Ricerca senza animali per la cura delle ferite

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04/12/2008

Nuovi metodi di ricerca senza animali all'avanguardia ed efficaci.

Alcuni ricercatori in Australia e Cardiff hanno messo a punto dei metodi in vitro che potrebbero rivoluzionare la ricerca sui processi di cicatrizzazione. Spesso, per questo genere di studi vengono condotti esperimenti dolorosi su animali, generalmente roditori, perchè gli equivalenti della pelle umana storicamente mancavano di quelle proprieta' realistiche necessarie ad una ricerca efficace.

Ma ora i ricercatori della Queensland University of Technology in Australia hanno realizzato un complesso modello in 3-D (tridimensionale) utilizzando pelle donata da pazienti sottoposti a procedure chirurgiche. I cheratinociti della pelle vengono isolati e coltivati in vitro come sostituti della pelle in un substrato privo di prodotti animali.

I ricercatori dell'Universita' di Cardiff sono stati finanziati dal 2004 al 2007 dal Dr Hawden Trust ed hanno utilizzato delle colture cellulari di fibroblasti umani, sviluppate a partire da ulcere venose croniche della gamba e da tessuti sani dello stesso paziente. Hanno poi analizzato le differenze nell'espressione genetica tra i fibroblasti sani e quelli malati ed hanno rilevato che tali differenze permanevano nelle linee cellulari in coltura.

Le cellule sono state marcate con una proteina fluorescente associata a un gene wound-marker cronico Cio' ha permesso la quantificazione dei cambiamenti nella fluorescenza e quindi nell'espressione genetica, nel corso del tempo. La tecnica rappresenta pertanto un nuovo, promettente modo di studiare la guarigione delle ferite senza l'impiego della dolorosa sperimentazione animale.

I metodi basati su cellule epiteliali umane sono essenziali per accrescere la nostra comprensione nella ricerca sulla cicatrizzazione delle ferite, perchè la pelle umana e quella dei roditori guarisce in modi diversi. I roditori presentano pelle "sovrabbondante" che guarisce per contrazione, mentre la pelle umana guarisce tramite riepitelizzazione.

Ci sono inoltre differenze nell'abbondanza di peli e tra ferite causate artificialmente in animali altrimenti sani e ferite umane spesso problematiche negli anziani e nei diabetici. Tutte queste differenze rendono i risultati tratti dai test animali di difficile applicazione a specie diverse.

Fonti:

Dr. Hadwen Trust, Advances in non-animal wound healing research, 3 ottobre 2008

Upton Z, Cuttle L, Noble A et al (2008) Vitronectin: growth factor complexes hold potential as a wound therapy approach. Journal of Investigative Dermatology 128:1535-44

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