of Healts.

Ma perche' allora si continua a ignorare un elementare principio di precauzione? Perche' la ricerca non punta decisamente al raffinamento delle attuali tecniche e all'individuazione di tecniche nuove, per la produzione di composti alternativi di sintesi? Perche' gli organi normativi, pure consci dei rischi per la salute pubblica, non favoriscono queste innovazioni? Forse le risposte sono le solite...

Fonti:

[1] MedPage, Contaminated Heparin Syringes Recalled, 21 dicembre 2007
[2] MedDesktop AM2 PAT, Inc. Issues Nationwide Recall of All Lots and All Sizes of Pre-Filled Heparin and Normal Saline Flushes, 23 gennaio 2008
[3] C-Health, FDA identified contaminant suspect in heparin, 19 marzo 2008
[4] J Ethnobiol Ethnomed, Why study the use of animal products in traditional medicines?, 30 agosto 2005
[5] Health Canada, Insulin Products, dicembre 2006
[6] MedicineNet, Wonder Drugs Using Pharmazooticals, gennaio 2005

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