Anche gli onnivori devono integrare la B12, parola del governo USA

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08/09/2017

di Marina Berati

E' da tempo che ripetiamo che la vitamina B12 non è un "problema" solo dei vegan, e nemmeno solo dei latto-ovo-vegetariani, ma anche di tutti gli onnivori che non consumano smodate quantità di carne. Infatti, nella carne si trova questa vitamina perché i mangimi degli animali d'allevamento sono supplementati con integratore di B12, ma, nonostante questo, per assumerne abbastanza dalla carne occorre consumarne parecchia almeno 3 volte al giorno. E spesso ancora non basta...

Ricordiamo infatti che la maggior parte delle persone carenti di vitamina B12 sono onnivore e la maggior causa di carenza è il deficit di assorbimento, problema che prescinde da quanta carne o latticini si consumino.

Non stupiscono dunque i risultati pubblicati già parecchi anni fa in un articolo dell'USDA, il dipartimento per l'agricoltura del governo USA, quello che va a braccetto con gli allevatori, per intenderci, e che quindi di certo vegan-friendly non è!

L'articolo, che risale al 2000, si intitola La carenza di B12 può essere più diffusa di quanto si pensi e riporta che circa il 40% degli onnivori ha livelli bassi di vitamina B12, sulla base di uno studio svolto su ben 3.000 persone, dai 26 agli 83 anni, da un gruppo di ricerca alla Tuft University di Boston.

Nell'articolo consideravano "bassi" dei livelli inferiori a 258 picomoli per litro. Nel frattempo, però, nuovi studi hanno individuato livelli ottimali per la vitamina B12 molto più alti (che mettono al sicuro dal verificarsi di sintomi di carenza sul lungo periodo): 360 pmol/litro, o 488 pg/mL (in Italia si usa di solito quest'ultima unità di misura).

Questo è il valore oggi dichiarato ottimale nel documento ufficiale del 2016 della Società di Nutrizione Umana (SINU) sulle Diete Vegetariane, dato derivante dalla letteratura scientifica [Herrmann W, Geisel J (2002) Vegetarian lifestyle and monitoring of vitamin B-12 status. Clin Chim Acta 326: 47 - 59].

Il che significa che gli onnivori con B12 troppo bassa sono decisamente di più del 40% trovato nel 2000 coi vecchi valori di riferimento. Nell'articolo dell'USDA si afferma in effetti che anche quando i livelli di B12 erano ben superiori a quello che era considerato il valore "minimo" a quel tempo, alcune persone mostravano sintomi neurologici.

E' da notare che già da decenni le raccomandazioni del governo USA prescrivono l'integrazione di vit. B12 a tutta la popolazione oltre i 50 anni. In questo studio, però, si è trovato che gli stessi identici problemi di carenza si riscontravano anche nelle persone più giovani, quelle dai 26 ai 49 anni. La conseguenza logica non può essere altro che la necessità di integrazione per tutti.

Lo studio ha anche valutato espressamente il legame tra il consumo di carne e i livelli di B12 nel sangue ed ha determinato che non c'era alcun legame. La ricercatrice a capo dello studio, Katherine Tucker, ha affermato: "Non è perché le persone non mangiano abbastanza carne, ma è la vitamina che non viene assorbita".

Con l'integratore, invece, la vitamina viene correttamente assorbita, assumendolo alle dosi corrette e in modo continuativo. Integratore che, ricordiamolo, viene prodotta da ceppi di batteri appositamente coltivati, proprio come in natura la vitamina B12 viene prodotta dai batteri che si trovano nelle acque e nel terreno, non certo dagli animali. Lo stesso dicasi per i cibi o bevande addizionati di vitamina B12, visto che anch'essa deriva da un integratore.

Tutti, dunque, devono valutare tramite esami del sangue i propri livelli di B12, e per tutti, o quasi, l'integratore è necessario. I vegan lo sanno, i latto-ovo-vegetariani non sempre, gli onnivori quasi mai... ma è tempo che anche loro se ne preoccupino, soprattutto per quanto riguarda le carenze nei bambini, problema per troppo tempo trascurato e non ancora indagato.

Queste osservazioni, naturalmente, riguardano solo l'aspetto nutrizionale legato alla salute umana, tralasciando le considerazioni altruistiche legate alla distruzione dell'ambiente causata dagli allevamenti (per la produzione di carne o di latte o di uova) e quelle, ancora più importanti, relative al carico di sofferenza e distruzione di vite degli animali allevati, esseri senzienti al pari di noi umani. Va da sé che dal punto di vista etico e del senso di giustizia, questi sono problemi ben maggiori di qualsiasi considerazione nutrizionale, quindi non possiamo esimerci dall'invitare a una riflessione anche su questi aspetti.

Per avere strumenti e spunti di riflessione è consigliata la lettura del libro "Perché vegan - Una scelta per il bene di tutti: animali, ambiente, noi stessi", disponibile gratuitamente in e-book.

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