Bufale e fake-news: perché è un business che funziona?

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15/11/2017

Da alcuni anni a questa parte quasi tutti i giornali on-line pubblicano vere e proprie bufale sulla scelta vegan. Come vedremo, non si tratta di un problema specifico di noi vegan, ma di una diffusa metodologia acchiappa-click che si applica a ogni settore.

Sull'argomento vegan, ecco che spuntano fantomatici bambini vegan malnutriti (che poi si scopre essere tutto meno che vegan) ed ecco che tutti i mali del mondo sembrano essere dovuti agli anacardi mangiati dai vegan (quando i cibi animali sono infinitamente più impattanti e gli anacardi prodotti nel mondo non sono certo consumati prevalentemente da noi vegan, che siamo pure pochi!).

Qual è lo scopo di articoli del genere?

Per come funziona oggi l'informazione on-line, un articolo, per dare guadagno all'editore, deve semplicemente ricevere più visite possibile. Il guadagno è direttamente proporzionale al numero di click o di esposizione dei banner; tale numero, a sua volta, dipende dal numero di visite, non dalla qualità degli articoli, caratteristica che ormai pare non avere più la minima importanza ai fini del guadagno.

Due sono i modi per assicurarsi la rapida diffusione, utilizzati separatamente o in coppia: la pubblicazione di fatti che si fan passare per "sensazionali" e l'attacco a determinate categorie di persone.

Pubblicazione di fatti sensazionali

Scrivere che chi non mangia animali salva vite non fa notizia, è un fatto scontato. Scrivere che la scelta vegan protegge l'ambiente non fa notizia, ci sono decenni di studi scientifici in materia e per diversi anni quasi tutti i giornali hanno dedicato un po' di spazio a questi argomenti, elogiando quasi sempre la scelta di un'alimentazione basata sui vegetali.

Una vecchia massima del giornalismo afferma: "Quando un cane morde un uomo non fa notizia, ma se un uomo morde un cane, quella è una notizia".

Possiamo adattarla a questa situazione: dire che la scelta vegan salva animali, esseri umani dei paesi più poveri e salvaguarda la salute di chi segue questa alimentazione, non fa notizia. Scrivere, mentendo, che è vero il contrario.... quella sì che è una notizia. Falsa, ma notizia!

Offese e attacchi

Si sa che più un articolo è controverso e più se ne parla, quindi ottiene maggiore diffusione. "Basta che ne parli" è un'altra vecchia massima della pubblicità. E cosa c'è di più controverso delle offese? Grazie alle polemiche si ottiene visibilità e dunque guadagno economico.

Ribadiamo che questo non riguarda solo l'argomento della scelta vegan, riguarda qualsiasi settore: è una tecnica che viene applicata in ogni campo, non è certo stata inventata per noi vegan...

Gli articoli offensivi e pieni di affermazioni fasulle vengono condivisi sia da chi si diverte a fomentare liti, da chi gode a vedere attaccati altri e non se stesso, ma anche - e qui sta l'errore! - dalle persone offese, per lamentarsi o per dire "Guardate che schifo!".

Non facciamo il loro gioco

Le persone offese, contribuendo a diffondere questo tipo di articoli e a rinfocolare la polemica, fanno solo il gioco di questi scribacchini: evitiamolo! In particolare bisogna evitare di diffondere il link a tali articoli, perché diventa tutto guadagno per chi li scrive e chi li pubblica. In pratica, quando mettiamo un link al loro articolo, stiamo regalando loro dei soldi!

Questo tipo di tecnica per guadagnare click funziona solo su argomenti che stanno a cuore ai lettori, che toccano le loro emozioni e i loro valori, per questo sull'argomento "vegan" è particolarmente efficace: si va a toccare, nei vegan, il senso di giustizia verso gli indifesi, l'empatia verso altri esseri senzienti, la volontà di non nuocere e di fare meno danni possibile. Dall'altro lato della barricata, se viene messa in cattiva luce la scelta vegan, chi è infastidito dalla scelta vegan si sente meglio, perché il suo senso di colpa latente viene attenuato e si sente "autorizzato" a continuare così, si sente più forte, dalla parte della ragione. Questi articoli dunque ne accumulano davvero tanti, di click!

Come fare, dunque?

Per combattere questa piaga, consigliamo di:

  • evitare SEMPRE di linkare l'articolo, specie da forum molto frequentati o da Facebook;
  • se qualcuno ne parla, smontare in modo razionale le argomentazioni dell'articolo e minimizzare la sua importanza e attendibilità;
  • diffondere i nostri articoli anti-bufala che pubblichiamo su AgireOra, per fare vera informazione.

E, soprattutto, puoi dedicare un po' del tuo tempo, anche solo 2 ore al mese, a fare volontariato: il miglior antidoto al business delle bufale è l'informazione corretta fatta da tante persone! Partecipa attraverso le attività proposte nell'Area Volontari di AgireOra.

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