L'aumento di animali allevati aumenta il rischio di trasmissione di infezioni all'uomo

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22/09/2007

Un report della FAO del 17 settembre ci avverte che i grandi cambiamentiavvenuti negli ultimi anni nella produzione globale di carne - specie quelladi pollo e di maiale - portano con sé un grave rischio di trasmissione dimalattie dagli animali d'allevamento all'uomo.

Dichiara testualmente la FAO nel suo report "Produzione industriale di bestiame e rischi per la salute globale":
Il rischio di trasmissione di malattie dagli animali all'uomo aumenterà nel futuro, a causa dell'aumento della popolazione umana e animale, cambiamenti nella produzione di carne, l'emergenza delle reti mondiale agro-alimentari e un significativo aumento della mobilità delle persone e delle merci".

Tutto questo perché il numero di animali allevati sta crescendo in modo spaventoso: aumenta la popolazione totale umana, ma aumenta soprattutto la richiesta di carne e altri alimenti di origine animale da parte dei paesi in via di sviluppo che stanno diventando più "ricchi". Afferma Joseph Domenech, veterinario capo della FAO: "Questi sviluppi possono portare a seri rischi di diffusione di malattie a livello locale e globale, che finora non sono stati presi nella considerazione dovuta dalle istituzioni".

Secondo la FAO, la produzione in più rapida espansione è quella della carne di maiale e di pollo. Si tratta di una produzione intensiva altamente industrializzata, che ha avuto una crescita annua compresa tra il 2.6% e il 3.7% nell'ultimo decennio. Di conseguenza, nei paesi industrializzati, la stragrande maggioranza di polli e tacchini sono "prodotti" in stabilimenti di 15-50.000 animali l'uno. Nei paesi in via di sviluppo si sta seguendo lo stesso pericoloso cammino, e i sistemi di allevamento tradizionale vengono sostituiti da quelli industriali, soprattutto in Asia, Sud America e alcune regioni dell'Africa.

Aggiunge la FAO che il movimento di animali nel mercato internazionale e la concentrazione di migliaia di animali confinati in piccoli spazi aumenta la probabilità del trasferimento di patogeni. Inoltre, gli allevamenti industrializzati producono una grande quantità di escrementi, che possono contenere un'alta quantità di patogeni. La maggior parte di queste deiezioni sono smaltite con lo spargimento sul terreno, senza nessun trattamento preventivo, ponendo a rischio di infezione gli animali selvatici.

La FAO avverte che mentre il virus altamente patogeno H5N1 è sotto attento esame internazionale, la circolazione "silenziosa" dei virus dell'"influenza A" (IAV) nel pollame e nei suini dovrebbe essere presa in attenta considerazione. Molti virus IAV sono oggi piuttosto diffusi nel pollame in commercio, e in misura minore nella carne suina, e potrebbero portare all'emergenza di una pandemia di influenza umana.

La FAO chiede ai produttori di carne di applicare le misure di biosicurezza di base, di non costruire allevamenti vicino a luoghi di residenza delle persone o a luoghi di nidifcazione o passaggio di uccelli selvatici e di pulire e disinfettare regolarmente gli allevamenti.

"In realtà" affermano gli esperti del NEIC, il Centro Internazionale di Ecologia della Nutrizione - "l'unico modo per scongiurare questo pericolo è quello di diminuire il consumo di alimenti animali, sia le carni di polli e di maiale, le più pericolose da un punto di vista sanitario, che di altri animali, che pongono comunque gravi problemi di impatto ambientale e inquinamento. Il nostro 'appetito' per la carne e altri alimenti animali sta avendo conseguenze devastanti. Il gioco non vale la candela...".

Non è pensabile, infatti, che sia possibile risolvere questo problema se la domanda di carne continua ad aumentare, sia nei paesi industrializzati che in quelli in via di sviluppo. L'unico modo per arginare il fenomeno è una presa di coscienza dei consumatori, perché non spetta solo alle istituzioni risolvere il problema, ma sta alle singole persone diminuire la domanda di alimenti animali, altrimenti nessuna legge o misura precauzionale al mondo potrà funzionare.

Comunicato del NEIC - Centro Internazionale di Ecologia della Nutrizione
http://www.nutritionecology.org/it/

Fonte:
FAO, Dramatic changes in global meat production could increase risk of diseases, 17 settembre 2007

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