30/07/2020
I pesci provano emozioni come tutti gli altri animali, accudiscono la prole con affetto, sono curiosi, anche verso gli esseri umani: quando non ci percepiscono come una minaccia, ci osservano, si avvicinano. Hanno una lunga memoria, ricordano luoghi e fatti. Tutto questo ci hanno insegnato le scoperte scientifiche degli ultimi decenni.
Noi esseri umani fatichiamo a provare empatia per loro... ma immaginiamo per un attimo di metterci al loro posto: di avere degli uncini piantati in bocca, di venire uccisi soffocati, di venir presi a bastonate fino alla morte. Perché è proprio così che vengono trattati gli animali marini. E non è difficile capire quanto soffrono.
Tutti i prodotti animali contengono grassi saturi (i grassi "cattivi"), anche il pesce. Queste sostanze contribuiscono ad elevare i livelli di colesterolo nel sangue, aumentando notevolmente il rischio di ictus e attacchi cardiaci. Pesce e molluschi contengono anche quantità significative di colesterolo: un etto di gamberetti contiene 195 mg di colesterolo, un etto di spigole ne contiene circa 95, come una bistecca di manzo.
Uno studio recente ha scoperto che l'84% del pesce consumato nel mondo contiene livelli di mercurio al di sopra della soglia di sicurezza. Molti altri inquinanti si trovano nelle carni di pesci e molluschi, come i PCB, la diossina e altri. Consumando pesce, questi inquinanti si accumulano nel nostro organismo e possono comportare diversi danni: allo sviluppo cerebrale, al fegato, al sistema immunitario.
Sono particolarmente pericolosi per i bambini, perché possono rallentarne lo sviluppo cerebrale, e per le donne in gravidanza, visto che il mercurio è in grado di attraversare la placenta e accumularsi nei tessuti del bambino.
Gli inquinanti si accumulano nel grasso dei pesci, ed è proprio nel grasso che si trovano gli omega-3: in sostanza, gli stessi pesci consigliati per il loro contenuto in omega-3 sono quelli sconsigliati per il loro contenuto di inquinanti. Inoltre, i benefici degli omega-3 per la prevenzione delle malattie cardiovascolari sono annullati dall'aumento di rischio per le stesse malattie dovuto a colesterolo, grassi saturi e mercurio presenti nel pesce.
Perciò l'unico modo realistico per ricavare gli omega-3 è da fonti vegetali, per tutti: noci, semi e olio di lino e semi di chia. In più, la dieta 100% vegetale già da sola è in grado di prevenire (e anche curare) le malattie cardiovascolari e contiene zero colesterolo.
La pesca ha già distrutto gran parte degli habitat marini: la quantità del pescato è in declino dalla fine degli anni ‘80 e il numero di zone di pesca al collasso è cresciuto esponenzialmente dal 1950 ad oggi.
Gli allevamenti di pesci peggiorano la situazione, perché inquinano e distruggono gli habitat acquatici, diffondendo nelle acque azoto, fosforo, antibiotici, farmaci e altre sostanze chimiche e trasferiscono parassiti e malattie dai pesci d'allevamento a quelli selvatici.
Un'alimentazione 100% vegetale! Non uccide nessuno, ha un impatto ambientale molto minore della dieta onnivora, previene le malattie maggior causa di morte in Italia e nel mondo, consente di ricavare facilmente e a buon mercato gli acidi grassi omega-3.
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"Papà, raccontami ancora di quando le persone hanno smesso di uccidere gli animali per mangiarli."
La storia che studieranno le prossime generazioni la stiamo scrivendo noi adesso. Facciamo in modo che sia una storia migliore per tutti gli esseri viventi.