La ricerca sui topi geneticamente modificati e' inutile

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05/06/2008

Una ricerca condotta all'Universita' del Michigan conferma che la manipolazione genetica dei topi per studiare malattie umane e' del tutto fuorviante.

Un topo puo' essere un modello efficace dell'essere umano? Dopo decenni di ricerca genetica sui topi, che ha sempre dato per scontato che un dato gene nel topo sia lo stesso del corrispondente gene nelle persone, gli scienziati stanno ora iniziando a rendersi conto che questa corrispondenza di geni spesso non c'e'.

Questa presunta corrispondenza e' la base di una quantita' enorme di ricerche, che hanno usato milioni di topi geneticamente modificati. I ricercatori selezionano un gene umano che vogliono studiare, poi disattivano (knock-out) il suo equivalente in un topo, per vedere cosa succede, e cosi', dicono, scoprono a cosa serve quel gene negli umani.

Ma i ricercatori della University of Michigan negli Stati Uniti hanno da poco pubblicato un lavoro in cui rivelano che questa assunzione e' sbagliata. Hanno preso in considerazione 120 geni assolutamente essenziali per la sopravvivenza e riproduzione negli umani e hanno esaminato i dati delle ricerche in cui tali geni erano stati disattivati nei topi. Se quei 120 geni fossero stati equivalenti in uomini e topi, i topi "knock-out" (cioe' quelli col gene disattivato) sarebbero morti o almeno non in grado di riprodursi.

Tuttavia, hanno scoperto che il 22% dei cosiddetti "geni essenziali" negli umani non lo erano nei topi. Questo mostra che geni identici si comportano in modo diverso nei topi e negli uomini e fa sorgere seri dubbi sulle basi stesse di tutta ricerca sui topi transgenici.

Quindi, qual e' l'alternativa? E' da molto che il Dr Hadwen Trust sospetta che i geni equivalenti nei topi e negli umani non abbiano lo stesso effetto, e l'anno scorso ha emesso un bando per trovare progetti da finanziare che avessero lo scopo di sostituire i topi GM nella ricerca.

E' stato selezionato un progetto condotto da ricercatori dell'Universita' di York, che utilizza la tecnica del "knock out" in tessuti umani. I ricercatori prendono dei tessuti umani donati alle banche di tessuti, come il midollo spinale, ed estraggono un tipo speciale di cellule, le cellule staminali dello stroma del midollo (mesenchymal stem cells). Queste cellule sono in grado di trasformarsi in diversi tipi di cellule, quando coltivate in provetta, come cellule delle ossa, cartilagini, cellule di grasso.

I ricercatori hanno dunque disattivato dei geni specifici in queste cellule, e poi le hanno fatte crescere in una struttura tridimensionale. Questo permette agli scienziati di vedere gli effetti della disattivazione di un gene nei tessuti umani, e in questo modo non c'e' il problema della differenza di specie.

Ricerche di vitale importanza come questa possono fornire il tipo di approccio alternativo essenziale per sostituire gli animali nei laboratori e hanno il potenziale per salvare innumerevoli vite animali, al contempo facendo davvero progredire la ricerca.

Fonte:

Dr. Hadwen Trust, I am not a mouse, 16 maggio 2008

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