Gli allevamenti di animali "da pelliccia"

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23/03/2007

Riportiamo la traduzione di un articolo sugli allevamenti di animaliper la produzione di pellicce pubblicato su un sito statunitense: le modalita' di allevamento e uccisione sono le stesse, e la stessa e'la sofferenza estrema per gli animali.

Chi ancora credesse che gli animali vengono uccisi in modo "umano", farebbe bene a capire che non esistono uccisioni "umanitarie", la morte e' sempre cruenta, sempre preceduta da paura estrema e dolore. Questi, per la cronaca, sono i metodi di uccisione ammessi in Italia dalla legge:
http://www.parlamento.it/leggi/deleghe/98333dl.htm#allf

Ecco l'articolo tratto dal sito mercyforanimals.org

In molti casi, coloro che indossano pellicce giustificano le proprie azioni sostenendo che le pelli utilizzate per i loro indumenti provengono da animali uccisi presso gli allevamenti, anziché da animali che hanno sofferto per giorni con gli arti intrappolati in taglienti morse d'acciaio. Ritenere più "umano" il fatto che la pelliccia provenga da un allevamento è un'idea sbagliata. Purtroppo, non vi è alcunché di umano nel privare questi animali di tutto quanto rientra nelle loro esigenze comprtamentali e psicologiche. L'allevamento di animali da pelliccia non è che una tortura istituzionalizzata.

Prima di tutto, perché è sbagliato allevare animali da pelliccia?

E' importante sapere quali specie vengono allevate e uccise nei nostri stabilimenti [NdA: dati degli USA]. Dei 31 milioni di animali uccisi ogni anno negli allevamenti, 26 milioni circa sono visoni e 4,5 milioni sono volpi. Oltre a questi, vi sono 250.000 cincillà, 150.000 zibellini, 100.000 puzzole, 100.000 cani procioni (una specie che si differenzia dal procione americano) e, in numero minore, vengono allevate anche linci, linci rosse e nutrie.

Il visone è un predatore semi-acquatico, originario dell'America del Nord. I visoni sono creature estremamente solitarie, che trascorrono buona parte della propria giornata nuotando. Sono molto curiosi e sono abituati a spostarsi lungo un raggio di 3-4 chilometri circa. Si tratta di una specie molto attiva e pertanto difficilmente adattabile alla vita in gabbia.

I visoni allevati in cattività sono geneticamente selvatici. Fino agli anni'30, gli allevatori hanno continuato ad aggiungere visoni selvatici al loro programa di riproduzione. L'addomesticamento richiede migliaia di anni, perciò il costante afflusso di geni selvatici ha impedito a lungo la messa a punto di questo processo.

Negli allevamenti, i visoni vengono privati dello spazio di cui hanno bisogno, in quanto sono relegati in gabbie di 24 cm x 60cm circa. Talvolta possono essere di 5cm più larghe, o più basse. In ogni caso, si tratta di uno spazio inadeguato per qualsiasi animale, in particolar modo per il visone.

Poiché costretti all'interno di spazi cosi' limitati, molti visoni da allevamento sviluppano ulcere allo somaco e un ingrandimento delle ghiandole surrenali, entrambi segno di stress cronico. L'industria della pelliccia ha svolto dei test, nella speranza di dimostrare che i visoni da allevamento non soffrono di stress. Per i loro studi sono stati presi in esame giovani visoni, che ancora non hanno sviluppato ulcere allo stomaco. Il risultato di questi inaccurati test viene quindi utilizzato per "dimostrare" che la reclusione intensiva non ha alcun effetto sul visone. La diffusione degli ingannevoli esiti di tali ricerche spiegherebbe la disinformazione della gente riguardo a ciò che succede veramente negli allevamenti.

