PharmaVegana? No, grazie.

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19/05/2014

Non ci teniamo proprio a far credere che i vegan abbiano bisogno di farmaci e integratori.

Impazza in questi giorni su molti giornali la "grande notizia" dell'iniziativa PharmaVegana, che prevede che le farmacie aderenti espongano un adesivo che le "certifica" in qualche modo come adatte ai vegani, con una scritta del tipo "Qui farmacista specializzato per vegetariani e vegani".

Ci sembra questa una pessima idea, perché il messaggio che si fa passare è che i vegani o vegetariani abbiano bisogno delle farmacie, quando in realtà è l'esatto opposto, visto che si ammalano molto di meno.

Quello che si legge nei vari articoli di giornale apparsi sul tema conferma i nostri timori.

Per prima cosa, tale iniziativa sta aumentando le "dicerie" sul fatto che da vegan si debbano prendere svariati integratori, così come si può purtroppo già leggere in alcuni degli articoli che parlano di PharmaVegana. I vegani invece, avendo un'alimentazione decisamente più sana dell'onnivoro medio, di integratori non hanno proprio bisogno, sono gli onnivori quelli che ne consumano di più.

Perfino per l'unico integratore che serve prendere da vegan (e da vegetariani), quello di vitamina B12 (prodotta da batteri appositamente coltivati), in realtà i più grandi consumatori ne sono proprio gli onnivori, dato che la maggior parte dell'integratore di B12 prodotto del mondo viene dato agli animali d'allevamento, e solo grazie a questo poi gli onnivori sono in grado di assumere la vit. B12 dai cibi animali che mangiano... siamo proprio all'assurdo!

Per quanto riguarda i farmaci, non è certo l'assenza, per esempio, del lattosio tra gli ingredienti a rendere cruelty-free un farmaco. Tutti i farmaci sono testati su animali e quindi vanno evitati il più possibile e assunti solo in caso di reale bisogno. Invece questa iniziativa sta del tutto trascurando tale aspetto.

Altro problema: negli articoli che circolano già si legge che sì, si potranno formulare dei prodotti appositi per vegani, che costeranno però di più rispetto a quelli ordinari. Di nuovo, quindi, un danno alla causa vegan, perché si fa credere che diventando vegan si debba spendere di più, quando in realtà uno stile di vita vegan fa risparmiare: gli ingredienti vegetali sono meno costosi di quelli animali e facendo due conti è immediato rendersi conto che da vegan si risparmia almeno il 25% sulla spesa settimanale.

In definitiva, questa iniziativa farà anche bene al marketing del settore, ma non fa bene per nulla né ai vegan né alla causa vegan, visto che lancia messaggi fuorvianti. Ci riesce difficile credere che i promotori non l'avessero previsto, dato che è lampante che sarebbe accaduto. D'altra parte, la ditta che sta lanciando questa iniziativa è anche proprietaria di siti di vendita di prodotti del tutto non necessari spacciati per "utili ai vegani" e facendo passare l'idea che l'alimentazione vegan vada "integrata" in qualche modo con prodotti strani - e costosi!

Questo è quel che succede quando in una iniziativa commerciale si antepongono le considerazioni economiche a quelle della diffusione della scelta vegan e dell'informazione corretta.

Non a caso, tale iniziativa non risulta sostenuta da alcuna organizzazione vegan o animalista, anzi è stata solo criticata: l'unica organizzazione a "patrocinarla", è Assovegan, che sui giornali viene fatta apparire come "l'associazione dei vegani italiani", ulteriore disinformazione. Assovegan non rappresenta affatto i vegani italiani, dato che è nata semplicemente come entità che co-organizza gli eventi e iniziative dell'attività commerciale VeganOK. Già tristemente nota quest'ultima per spacciare il marchio registrato VeganOK per certificazione (cosa che non è, è solo un marchio registrato, non esiste alcun disciplinare depositato né alcun ente certificatore che lo verifichi) e per far credere che i prodotti marchiati VeganOK siano cruelty free dal punto di vista della vivisezione (di nuovo, cosa non vera, visto che il cruelty free è garantito solo dall'adesione a un apposito Standard internazionale).

Per questo ribadiamo: PharmaVegana? No grazie.

Che cosa ci dà di positivo? Nulla, perché i vegan hanno bisogno di meno medicine e integratori rispetto agli onnivori e anche nei casi particolari in cui dovessero aver bisogno di integratori esistono già consigli on-line su quali marche non contengono ingredienti animali.

Che cosa ci dà di negativo? L'ennesima fonte di disinformazione e quindi danno alla causa vegan.

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