Secondo presidio davanti all'ospedale Niguarda

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21/06/2010

Molte persone hanno partecipato per protestare contro la vivisezione didattica al Niguarda.

Sabato 19 giugno si è tenuto davanti all'ospedale Niguarda di Milano il secondo presidio di protesta per chiedere la cessazione dell'uso di animali nei corsi di training post laurea tenuti all'interno dell'ospedale e organizzati da AIMS Academy. Nelle prossime settimane si terranno altri presidi davanti al Niguarda, associati alla raccolta di firme per la petizione nazionale per l'abolizione della vivisezione didattica, ma anche iniziative di sola raccolta firme in centro a Milano.

Tutti coloro che possono dare disponibilità per presidi nei giorni lavorativi, e per raccolta firme nei week-end, scrivano per favore all'indirizzo milano@agireora.org

Ecco il resoconto del presidio di sabato.

Testimonianza di Luca

Alle ore 9 siamo pochi in piazza, non più di una decina, ed il tempo pare ancora incerto; bastano però pochi minuti, ed ecco che un sole accecante sovrasta il piazzale antistante l'ospedale Niguarda di Milano, dove cominciamo a disporre i cartelloni per protestare contro la sperimentazione didattica che in questo ospedale, per conto di AIMS Academy, è stata praticata e continua ad essere portata avanti anche grazie ad autorizzazionei ministeriali che, a norma di legge, non avrebbero potuto essere rilasciate.

La protesta inizia, il numero degli attivisti cresce e prima delle 11 siamo già una quarantina, alcuni attivisti hanno portato uno striscione, nero, lungo diversi metri recante la scritta bianca "NESSUNO NASCE CAVIA"; lo striscione, retto da 5 persone, viene esposto a pochi metri dalla strada, davanti la fermata della metrotranvia, suscitando l'interesse e la curiosità dei passanti.

Ogni attivista ha in mano - o indosso - un cartellone, uno slogan, un ideale: stop alla vivisezione! Mentre alcuni distribuiscono i volantini (nella piazza e per strada), una decina dei nostri raccolgono le firme per concretizzare la petizione nazionale che modifichi la legge 116/92 in materia di vivisezione didattica: vogliamo l'abolizione.

Al megafono si succedono instancabili gli attivisti, intenti a gridare tutta la nostra rabbia e indignazione per la sofferenza degli animali considerati come strumenti da usare in nome di una scienza che però non è tale, è solo inciviltà.

Nonostante i pochi passanti, dovuti probabilmente alla mattinata di un giorno pre-festivo, riusciamo a raccogliere un centinaio di firme, e a distribuire centinaia di volantini.

Verso mezzogiorno, le telecamere dell'emittente locale "Primarete" giungono sul posto per documentare la nostra protesta, intervistando due dei nostri attivisti e restituendo agli spettatori un frammento della nostra determinazione.

Nonostante le condizioni poco favorevoli (zona deserta), la risposta anti-vivisezionista è giunta da tutto il nord Italia, con attivisti che hanno percorso centinaia di chilometri per manifestare il loro dissenso alla vivisezione.

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