19/11/2019
La lana nasconde mille insidie. Non per chi la usa, ma per gli animali che la producono. A costo della vita.
Sembra innocente, un "prodotto naturale" che non fa del male a nessuno. Invece ne fa, e molto: violenza, sofferenza, uccisioni, sono inestricabili dalla pratica dell'allevamento di pecore per la lana.
Cinque ragioni per evitarla, un video per vedere coi propri occhi com'è prodotta, suggerimenti per sostituirla con materiali senza crudeltà.
Le pecore allevate per la lana (maschi e femmine), che fine fanno, quando non sono più abbastanza produttive? La stessa che fanno tutti gli animali allevati per produrre qualcosa: il macello. Non è realistico pensare che l'industria dell'allevamento mantenga in vita animali che considera inutili.
Molte pecore "a fine produzione" vengono trasportate in lunghi viaggi per mare, in condizioni di sofferenza indicibile, verso il Medio Oriente, dove la loro carne è più richiesta. Una parte muore in viaggio, le altre trovano una morte orrenda al macello.
Non c'è nulla di naturale e normale nella tosatura. Pensi davvero che possa esistere in natura una specie che ha bisogno dell'uomo? Non è possibile, e infatti nessuna pecora in natura ha bisogno di essere tosata. La lana viene prelevata alle pecore solo per fini commerciali, in modo estremamente cruento, che riempie gli animali di terrore e di dolore, come vedrai nel video più avanti.
Attraverso una selezione genetica sono stati "creati" animali che in natura non sarebbero mai esistiti: pecore la cui lana cresce tutto l'anno e con una pelle particolarmente rugosa, per aumentare la quantità di lana prodotta.
A causa di questa conformazione forzata, gli animali sono soggetti a infestazioni di larve sul sottocoda. Per ovviare al problema - che nelle specie in natura non esiste - viene applicato un metodo crudele, chiamato mulesing: viene strappata strappata via la pelle, in modo che poi cicatrizzi e non cresca più lana in quel punto. Il tutto senza anestesia.
Questo metodo è applicato in molte parti del mondo, ma soprattutto in Australia, nazione che produce la maggior parte della lana oggi in commercio.
Altre pratiche cruente sono:
Non possiamo proprio dire di aver bisogno della lana per i nostri indumenti o per arredare la casa: esistono un'infinità di materiali alternativi, anche più comodi da lavare (non infeltriscono) e che non irritano la pelle come spesso fa la lana.
Il velluto (fatto di cotone o materiali sintetici); la ciniglia di cotone; la flanella; il caldo-cotone; il pile. Si trovano anche in forma di filato, per realizzare maglioni fatti in casa. E infine le fibre sintetiche di cui sono fatti maglie, maglioncini e maglioni, disponibili in gran varietà in tutti i negozi.
Guarda questo spezzone del film Dominion, basato su investigazioni recenti.
Inizia già da quest'inverno a dire addio alla lana: ora che sai come viene ricavata e quanto sangue viene versato per un materiale di cui puoi fare a meno, puoi decidere di metterti dalla parte degli animali indifesi, non più dalla parte di chi li sfrutta e li uccide.
Usa il nostro opuscolo Vestire vegan per scoprire quali sono i materiali crudeli da evitare nell'abbigliamento e nell'arredamento e quali alternative innocue puoi utilizzare.
Vai all'opuscolo Vestire vegan
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