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26/01/2009
Si' alle arance per la prevenzione del cancro, no alla vivisezione dell'AIRC.
[COMUNICATO STAMPA]
VENDITA DI ARANCE DELL'AIRC:
MANGIARE ARANCE E' POSITIVO PER PREVENIRE IL CANCRO,
USARE I FONDI RACCOLTI PER FINANZIARE LA VIVISEZIONE NO.
CHIEDIAMO ALL'AIRC DI SMETTERE CON LA VIVISEZIONE
E OCCUPARSI SOLO DI RICERCA SCIENTIFICA VERA.
26 gennaio 2008
Sabato prossimo 31 gennaio, come ogni anno, l'AIRC, Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro, raccoglie fondi per i propri progetti con la vendita delle arance. Benissimo per quanto riguarda il consumo di arance, perché un'alimentazione ricca di frutta e verdura e a consumo scarso (o nullo) di cibi animali è certamente utile per prevenire il cancro, molto più utile di qualsiasi cura, ma malissimo invece per quanto riguarda la destinazione dei fondi raccolti dall'AIRC con questa iniziativa. Infatti, parte di questi fondi vengono usati per finanziare la vivisezione, vale a dire esperimenti su animali nei quali viene indotta una malattia artificiale, quindi molto diversa da quella che si genera spontaneamente, ed in più in una specie molto diversa dalla nostra.
"Ma al giorno d'oggi non è più ammissibile sprecare tempo, risorse, soldi, in una pratica obsoleta e antiscientifica. Per aiutare davvero i malati, occorre far cessare questo spreco, e l'unico modo che abbiamo per far cambiare comportamento alle associazioni che finanziano la vivisezione è evitare di sostenerle fino a che non cambiano", dichiarano i promotori di NoVivisezione.org, il portale italiano dell'antivivisezionismo.
E per questo invitano a scegliere per le donazioni solo le associazioni che non finanziano la sperimentazione animale, e a parlare di questa situazione con quante più persone possibile, invitando anche loro a non fare donazioni a chi finanzia questa pratica.
I medici antivivisezionisti partono dalla semplice ed oggettiva constatazione che gli animali non sono modelli sperimentali adatti all'uomo, perché troppo diversi da noi. Ogni specie animale è infatti biologicamente, fisiologicamente, geneticamente, anatomicamente molto diversa dalle altre e le estrapolazioni dei dati tra una specie e l'altra sono impossibili. I veri progressi della medicina si sono sempre avuti grazie a osservazioni cliniche, a studi epidemiologici, a innovazioni tecnologiche (quali l'invenzione del microscopio, dei moderni strumenti di diagnosi, ecc.).
In particolare, per quanto riguarda il cancro, dato un certo composto chimico il tipo di tumore che genera sarà diverso nell'uomo e nelle altre specie. La benzedrina, per esempio, causa tumore alla vescica negli umani, tumore al fegato nei criceti, e tumori alle orecchie nei ratti.
La storia dello studio del cancro (come del resto accade per lo studio di tutte le altre malattie) è costellata di casi in cui sono state compiute importanti scoperte cliniche (cioè dall'esame da parte dei medici di esseri umani malati, o dalle autopsie) o epidemiologiche (cioè dallo studio di larghe fasce di popolazione), scoperte che si è poi voluto "validare" sugli animali da laboratorio. Riproponendole così, nei casi in cui in qualche specie si riusciva a riprodurre lo stesso risultato, come "scoperte dovute alla ricerca su animali". Negli altri casi, ritardando semplicemente l'applicazione di tali scoperte, e causando così danni enormi al progresso medico.
Eppure, di anno in anno, gli animali usati per la ricerca di base aumentano: anziché progredire, questo settore presenta una preoccupante involuzione, una stagnazione culturale e scientifica veramente imperdonabile. Già dal 2000 al 2003 c'è stato un aumento di ben il 40% del numero di animali usati in questo settore, e in quest'ultimo triennio 2004-2006 c'è stato un nuovo aumento non da poco, del 22%, pur non esistendo alcun obbligo di legge nell'utilizzo di animali nella ricerca medica (anche se, purtroppo, non esistono nemmeno divieti, c'è un'assoluta libertà del ricercatore). E' quindi importante che siano i cittadini a indicare la strada, rifiutandosi di sostenere una "ricerca medica" di questo genere.
Concludono i volontari antivivisezionisti: "Per maggiori informazioni sulla non scientificità della vivisezione e sulla non opportunità di sostenere le associazioni che la praticano, vi invitiamo a visitare il nostro sito, www.novivisezione.org, in particolare la pagina dell'iniziativa 'Per una ricerca di base senza animali'".
Comunicato di:
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