Milioni pubblici e carne da doppietta

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02/08/2007

Riportiamo, per gentile concessione dell'autrice (Maria F. Piva) questo articolo pubblicato su Blogeko.info qualche giorno fa, che racconta l'edificante (si fa per dire...) pratica dell'allevamento di animali "pronta caccia" per i quei "veri uomini" che sono i cacciatori...

Milioni pubblici e carne da doppietta

di Maria F. Piva

Ci sono due cose che ancor più della caccia - il che è tutto dire - mi fanno bollire il sangue. Sono il fiume di pubblico denaro - sottolineo: fiume, non ruscello - che rende possibili le mattanze campestri, e le condizioni di vita della carne da doppietta che coi nostri soldi, ahimè anche coi miei, viene allevata per mandarla a morire. In tutta Italia gli enti pubblici praticano i cosiddetti "ripopolamenti di selvaggina" con animali allevati in condizioni penose e innaturali. Ci credete? Fagiani con copribecco, anello in bocca ed occhiali, perchè sennò si ammazzerebbero fra loro nello stress delle cosiddette voliere. E poi un bel giorno, alla vigilia della caccia, li liberano affinchè vadano a farsi ammazzare.

Innanzitutto il fiume di pubblico denaro. Non esistono, che io sappia, cifre nazionali. Ma la portata del fiume corrisponde all'insieme dei ruscelli ciascuno dei quali sfocia in un Atc (Ambito territoriale per la caccia), e sono le Regioni a distribuire il denaro. Ho trovato i conti della mia Regione, il Piemonte: gli altri, se qualcuno ha voglia, li vada a cercare che poi facciamo una bel totale. Ebbene, il Piemonte quest'anno ha distribuito in acconto - acconto! - ai propri Atc e Ca (Comprensori alpini: la stessa cosa) 383 mila euro per il solo acquisto di selvaggina da ripopolamento. Nel 2006, agli Atc e Ca piemontesi sono andati 2 milioni 195 mila euro: comprendono anche i risarcimenti dei danni causati dalla selvaggina, pure loro figli - i danni, dico, non i risarcimenti - di una scriteriata gestione della natura. Ma il discorso ci porterebbe lontano: dunque moltiplichiamo mentalmente cifre come quelle piemontesi per le 21 Regioni italiane e passiamo allo shopping dei fagiani.

Cosa se ne fanno gli Atc dei finanziamenti pubblici? Li usano più o meno così, ed è un esempio preso a caso in provincia di Brindisi. Questo Atc spende 25 mila euro in fagiani - ma vengono acquistate anche starne, pernici, lepri - e dà l'appalto a chi, in agosto, li fornirà più numerosi. Prego notare, a metà della seconda pagina, la clausola che impegna a fornire animali senza copribecco e paraocchi: e questo introduce ad un'altro discorso, le condizioni di vita della carne da doppietta. Guardate questo manualetto on line. Tanto per cominciare, alle fagiane non è concesso di farsi un nido nascosto per sentirsi al sicuro mentre tribolano a deporre le uova. Non hanno la soddisfazione di covare e allevare. Per i pulcini, incubatrice e vita collettiva in voliera. Ma i fagiani, al contrario dei polli, non hanno la benchè minima inclinazione sociale. Soffrono a rimanere a contatto di gomito - d'ala, se preferite - con tanti consimili, in natura starebbero ciascuno per sè, il più possibile lontano dagli altri. E così ecco i rimedi: copribecco, anello in bocca, occhiali.


E una volta liberati, suppergiù in questa stagione, ancor più triste è la vita di questi fagiani. Qui ci sono i consigli per gli acquisti ai cacciatori-ripopolatori, da cui emergono le controindicazioni che questa misera carne da doppietta può avere perfino agli occhi di chi la vuole ammazzare. I fagiani non sanno volare, non fuggono l'uomo che finora ha portato loro da mangiare. Non sono capaci di trovare cibo da soli nè riescono a digerire quello naturale. Non sono in grado di allevare la prole. E i nostri soldi li hanno usati per questo: infliggere inutili sofferenze a tante, piccole, inermi vite che qualcuno si divertirà a troncare.

Fonte:
Blogeko.info, 27 luglio 2007

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