L'automutilazione della coda è una pratica comune fra i visoni tenuti in cattività. E' una seccatura per gli allevatori, in quanto fa diminuire il valore della pelliccia dell'animale, che si traduce in una notevole perdita economica per i gestori del business. Delle grandi recinzioni potrebbero ridurre la frequenza con cui si verifica l'automutilazione, ma un aumento degli spazi significherebbe un aumento dei costi complessivi. Quindi, per l'azienda è più redditizio ammassare un maggior numero di animali in ambienti ridotti, nonostante gli occasionali decessi e mutilazioni autoinflitte causate dallo stress, con cui dovrà fare i conti.

Quando nasce in un allevamento, questo animale semi-acquatico non ha la possibilità di nuotare nell'acqua. Durante il periodo estivo, un visone selvatico può immergersi in uno stagno per rinfrescarsi. Se privati di questa opportunità, molti visoni da allevamento muoiono in seguito a malattie provocate dalle alte temperature estive. Vi sono anni in cui ben il 10% degli animali allevati per la pelliccia muore per malattie dovute al caldo.

L'allevamento degli animali da pelliccia cambia a seconda delle diverse tendenze nel mondo della moda. Gli allevatori praticano incroci particolari, in modo da favorire lo sviluppo di fasi di mutazione del colore, che soddisfino i capricci dell'ultima moda. Il visone bianco Hedlund è il risultato di una mutazione genetica ottenuta presso un allevamento. Avendo subito una mutazione, questo animale è destinato a perdere l'udito dopo circa 30 giorni dalla nascita, a causa di un difetto genetico. Il visone Royal Pastel spesso sviluppa ciò che gli allevatori chiamano "screw neck", un disturbo nervoso che causa un incessante movimento rotatorio del collo. Il visone Blue Iris ha un sistema immunitario indebolito dalla mancanza di cellule killer naturali e una varietà di semi-visone è affetta da sindrome da stress. Tali menomazioni rendono la vita di questi visoni ancora piu' orribile. Questo tipo di mutilazione, che non esiste allo stato naturale, è invcece molto comune negli allevamenti.

La vita delle volpi da allevamento non è migliore. Le volpi da allevamento hanno seri problemi di cannibalismo. Poiché costrette in spazi estremamente sacrificati, arrivano al cannibalismo, come risultato di condizioni di vita stressanti. Si stima che, a causa di ciò, gli allevatori di volpi perdano prematuramente circa il 20% dei propri animali e che la metà dei decessi sia dovuta proprio ad atti di cannibalismo. Gli animali d'allevamento non hanno la possibilità di sviluppare il loro comportamento naturale. Sono trattati alla stregua di macchine, nonché di merci, anziché come creature viventi dotate di emozioni. La loro sofferenza e la loro morte hanno come unico scopo quello di creare un capo di vestiario, olretutto privo di una sua concreta utilità. Non è ben chiaro come coloro che indossano pellicce possano amare e curare affettuosamente una creatura appartenente alla razza canina, ad esempio il loro cane da compagnia e, allo stesso tempo, essere favorevoli alla tortura e alla morte di un altro canide, la volpe.

La morte di questi animali è una racconto dell'orrore. Il metodo più comune per l'uccisione delle volpi è l'elettrocuzione anale.

I visoni di solito vengono gassati oppure viene loro iniettato del veleno. A molti di essi viene spezzato il collo e altri vengono soffocati. Un'indagine segreta ha rivelato che alcuni visoni vengono uccisi con erbe killer, che provocano loro fino a 10 minuti di convulsioni prima di morire.

L'industria del cincillà amette orgogliosamente che la maggior parte di questi animali viene uccisa tramite la rottura del collo o per elettrocuzione. Molti allevatori di cincillà attaccano loro un morsetto all'orecchio e un altro ai genitali, per effettuare l'elettrocuzione di queste povere creature. Il cincillà è piccolo, ed è necessario che ne muoiano addirittura cento per confezionare un unico cappotto. Il mercato delle pellicce definisce tutto ciò "umano".

La verità sull'industria della pelliccia si diffonderà, nonostante i vari tentativi di minimizzare il dolore e la sofferenza inflitta agli animali.

Fonte: http://www.mercyforanimals.org/fur_farms.asp

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