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18/12/2008
Gli attivisti spagnoli le hanno liberate in un "riscatto aperto".
Ecco il loro resoconto.
Nella Giornata Internazionale per i Diritti Animali, 10 dicembre 2008, Uguaglianza Animale presenta il suo terzo "riscatto aperto", un'azione in cui abbiamo liberato dieci galline da un allevamento intensivo per la produzione di uova.
Sette attivisti di Uguaglianza Animale (Iván, Javier, Sharon, Eu, Conchi, Jose e David) - aiutati da altri all'esterno - sono entrati in un allevamento intensivo per liberare 10 galline che vivevano private delle libertà e per documentare ciò che succede in questi luoghi.
Riscatto aperto di Uguaglianza Animale di 10 galline video di Igualdad Animal su Vimeo.
Siamo entrati attraverso una delle porte aperte dell'edificio, senza dover forzare niente. Tante volte, per scoprire la realtà che si nasconde dietro i muri dell'industria dello sfruttamento animale, bisogna solo aprire una porta e guardare dentro. Decine di migliaia di galline aspettavano all'interno, ma potevamo solo liberarne 10, per le quali avevamo già trovato una casa pronta per la loro vita in libertà.
Durante il riscatto ci siamo divisi in diversi gruppi, mentre alcuni aprivano le gabbie e prendevano le prigioniere di questo carcere, un altro gruppo registrava in video com'è la vita di una gallina sfruttata per le sue uova. Un bidone pieno di cadaveri ci ha ricordato che alcune non riescono nemmeno ad arrivare al macello, che è il posto dove tutte le altre galline vengono mandate quando diminuisce la loro produzione di uova.
Una volta messe le dieci galline dentro le scatole preparate per trasportarle, le abbiamo portate dentro un nostro camioncino fino a un rifugio temporaneo. La mattina dopo, le abbiamo fatte visitare dal veterinario che le ha controllate e ci ha dato dei consigli perché potessero riprendersi. Le galline soffrivano di mancanza di vitamine, avevano parassiti interni, probabilmente osteoporosi dovuta alla perdita di calcio causata dal dover deporre tante uova - e anche dal non poter vedere la luce del sole durante tutta la loro vita. Inoltre probabilmente avevano persino il fegato distrutto a causa del cibo iperproteico che dovevano per forza mangiare, per produrre il maggior numero possibile di uova.
Otto su dieci avevano solo qualche piuma sul corpo, come si può vedere dalle foto, ma per fortuna si stanno già riprendendo.
La mancanza di vitamine, i parassiti e il contatto continuo con l'acciaio delle gabbie causano la perdita di quasi tutte le piume. Lo stress le porta ad un comportamento in cui si beccano costantemente, causandosi ferite che peggiorano giorno dopo giorno. Il cannibalismo è abituale nei sistemi di sfruttamento delle galline, per questo, al momento della nascita, tagliano il becco a tutte quante perché ci siano meno perdite economiche dovute alla diminuzione della produzione delle uova e della qualità della carne.
Adesso si trovano in un luogo adatto dove saranno protette e dove le loro necessità saranno soddisfatte, lontane da qualunque tipo di sfruttamento e dove potranno iniziare a godersi la vita facendo lunghe camminate sotto il sole, scavando la terra o facendo il nido tra l'erba alta, senza la paura che qualcuno faccia loro del male nel momento in cui smettaranno di deporre uova.
Questa liberazione è stata fatta in un allevamento con gabbie in batteria, compatibili con le gabbie "arricchite" o "adattate", che saranno obbligatorie a partire dal 2012 in tutta l'Unione Europea. Ma anche negli allevamenti dove non si usano gabbie, le galline continuano ad essere private di libertà, vengono sfruttate come risorse e alla fine vengono inviate al macello.
Centinaia di milioni di galline in Europa sono vittime di questo sistema di sfruttamento solo per soddisfare la richiesta di uova. Ma non dimentichiamoci delle altre centinaia di milioni di pulcini maschi - i loro fratelli - che sono anch'essi vittime di questo consumo e che vengono di solito dimenticati e non sono nemmeno presenti nelle statistiche ufficiali. In tutti gli allevamenti che "producono" galline ovaiole, i pulcini maschi vengono massacrati appena nati. Li triturano vivi oppure vengono uccisi nelle camere a gas, dato che non producono uova e non sono economicamente convenienti per altri tipi di sfruttamento (i "polli da carne" sono di una razza apposita, le galline ovaiole di un'altra).
Con questo riscatto, oltre ad aiutare le 10 galline che abbiamo portato fuori dalle gabbie, vogliamo chiedere in un giorno così importante come la Giornata Internazionale per i Diritti Animali l'abolizione di ogni sfruttamento animale. Questo riscatto aperto è un'azione di disubbidienza civile verso una società e verso delle leggi speciste. Al giorno d'oggi gli altri animali vengono considerati proprietà degli umani e, da questo punto di vista, quest'azione potrebbe essere considerata come un furto al propietario del centro di sfruttamento. Tuttavia, le leggi non sempre sono sinonimo di giustizia. Poco più di un secolo fa, era legale schiavizzare altri umani e il liberarli andava contro le leggi di quel periodo ed era un'azione punibile.
E' ingiusto considerare gli altri animali come nostre proprietà, come se si trattasse di oggetti in nostro possesso. Tutti loro sono individui come noi, con interessi propri che devono essere rispettati. Indipendentemente dalle differenze che possano esserci tra gli uni e gli altri, tutti siamo in grado di provare sentimenti e vogliamo goderci la nostra vita senza essere schiavizzati.
Vogliamo ricordare che tutti possiamo contribuire a porre fine allo sfruttamento animale, adottando uno stile di vita rispettoso verso di loro. Non partecipando al loro sfruttamento e non consumando prodotti di origine animale, contribuiamo a salvare animali in modo diretto.
Per l'abolizione della schiavitù animale.
Igualdad Animal - Animal Equality - Uguaglianza Animale
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"Mamma, raccontami ancora di quando le persone hanno smesso di uccidere gli animali per mangiarli."
La storia che studieranno le prossime generazioni la stiamo scrivendo noi adesso. Facciamo in modo che sia una storia migliore per tutti gli esseri viventi.