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05/01/2009
Una "galleria degli orrori" gli animali brevettati come cose e usati nella vivisezione.
Per brevetto si intende "ogni nuovo ed utile processo, macchinario, manufatto, materiale od ogni innovativo miglioramento". [...] "chiunque intenda utilizzare un prodotto brevettato deve per legge ottenerne il permesso e di norma pagare una tariffa".
Fino al 1980 l'Ufficio dei Brevetti Americano (USPTO) proibiva il brevetto di organismi viventi in quanto venivano (giustamente) considerati prodotti della natura e in quanto tali non brevettabili. Poi, a seguito di un ricorso alla Corte Suprema, vinto per 5 voti contro 4, venne riconosciuta la brevettabilita' di un batterio "mangia-olio" e quello fu l'episodio che apri' la strada alla brevettabilita' degli organismi viventi. Otto anni dopo fu la volta del famigerato "oncomouse": un topo geneticamente modificato per sviluppare il cancro. Seguirono, e continuano tuttora, delle battaglie legali dagli esiti alterni contro la brevettabilita' di animali; animali che vengono primariamente "costruiti" ad uso e consumo dei vivisettori che li utilizzano come "modelli" - assolutamente inutili - di malattie umane.
Ad oggi sono oltre 600 gli animali brevettati: ecco alcuni esempi.
Questo breve e lacunoso elenco mette in evidenza come la brevettabilita' non riguardi solo le manipolazioni genetiche, che pure sono fonte di grave sofferenza per gli animali, ma vengano anche brevettate metodiche fuor di dubbio cruente ed invasive.
Contro alcuni di questi brevetti e' stato fatto ricorso e in alcuni casi, come in quello citato relativo ai conigli, si e' vinto e il brevetto e' stato revocato nel 2008. Gia' nel 2004 la AAVS - America Anti Vivisection Society era riuscita a far ritirare il brevetto che riguardava i beagle.
Perche' la brevettabilita' e' da rifiutare? In primo luogo perche' codifica una forma di violenza sugli animali e perche' li assimila a cose, a prodotti dell'uomo, e cio' e' palesemente in contrasto con la loro natura di esseri senzienti e titolari di diritti. In secondo luogo i brevetti sono una fonte di denaro per chi li detiene, che in questo caso sono in primo luogo universita' e laboratori di ricerca. Il guadagno economico derivante da questi facili brevetti si traduce inoltre in un disincentivo ad investire sui metodi alternativi.
La brevettabilita' degli animali e' una fonte di finanziamento della vivisezione e in quanto tale va rifiutata. Anche i vari Telethon, le maratone televisive, il 5 per mille alla "ricerca", i banchetti che vendono arance o quant'altro sono altrettanti canali che fanno arrivare soldi ai vivisettori e sui quali noi, individualmente, possiamo influire. Non dando loro i nostri soldi e informando gli altri di cosa si nasconde dietro questa "ricerca".
Per saperne di più di questo ultimo argomento e informare le altre persone, si consulti la pagina della campagna Per una ricerca di base senza animali.
Fonte:
Stop Animal Patents
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"Mamma, raccontami ancora di quando le persone hanno smesso di uccidere gli animali per mangiarli."
La storia che studieranno le prossime generazioni la stiamo scrivendo noi adesso. Facciamo in modo che sia una storia migliore per tutti gli esseri viventi.