09/03/2022
di Marina Berati
Tempo di lettura: 6 minuti
Qualche giorno fa su Facebook ho avuto il dubbio piacere di leggere questo commento molto "rispettoso e ragionevole", in riferimento a un nostro post per la diffusione del Vegan Discovery Tour:
"Mettete foto di mucche, maiali, ecc. Vi svelo un segreto evoluzionistico: se fossimo tutti vegani questi animali non sarebbero mai esistiti."
In una sola frase, questa persona è riuscita a condensare due errori colossali, derivanti da una visione in parte ingenua e in parte arrogante:
che gli animali esistano solo per l'uso e consumo umano (aspetto arrogante);
che gli animali attualmente allevati per essere uccisi siano frutto dell'evoluzione (aspetto ingenuo).
Invece, nella realtà le cose stanno al contrario, ecco spiegato perché.
Gli animali non umani, di innumerevoli specie, esistevano prima dell'avvento della specie umana, esistono in natura contemporaneamente a noi (per quanto viene loro concesso dalla distruttività della nostra specie) ed esisteranno anche dopo che la nostra specie sarà estinta.
In nessun modo l'evoluzione naturale tiene conto dei nostri desideri, pretese o preferenze. Della nostra distruttività purtroppo sì, quindi siamo in grado di far estinguere specie e di creare gravi difficoltà ad altre sterminandole o distruggendo il loro habitat. Ma questo ben difficilmente possiamo considerarlo un merito o una dimostrazione della nostra grandezza come specie.
Derivano invece da una scellerata selezione genetica. L'evoluzione non c'entra proprio nulla nell'"invenzione" delle "mucche da latte", i "polli da carne", le "galline ovaiole", i "maiali da prosciutto", le "pecore da lana" e così via.
Siamo partiti da specie che esistono in natura, certo. Ma, con incroci e selezioni genetiche, nel corso dei decenni, quando non dei secoli, abbiamo ottenuto il gratificante risultato di creare razze di animali ben lontani da quelli esistenti in natura, destinati solo alla sofferenza e alla morte violenta.
Se tutti fossimo stati vegan questi animali non sarebbero mai esistiti, ci rinfaccia la nostra amica su Facebook. Magari fosse! Non sarebbero mai stati inventati, le specie originali avrebbero continuato a esistere in natura (come continuano a esistere, dove non le sterminiamo) e il mondo sarebbe stato migliore, libero da un carico di sofferenza insostenibile. Ed evitabile.
Fanno le uova solo per la riproduzione, come tutti gli uccelli, 10-12 l'anno. Hanno creato razze che ne producono 30 volte tante. Il loro organismo non può reggere questo sforzo e il prezzo da pagare sono malattie e vita più breve. Ma tanto, a 2 anni vengono ammazzate comunque. Senza contare i pulcini maschi, uccisi appena nati, uno per ogni gallina "ovaiola".
Sono mammiferi e quindi, come le femmine di ogni altro mammifero, producono latte quando partoriscono. Ma le razze che hanno chiamato "da latte" sono state ottenute in modo forzato per produrne una quantità di 10 volte maggiore.
Per forza che poi "soffrono se lo non le mungi", come dicono tutti per convincersi che l'industria del latte è cosa buona e giusta e naturale. Prima le forziamo a produrre una quantità di latte assurda, portiamo via il figlio appena nato, lo imprigioniamo e lo macelliamo a pochi mesi, e poi sosteniamo di aiutarle con la mungitura!
E non basta un solo parto: per produrre latte in continuazione devono partorire una volta l'anno, per cui dopo 2 o 3 gravidanze sono stremate e finiscono al macello.
Maschi e femmine, sono di razze selezionate per diventare enormi in 6-7 settimane, per andare al macello in fretta. La loro struttura non regge a questa crescita innaturale, molti animali sono storpi e soffrono di forti dolori a zampe e articolazioni.
Anche per loro la selezione genetica ha portato alla creazione di razze enormi, deformi, per massimizzare la "carne" ricavabile e i tagli più richiesti. Le scrofe usate per la riproduzione sono anche loro enormi e tenute in condizioni di immobilità totale per tutta la vita. La fine è il solito macello: sgozzati e squartati.
Le pecore, in natura, non hanno certo bisogno di essere tosate: non esistono specie che hanno bisogno degli esseri umani, è assurdo immaginarlo. Ma siamo arrivati al punto da "inventare" pecore (sempre attraverso selezione genetica) che producono una quantità di lana molto maggiore di quella naturale e che per questo soffrono di vari problemi, oltre a essere sottoposte a pratiche dolorose. Anche la tosatura è un'operazione cruenta, non è certo come per noi tagliarci i capelli.
La fine di tutte queste pecore è sempre il macello, spesso preceduto da lunghi viaggi per nave, da incubo.
Sarebbe bello tornare al momento in cui tutte queste razze destinate alla sofferenza non esistevano e imboccare un'altra via, quella senza sfruttamento e violenza.
Non abbiamo la macchina del tempo, però possiamo "innalzare la civiltà" per il futuro, smettendo di essere clienti di un'industria di sfruttamento e morte, quella zootecnica (piccola o grande, fa lo stesso: gli animali dei pochissimi "piccoli allevamenti" esistenti sono ammazzati negli stessi macelli degli altri).
Così, un po' alla volta, sempre meno animali "innaturali", destinati solo a soffrire, saranno forzati a nascere e chissà, forse un giorno non ce ne saranno più. Rimarranno solo gli animali in natura, che avranno finalmente spazio e possibilità di sopravvivenza, visto che il loro habitat non sarà più rubato dagli allevamenti e dalle coltivazioni per i mangimi.
Una decisione win-win, come si usa dire: tutti vincono, positiva per tutti. E anche facile da attuare: passare a una dieta tutta vegetale, e smettere di usare prodotti animali in ogni ambito della nostra vita, è solo una questione di cambio di abitudini. Ti aiutiamo noi a cambiarle col Vegan Discovery Tour! Ti offriamo gratuitamente:
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Credits foto: Jo-Anne McArthur / We Animals Media
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