Il Governo australiano contro il Giappone

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31/05/2010

Finalmente il governo australiano da' il via a un'azione legale contro la baleneria giapponese.

Ci sono voluti tre anni, ma finalmente il governo di Kevin Rudd ha deciso di tradurre in realtà la promessa formulata nel periodo delle elezioni del 2007.

L'Australia sta ufficialmente dando il via a un'azione legale contro la baleneria giapponese presso la Corte Internazionale di Giustizia a L'Aia, nei Paesi Bassi.

"Il governo australiano non ha preso questa decisione con leggerezza" hanno affermato in una dichiarazione il Ministro per la Protezione dell'Ambiente Peter Garret, il Ministro degli Esteri Stephen Smith e il Ministro della Giustizia Robert McClelland.

Ecco la dichiarazione del governo dell'Australia:

STEPHEN SMITH, Membro del Parlamento - Ministro degli Esteri

PETER GARRET, Membro del Parlamento - Ministro per la Protezione dell'Ambiente, il Patrimonio Culturale e le Arti

ROBERT McCLELLAND, Membro del Parlamento - Ministro della Giustizia

28 maggio 2010

IL GOVERNO INTRAPRENDE UN'AZIONE LEGALE CONTRO LA BALENERIA GIAPPONESE

L'Australia darà il via ad un'azione legale presso la Corte Internazionale di Giustizia de L'Aia contro la caccia alla balena condotta dai giapponesi "a fini scientifici" nell'Oceano Australe.

La decisione sottolinea l'impegno del governo a porre fine al programma di caccia alla balena per cosiddetti "fini scientifici" condotto dal Giappone nell'Oceano Australe. Essa dimostra anche il nostro impegno a fare quanto occorre per porre fine alla baleneria a livello globale.

Il governo australiano non è giunto a tale decisione con leggerezza. Siamo stati pazienti e abbiamo profuso impegno nei nostri sforzi per trovare una soluzione diplomatica a questo problema. Ci siamo impegnati in discussioni approfondite presso la Commissione Internazionale sulla Caccia alla Balena (IWC) e, a livello bilaterale, con il Giappone.

Abbiamo goduto del sostegno di molti altri membri dell'IWC che condividono le preoccupazioni e gli obiettivi dell'Australia. Rivolgiamo le nostre lodi ai Paesi dell'Unione Europea, al Gruppo di Buenos Aires degli Stati dell'America Latina, e ad altri che si sono uniti all'Australia nell’evidenziare, in particolare, la necessità di giungere ad un'eliminazione graduale della caccia alla balena nel Santuario dell'Oceano Australe.

Ma, a tutt'oggi, la reazione delle nazioni che praticano la baleneria non è stata positiva. Recenti dichiarazioni nell'ambito della Commissione da parte di nazioni che cacciano le balene hanno dato all'Australia ben pochi motivi di sperare che il nostro serio impegno in materia della conservazione delle balene del mondo porterà a un potenziale accordo dell'IWC.

Il governo è sempre stato saldo nel proposito di arrivare a un'azione legale nel caso in cui non si fosse riusciti a trovare una soluzione diplomatica alle nostre divergenze. L'agire del governo soddisfa tale impegno.

L'Australia continuerà ad impegnarsi intensamente nelle dinamiche dell'IWC e continuerà a lavorare con impegno nelle fasi precedenti alla riunione dell'IWC a giugno e durante la riunione stessa al fine di perseguire i nostri obiettivi. Sebbene ci siano poche speranze che in tale incontro si giunga ad un risultato che sia in sintonia con gli obiettivi fondamentali dell'Australia in materia di conservazione, il governo continuerà ad impegnarsi costruttivamente negli sforzi diplomatici.

L'Australia e il Giappone condividono un'ampia partnership strategica, economica e in materia di sicurezza. Condividiamo solide relazioni commerciali che sono state sviluppate in molti decenni, una crescente condivisione nell'ambito della strategia e della sicurezza, e lavoriamo a stretto contatto in forum internazionali di importanza cruciale quali il G20, le Nazioni Unite, l'Organizzazione Mondiale del Commercio e l'APEC.

L'azione che oggi il governo intraprende riflette un disaccordo in un singolo elemento di una relazione che è profonda, ampia e multidimensionale.

Sia l'Australia sia il Giappone concordano sul fatto che, quali che siano le nostre discordanti posizioni in materia di caccia alla balena, questa problematica non dovrà mettere a rischio la forza e la crescita della nostra relazione bliaterale.

Allo stesso tempo, il governo australiano continuerà a lavorare instancabilmente per conseguire la fine della baleneria nell'Oceano Australe e useremo tutte le possibilità legali e diplomatiche per raggiungere il nostro obiettivo.

Un'istanza formale sarà presentata a L'Aia nei primi giorni della prossima settimana.

La reazione di Sea Shepherd

La Sea Shepherd Conservation Society è favorevole all'iniziativa del governo dell'Australia e la considera come uno sviluppo positivo negli sforzi di porre fine alle operazioni illegali di caccia alla balena nel Santuario delle Balene dell’Oceano Australe.

"Finalmente da Canberra arriva un po' d'azione" ha dichiarato il Capitano Paul Watson "Abbiamo bisogno di una risposta giuridica internazionale a questa controversia perdurante nell'Oceano Australe. Confidiamo che la corte internazionale si schiererà in favore dell'Australia ed emetterà un severo verdetto in cui ordinerà al Giappone di desistere dal massacro illegale di balene a rischio di estinzione e protette, all'interno di un santuario per le balene costituito a livello internazionale. Confidiamo che la corte comprenda esattamente il significato della parola 'santuario'".

Sea Shepherd Conservation Society si sta preparando a tornare nell'Oceano Australe nel dicembre 2010 per l'Operazione 'No Compromise', la settima spedizione di Sea Shepherd finalizzata a intercettare le attività illegali di caccia alla balena condotte dal Giappone e a intervenire contro di esse.

"Quest'azione da parte dell'Australia dà ulteriore credibilità alle nostre attività di intervento sul campo nell'Oceano Australe” ha affermato il Capitano Paul Watson da Brisbane, in Australia.

Fonte:
Sea Shepherd, Finally- Australia Government Initiates Legal Action On Japanese Whaling, 28 maggio 2010

Traduzione a cura di Barbara Abatti per Sea Shepherd Italia

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