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15/02/2010
Una testimonianza del grande lavoro svolto dai volontari italiani a Capo Verde.
Testimonianza di Silvia, dell'associazione animalista SiMaBo di Capo Verde
Quando sono partita con questa impresa c'erano moltissime cose che non avevo previsto. E meno male, perché se le avessi previste tutte e avessi anche pensato di risolverle prima di cominciare sarei ancora ferma al punto di partenza. Tra le tante cose che non avevo previsto c'era anche la difficoltà di reperire sul posto personale disposto a lavorare per noi.
Ecco così che è nata l'idea di reclutare volontari non veterinari disposti a venirci ad aiutare. All'inizio l'impresa sembra davvero ardua, per mesi non abbiamo ricevuto nessuna richiesta, o solo richieste d'informazione molto vaghe. Poi da settembre, quando ormai la situazione al rifugio si stava facendo veramente preoccupante, per fortuna hanno cominciato ad arrivare le prime richieste di persone seriamente interessate.
Così il 4 ottobre è arrivato Daniele, che ha seguito i veterinari Alessandro Marcati e Stefano Bobbio fino all'inizio di dicembre. Di lui entreranno nella storia di SIMABO la storica frase "Non avrei mai pensato di tenere in mano un'ovaia", il taglio netto della spina dal cavo del mio computer portatile di scorta per rimediare alla fusione della spina della prolunga cinese che alimenta la sterilizzatrice mentre si preparava un intervento, e il suo grande amore per Patinha, la cagnina che è stata ricoverata da noi per più di tre mesi dopo essere stata investita da un taxi che le ha ferito gravemente le zampe posteriori.
Daniele con Patinha, ormai ristabilitasi e tornata a casa dai suoi padroni
Ai primi di dicembre Daniele è stato sostituito da Katia, che si è fermata a Mindelo fino a qualche gorno fa e che per tutte le feste di fine d'anno ha avuto su di sé l'intero peso del rifugio perché la responsabile era in ferie. Il suo è stato un impegno che ha richiesto uno sforzo veramente sovrumano, di 12 ore al giorno consecutive per 15 giorni, durante i quali la resistenza del fisico era anche notevolmente compromessa dai farmaci che doveva assumere a causa di una micosi contratta nei primi giorni. Katia ha dedicato tutte le sue energie e un grande amore sopratutto agli animali più piccoli e più malati, quelli che avevano bisogno delle cure più assidue, di mangiare parecchie volte al giorno e di essere seguiti, talvolta, anche di notte.
Katia con Boca Preta, un bellissimo cagnolino abbandonato davanti alla sede a fine novembre. Gli ha messo sul naso la pomata contro la micosi, una piaga che affligge molto spesso i cagnolini abbandonati e immunodepressi, e deve tenerlo in braccio qualche minuto per evitare che se la tolga. Si noti anche l'addome gonfio per la parassitosi intestinale, un'altra piaga ben più grave della micosi.
Ai primi di gennaio ci ha poi raggiunto Elena, la nostra coordinatrice dei volontari non veterinari, che aveva già prestato il suo prezioso aiuto durante le ferie estive, soprattutto per la medicazione dei cani incidentati.
In Italia, Elena ha il compito di contattare gli aspiranti volontari e di spiegare loro dettagliatamente quali sono le difficoltà che incontreranno partecipando al progetto, dovute sia alle condizioni di lavoro molto dure, sia al clima e al cambio di alimentazione, sia agli eventuali problemi di comunicazione con il personale locale.
Elena e Katia con Barrack, un giovane boxer arrivato in fin di vita a fine novembre e ora in via di ripresa
All'inizio di febbraio, pochi giorni prima della partenza di Katia, è arrivata Valentina, che si tratterrà fino a fine marzo. La ringraziamo anticipatamente per la sua disponibilità e speriamo di ricevere presto nuove richieste di aspiranti volontari interessati perché per ora non abbiamo ancora nessuno in calendario che possa sostituire Valentina a partire da metà/fine marzo.
Una bella foto di gruppo nella sala delle medicazioni. Da sinistra a destra: Valentina - l'ultima volontaria non veterinaria arrivata al rifugio, Elena - la nostra responsabile dei volontari non veterinari che ora si trova a Mindelo, Giorgia - la veterinaria volontaria arrivata il 20 gennaio e che si tratterrà fino all'inizio di marzo, Ailton - la guardia zoofila, addetto ai controlli dei cani adottati, e Paolo - presidente di SI MA BO onlus, l'associazione italiana che provvede alla raccolta di fondi per finanziare la consorella capoverdiana
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"Papà, raccontami ancora di quando le persone hanno smesso di uccidere gli animali per mangiarli."
La storia che studieranno le prossime generazioni la stiamo scrivendo noi adesso. Facciamo in modo che sia una storia migliore per tutti gli esseri viventi.